di Gianfranco La Grassa
Fonte: Conflitti e strategie
Dall’art. odierno di Paragone su Libero:
“L’Europa è in crisi – ha spiegato Napolitano – quindi bisogna
accelerare il processo di unificazione. Per carità, basta con queste
frasette presentate col crisma delle dodici tavole. L’Europa non è in
crisi, in crisi sono i cittadini, i quali non si sentono europei, visto
che non c’è una identità europea. C’è solo una retorica europeista.
Oltre alla moneta, che è causa della crisi economica in atto. Una crisi
che nasce dagli stessi ambienti finanziari che hanno ‘creato’ l’Europa
monetaria, non preoccupandosi dell’assoluta assenza di una
infrastruttura politica (oddio, non preoccupandosi. Diciamo pure che
tale era il loro obiettivo: non avere strutture politiche per fare quel
che volevano). Napolitano è troppo anziano (si può dire?) e troppo
eurofanatico (si può dire?) per raccontarci la verità ……….. Al capo del
governo dico che i conflitti saranno sempre maggiori. Conflitti non di
Palazzo o nel Palazzo, ma conflitti tra cittadini e Palazzo. Gli
italiani si stanno stancando di queste moine, anche perché hanno chiaro
in testa che i due recenti governi sono in comproprietà, sono di
centrodestra e centrosinistra allo stesso modo. Se Berlusconi, Letta,
Epifani, Alfano, Brunetta e tutti gli altri pensano davvero di sfasarci
con la falsa distinzione tra falchi e colombe commettono un errore
madornale [affermazioni, queste ultime, condivisibilissime poiché
abbiamo sempre sostenuto le stesse tesi; ndr]………. Letta dice che vuole
rilanciare la politica alta? Chiacchierone. Letta spieghi ai cittadini
perché i finanziamenti alle fondazioni legate ai politici (dalla sua
Vedrò a quella di D’Alema ItalianiEuropei o la Aspen, ecc. ecc.) non
debbono essere trasparenti nei bilanci. Letta ci spieghi perché non
obbliga il presidente dell’Inps Mastrapasqua a non cumulare incarichi su
incarichi e quindi emolumenti su emolumenti…..E perché Befera continua a
restare a capo di Agenzia delle Entrate e pure di Equitalia?”.
Questo giornalista va comunque seguito perché ha una sua “verve”
polemica non inefficace e afferma alcune verità: parziali ma di solito
celate da altri giornalisti sia di destra che di sinistra. E
soprattutto, almeno negli ultimi articoli letti, sembra abbastanza stufo
di retorica. C’è solo un limite evidente, del quale forse si rende
conto e se ne fa scudo: pure lui nasconde il lato subordinato della
politica europea, e italiana in specie.
L’Europa non è fallita per il semplice fatto che è sempre stata
inesistente; esiste solo la UE, una serie di apparati funzionanti in
sostanziale subordinazione degli Stati Uniti e dell’atlantismo in quanto
“alleanza” militare nella Nato, non più giustificata dal contrasto
tipico del mondo “bipolare” e ancora in piedi soltanto per sostenere le
avventure belliche dei predominanti statunitensi, sia quando
aggrediscono direttamente (strategia “bushiana”) sia quando cercano di
agire per interposti sicari (strategia “obamiana”). La BCE non segue
pedissequamente le politiche della FED, ma solo perché non sarebbe
nell’interesse americano; si richiede un’articolazione più complessa,
talvolta complicata da incertezze, fatte passare dai più proni servi
degli Usa come conseguenza di pressioni arroganti da parte di una
Germania vogliosa di dominare l’Europa.
Qui in Italia abbiamo un ulteriore aspetto negativo nel protettorato cui
è stato ridotto il nostro paese, con un reggitore che nemmeno si riesce
a sostituire e che si è dovuto rieleggere in barba alla Costituzione,
tanto osannata quanto negletta. Sciocco il veteroanticomunismo di chi
ancora gli rimprovera l’atteggiamento tenuto all’epoca dei fatti
ungheresi (1956). Il reggitore si è ampiamente purgato di quelle
“colpe”; colpe solo per coloro che erano per il falso “mondo libero”,
mondo totalmente dominato dagli Usa che hanno messo a ferro e fuoco il
resto del pianeta, che hanno organizzato colpi di Stato sanguinosi in
Grecia, Sud America e Africa, che hanno massacrato centinaia di migliaia
di individui in Indonesia e in Vietnam, ecc. (altro che Ungheria e
Cecoslovacchia!). Il reggitore si è “mondato” di quegli “svarioni” già
negli anni ’70 e, dopo “mani pulite”, ha perfino strafatto a favore dei
“liberatori” ed esportatori della “democrazia”.
Berlusconi ha mostrato d’essere un semplice coniglio; ed è comunque
sempre stato un anticomunista convinto e un filo-Usa altrettanto
pervicace. Tuttavia, chi l’ha terrorizzato, facendogli dimenticare
persino i suoi interessi nei contatti con Putin e Gheddafi, è stata la
nuova Amministrazione americana. E se vogliamo orientarci su quanto sta
accadendo a partire almeno dal 2010, ma con accelerazione esponenziale
negli anni successivi fino ad oggi, dobbiamo seguire in gran parte ciò
che accade, e accadrà, negli Stati Uniti; da lì parte tutto sommato il
filo degli eventi che si andrà dipanando nei prossimi mesi. Teniamolo
sempre ben presente.
Altrimenti si continuerà con la solfa dei finanzieri cattivoni in quanto
causa dei malanni di questi ultimi anni. Il disordine attuale nel mondo
– ivi compreso l’aspetto economico della crisi, un bel po’ enfatizzato
per far passare una serie di manovre prettamente politiche – va ascritto
al multipolarismo crescente e alle manovre non ben coordinate svolte
dagli Usa, in specie negli ultimissimi anni, spasmodicamente tesi a
riacquisire la netta preminenza mondiale, che sembrava ormai assicurata
dopo il crollo dell’Urss e che è invece in alto mare. E la si smetta
pure con la solfa delle “ripresine”, che potranno certo esserci; e delle
belle cooperazioni mondiali, che faranno invece, tutte, una brutta fine
dopo alcuni periodi di semplice ipocrisia. Come avevo concluso già nel
2008, a pochi mesi dall’inizio della crisi, stiamo entrando in una nuova
“epoca dell’imperialismo”, cioè nella fase di policentrismo che sfocerà
infine, non però prestissimo, in un bel regolamento dei conti. La si
smetta con le pie intenzioni e ci si prepari per tempo al nuovo
disordine. Solo geopolitico (o qualcosa di simile)? Non lo credo,
comunque vedremo.
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