domenica 21 settembre 2014

Interessante ma parziale

di Gianfranco La Grassa

Fonte: Conflitti e strategie

Dall’art. odierno di Paragone su Libero:
“L’Europa è in crisi – ha spiegato Napolitano – quindi bisogna accelerare il processo di unificazione. Per carità, basta con queste frasette presentate col crisma delle dodici tavole. L’Europa non è in crisi, in crisi sono i cittadini, i quali non si sentono europei, visto che non c’è una identità europea. C’è solo una retorica europeista. Oltre alla moneta, che è causa della crisi economica in atto. Una crisi che nasce dagli stessi ambienti finanziari che hanno ‘creato’ l’Europa monetaria, non preoccupandosi dell’assoluta assenza di una infrastruttura politica (oddio, non preoccupandosi. Diciamo pure che tale era il loro obiettivo: non avere strutture politiche per fare quel che volevano). Napolitano è troppo anziano (si può dire?) e troppo eurofanatico (si può dire?) per raccontarci la verità ……….. Al capo del governo dico che i conflitti saranno sempre maggiori. Conflitti non di Palazzo o nel Palazzo, ma conflitti tra cittadini e Palazzo. Gli italiani si stanno stancando di queste moine, anche perché hanno chiaro in testa che i due recenti governi sono in comproprietà, sono di centrodestra e centrosinistra allo stesso modo. Se Berlusconi, Letta, Epifani, Alfano, Brunetta e tutti gli altri pensano davvero di sfasarci con la falsa distinzione tra falchi e colombe commettono un errore madornale [affermazioni, queste ultime, condivisibilissime poiché abbiamo sempre sostenuto le stesse tesi; ndr]………. Letta dice che vuole rilanciare la politica alta? Chiacchierone. Letta spieghi ai cittadini perché i finanziamenti alle fondazioni legate ai politici (dalla sua Vedrò a quella di D’Alema ItalianiEuropei o la Aspen, ecc. ecc.) non debbono essere trasparenti nei bilanci. Letta ci spieghi perché non obbliga il presidente dell’Inps Mastrapasqua a non cumulare incarichi su incarichi e quindi emolumenti su emolumenti…..E perché Befera continua a restare a capo di Agenzia delle Entrate e pure di Equitalia?”.

Questo giornalista va comunque seguito perché ha una sua “verve” polemica non inefficace e afferma alcune verità: parziali ma di solito celate da altri giornalisti sia di destra che di sinistra. E soprattutto, almeno negli ultimi articoli letti, sembra abbastanza stufo di retorica. C’è solo un limite evidente, del quale forse si rende conto e se ne fa scudo: pure lui nasconde il lato subordinato della politica europea, e italiana in specie.
L’Europa non è fallita per il semplice fatto che è sempre stata inesistente; esiste solo la UE, una serie di apparati funzionanti in sostanziale subordinazione degli Stati Uniti e dell’atlantismo in quanto “alleanza” militare nella Nato, non più giustificata dal contrasto tipico del mondo “bipolare” e ancora in piedi soltanto per sostenere le avventure belliche dei predominanti statunitensi, sia quando aggrediscono direttamente (strategia “bushiana”) sia quando cercano di agire per interposti sicari (strategia “obamiana”). La BCE non segue pedissequamente le politiche della FED, ma solo perché non sarebbe nell’interesse americano; si richiede un’articolazione più complessa, talvolta complicata da incertezze, fatte passare dai più proni servi degli Usa come conseguenza di pressioni arroganti da parte di una Germania vogliosa di dominare l’Europa.
Qui in Italia abbiamo un ulteriore aspetto negativo nel protettorato cui è stato ridotto il nostro paese, con un reggitore che nemmeno si riesce a sostituire e che si è dovuto rieleggere in barba alla Costituzione, tanto osannata quanto negletta. Sciocco il veteroanticomunismo di chi ancora gli rimprovera l’atteggiamento tenuto all’epoca dei fatti ungheresi (1956). Il reggitore si è ampiamente purgato di quelle “colpe”; colpe solo per coloro che erano per il falso “mondo libero”, mondo totalmente dominato dagli Usa che hanno messo a ferro e fuoco il resto del pianeta, che hanno organizzato colpi di Stato sanguinosi in Grecia, Sud America e Africa, che hanno massacrato centinaia di migliaia di individui in Indonesia e in Vietnam, ecc. (altro che Ungheria e Cecoslovacchia!). Il reggitore si è “mondato” di quegli “svarioni” già negli anni ’70 e, dopo “mani pulite”, ha perfino strafatto a favore dei “liberatori” ed esportatori della “democrazia”.
Berlusconi ha mostrato d’essere un semplice coniglio; ed è comunque sempre stato un anticomunista convinto e un filo-Usa altrettanto pervicace. Tuttavia, chi l’ha terrorizzato, facendogli dimenticare persino i suoi interessi nei contatti con Putin e Gheddafi, è stata la nuova Amministrazione americana. E se vogliamo orientarci su quanto sta accadendo a partire almeno dal 2010, ma con accelerazione esponenziale negli anni successivi fino ad oggi, dobbiamo seguire in gran parte ciò che accade, e accadrà, negli Stati Uniti; da lì parte tutto sommato il filo degli eventi che si andrà dipanando nei prossimi mesi. Teniamolo sempre ben presente.
Altrimenti si continuerà con la solfa dei finanzieri cattivoni in quanto causa dei malanni di questi ultimi anni. Il disordine attuale nel mondo – ivi compreso l’aspetto economico della crisi, un bel po’ enfatizzato per far passare una serie di manovre prettamente politiche – va ascritto al multipolarismo crescente e alle manovre non ben coordinate svolte dagli Usa, in specie negli ultimissimi anni, spasmodicamente tesi a riacquisire la netta preminenza mondiale, che sembrava ormai assicurata dopo il crollo dell’Urss e che è invece in alto mare. E la si smetta pure con la solfa delle “ripresine”, che potranno certo esserci; e delle belle cooperazioni mondiali, che faranno invece, tutte, una brutta fine dopo alcuni periodi di semplice ipocrisia. Come avevo concluso già nel 2008, a pochi mesi dall’inizio della crisi, stiamo entrando in una nuova “epoca dell’imperialismo”, cioè nella fase di policentrismo che sfocerà infine, non però prestissimo, in un bel regolamento dei conti. La si smetta con le pie intenzioni e ci si prepari per tempo al nuovo disordine. Solo geopolitico (o qualcosa di simile)? Non lo credo, comunque vedremo.

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