di Costanzo Preve
Fonte:
Arianna Editrice
Tutti
si sono accorti che da qualche mese è in corso una campagna di stampa,
orchestrata al più alto livello del Dipartimento di Stato della strega
Clinton contro la ripresentazione di Putin come presidente della Russia
post-sovietica. Putin non è certo (purtroppo) un successore di Lenin, ma
almeno ha parzialmente arrestato il potere assoluto degli oligarchi
permesso dall'ubriacone Eltsin ed avallato mediaticamente dal beota
Gorbaciov, il pubblicitario delle borse Vuitton e della pizza Hut.
La
fine dell'Urss è stata la maggiore catastrofe geopolitica del
Novecento, perché ha dato il monopolio all'impero messianico americano,
esportatore nel mondo di una forma di capitalismo assoluto, di cui noi
italiani possiamo gustare l'antipasto con la giunta Monti del dicembre
2011. Il modello socialista inaugurato da Stalin, e mai veramente
modificato dopo, si è mostrato bloccato, ed è diventato impotente di
fronte alla riuscita controrivoluzione neoliberale dei ceti medi
sovietici. Questo però riguarda esclusivamente il popolo russo. A casa
sua, ognuno ha diritto governarsi come vuole. Se non sono stati capaci
di riformare radicalmente il loro sistema, ma lo hanno distrutto
gettando via il bambino del socialismo con l'acqua sporca del
dispotismo, affari loro.
La Russia ha saputo dare molto alla civiltà
mondiale. Cito soltanto tre dati a tutti noti: la grande spiritualità
ortodossa, immensamente superiore alle stupidaggini positiviste del
materialismo dialettico; la grande letteratura russa dell'Ottocento,
punto alto della cultura mondiale; ed infine, la rivoluzione russa del
1917, risposta legittima al bagno di sangue ed al macello imperialistico
della prima guerra mondiale.
I russi si governino pure come
vogliono. Ma dal momento che, per fortuna, dispongono ancora di
autonomia strategica e di armi di dissuasione di massa, essi hanno un
compito storico, che è quello di appoggiare quanto possibile chi resiste
all'impero americano.
La rabbia diplomatica e mediatica del circo
occidentale contro Putin ci informa indirettamente che Putin è buono. Se
non fosse buono, infatti, è evidente che non lo attaccherebbero con
tanta ferocia, e soprattutto non moltiplicherebbero le basi militari in
Romania, Ungheria, eccetera, fino a sperare di poter incorporare nella
Nato persino l'Ucraina. È già stata una vergogna, che nessuno zar
avrebbe mai permesso, la secessione di Ucraina e Biolerussia della
Russia, laddove è invece un atto postumo di giustizia storica che i
baltici abbiano potuto secedere, dal momento che li avevano mangiati
contro la loro volontà nel 1945. Tuttavia, è stato una follia non
riuscire a pretendere da loro una "finlandizzazione", lasciandoli
incorporare dagli assassini della Nato.
Nel 2011 la Russia ci ha
deluso. Molti di noi hanno sperato che sarebbe riuscita ad impedire
l'aggressione alla Libia, e poi il bombardamento di Sirte, nuova
Guernica. Ora noi speriamo che non abbandoni la Siria e l’Iran, che sono
nel mirino della strega Clinton e della strategia aggressiva degli Usa,
della Nato ed dell’Europa asservita.
Le ultime elezioni russe, per
fortuna, hanno visto un'affermazione di Putin. Considero positiva
l'affermazione dei comunisti e degli stessi nazionalisti. Tutto, meno i
fantocci neoliberali, i bloggers, i Kasparov, gli eredi della
Politkovskaia. Costoro potrebbero anche essere in buona fede (ma
onestamente non riesco a crederlo), ma di fatto sono soltanto i
portavoce della strategia Usa di dominio imperiale su tutto il pianeta.
Spero che comunisti e nazionalisti lo capiscano, e non facciano mai, in
nessun caso, fronte comune con i liberali.
Abbiamo bisogno di una
Russia geopoliticamente e militarmente forte ed indipendente. Ne abbiamo
bisogno per noi, soprattutto per noi, perché il delirio
dell'allargamento del capitalismo illimitato fuori controllo ha bisogno
di un freno, di un katechon (termine greco e paolino che significa
appunto questo). Putin non può pretendere di ottenere questo risultato
con raduni di motociclisti, incontri di boxe e precettazioni di
adolescenti osannanti. Putin deve venire incontro alle richieste di
maggiore eguaglianza sociale di cui i comunisti sono pur sempre
portatori. I comunisti russi sono stati distrutti dalla putrefazione
antropologica dei loro stessi dirigenti (ricordo ancora Eltsin e
Gorbaciov). L'hanno pagata molto cara, e potremmo dire hegelianamente
che se lo sono meritato. Ma ormai i venti anni di purgatorio mi sembrano
sufficienti. Abbiamo bisogno della Russia e della sua presenza in
Europa, Africa ed Asia. Sono rimasti assenti troppo a lungo. La strega
Clinton non può continuare a minacciare ed a intervenire nel mondo
intero.
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