Fonte: Pauperclass
In
attesa di eventi bellici più vasti nei Balcani profondi, o di un’altra
esplosione di guerra vicina ai confini d’Europa, da un paio di giorni
mi sto ponendo una domanda, piuttosto curiosa.
Quale
sarà il destino degli euroservi filo-atlantisti italiani, nel prossimo
futuro, con la storia che pare rimettersi rapidamente e violentemente
in movimento, promettendo guerra, instabilità e colpi di scena a non
finire anche nel vecchio continente?
Fra
questi, i più numerosi, i più servili e i più determinanti, per
mantenere il paese sotto il giogo del grande capitale finanziario
internazionalizzato, sono proprio i piddini.
Anzitutto,
mi sento di dichiarare il più incrollabile disprezzo per la feccia del
pd, che ha venduto senza alcuno scrupolo la madre e il padre
(socialismo, democristianismo, piciismo) – ma soprattutto la sovranità
dell’Italia – pur di servire un padrone “generoso”, solo con i fedeli
servitori, che la mantiene saldamente al potere. In questo clima di
guerra che si sta rapidamente materializzando, anche dentro l’Europa,
il governo piddino di Renzi, collaborazionista della troika
neocapitalista e degli usa, appoggia servile tutte le iniziative di
aggressione militare e le provocazioni americano-nato-unioniste
europoidi contro la Russia, rischiando di trascinare il paese nella
fornace di un futuro conflitto. Il programma del governo piddino è
dettato dalla bce per la troika, dal punto di vista economico, e in
politica estera dalla nato, dagli usa e dai pericolosissimi neocon.
In
secondo luogo rilevo che non ci sono prospettive, nel breve-medio
termine, di risvegli sociopolitici di massa, tali da produrre terremoti
rivoluzionari improvvisi. Nonostante l’aggravarsi della crisi economica
che porta con sé deflazione, depressione e disperazione, la
popolazione italiana è inerte. E’ pur vero che nel caos geopolitico
avanzante, indotto dalle dinamiche neocapitalistiche che suscitano
crisi strutturale, destabilizzazioni e guerra, credo che nessuno oggi
sia in grado di fare chiarezza, con previsioni sensate sia pur a breve e
brevissimo termine. I colpi di scena, in una simile situazione, sono
sempre possibili.
Il
secolo passato ci ha offerto molti esempi, più o meno importanti, più o
meno abominevoli, più o meno sanguinosi, di collaborazionisti
sottomessisi all’occupatore di un paese, complici nel cedere la
sovranità di uno stato a potenze esterne, colpevoli di vendere la pelle e
il futuro del proprio popolo o addirittura di reprimere e uccidere gli
stessi connazionali. Ci furono collaborazionisti in armi e non
in armi, violenti fino alla truculenza o apparentemente nonviolenti, ma
spesso disposti al servaggio, alla collaborazione con il “padrone”
fino alle estreme conseguenze. Sappiamo la fine che tutti loro hanno
fatto, perché si tratta di acqua passata, o meglio, di episodi storici
conclusi, ormai alle nostre spalle.
Consideriamo,
ad esempio, un caso non troppo noto di collaborazionisti in armi,
quello dei domobranci sloveni (Slovensko Domobrantsvo) di Rupnik ai
tempi della seconda guerra mondiale. Armati dai tedeschi per combattere
ai loro ordini contro l’esercito popolare jugoslavo del Maresciallo
Tito, i domobranci, alla fine della guerra, vista la malaparata per i
padroni tedeschi, cercarono di ripiegare anche loro verso la Germania,
ma catturati dagli inglesi furono consegnati ai “titini”, che li fecero
fuori in massa (famiglie dei combattenti comprese) e buttarono i corpi
nelle famigerate foibe carsiche. Ho conosciuto un figlio di domobranci
che sono riusciti a scamparla nascondendosi in Italia, nato negli anni
quaranta e cresciuto come me in Venezia Giulia. Un certo “Lado” (se
ben ricordo il nome o il nomignolo), uno che non parlava mai del
passato e dei suoi, come se ne avesse vergogna, limitandosi a dire “io
in Jugoslavia non vado”. I domobranci, almeno, combattevano armi alla
mano contro i coriacei partigiani jugoslavi, rischiando la pelle agli
ordini dei tedeschi, mentre gli euroservi rischiano al massimo, di non
essere rieletti, in parlamento, nei consigli comunali o
circoscrizionali (ed anche nelle rappresentanze sindacali aziendali).
Una
sorte simile ai domobranci sloveni la subirono altri combattenti
collaborazionisti al seguito dei tedeschi, cioè i cosacchi e i
caucasici che arrivarono fino in Carnia, forti della promessa di Hitler
che avrebbero potuto occuparla e stabilirvisi, trasformandola in
Kosakenland. Nel 1945, verso la fine della guerra in Europa, iniziarono a
ritirarsi andando verso l’Austria, dove gli inglesi li presero e li
consegnarono ai russi, in forza degli accordi di Yalta. Alcuni si
suicidarono con le famiglie per non cadere in mani russe, molti altri
furono uccisi o deportati in Siberia. Anche i cosacchi, però, per
quanto collaborazionisti erano duri combattenti, non dei vili
imbroglioni senza onore, come gli euroservi italiani di oggi.
Collaborazionisti
non combattenti potrebbero essere definiti, ai giorni nostri, i
palestinesi di Gaza e di Cisgiordania che favoriscono gli occupatori
israeliani, o che fungono da spie per loro conto, come quelli fucilati
da Hamas per le strade di Gaza nel mese di agosto, davanti alla moschea
al-Omari, durante l’ultima guerra con Israele. Infine, uno dei più
celebri, se non il più celebre governo collaborazionista con quello del
Quisling norvegese, è il governo di Vichy del maresciallo Pétain, nato
nel giugno del 1940 in seguito all’armistizio con i tedeschi della
Francia militarmente occupata e sconfitta. Alla fine, Philippe Pétain
fu processato e condannato a morte, ma il generale De Gaulle,
considerati l’età e lo stato di salute, gli concesse il carcere a vita.
Molti collaborazionisti del governo di Vichy furono perseguiti,
qualcuno ucciso, giustiziato dai Maquis francesi.
Parlando
con un collega di lavoro, che condivide con me certe idee, ho
sostenuto che gli armati neonazi di pravi sektor e della guardia
nazionale ucraina massacrano la popolazione russa del Donbass
spostandosi in gruppi con i mortai e sparando sulle case, sulle scuole,
sugli edifici pubblici. I mercenari dello stato islamico massacrano
tagliando la gola e la testa, possibilmente con coltelli spuntati,
mentre i piddini massacrano la popolazione italiana economicamente e
socialmente, applicando il rigore contabile (austerity) voluto dai loro
padroni e tagliando la spesa pubblica con riflessi sociali (spending
review). Il suddetto mi ha risposto, un po’ tristemente, “modalità
operative diverse …”. Ha ragione, questo mio collega. Collaborazionisti
e mercenari del grande capitale finanziario internazionalizzato sono
uniti da un fil rouge che li spinge ad agire contro i popoli, con
modalità operative diverse, che vanno dal semplice taglio dei posti
letto negli ospedali (si morirà di più e prima, in futuro), ai colpi di
mortaio indiscriminati sull’abitato, all’esecuzione di prigionieri di
guerra e di civili sgozzandoli e decapitandoli sul posto.
Tornando
all’oggetto del presente post, mi piacerebbe che i collaborazionisti
piddini facessero la fine dei domobranci, dei cosacchi e dei caucasici
deportati rispettivamente in Jugoslavia e in Unione Sovietica, o almeno
del maresciallo Pétain e dei suoi, ma credo che non sarà così.
Se
è vero che davanti abbiamo un muro di nebbia così spesso da nascondere
anche il futuro più prossimo, e questa realtà geopolitica diventa di
giorno in giorno sempre più illeggibile, quanto a rischi ed esiti,
possiamo fare, però, almeno due ipotesi in proposito.
La
prima ipotesi è che i globalisti occidentali vincano la Quarta guerra
mondiale da loro stessi scatenata dentro e fuori l’occidente (dentro,
contro le classi dominate con armi economiche e finanziarie, fuori con
le armi vere e proprie e i mercenari che le usano), raggiungendo tutti
gli obiettivi. In tal caso, stringendo la presa sulla società italiana,
azzerando completamente la sovranità di questo stato che già oggi pare
un simulacro, non avranno più bisogno di mantenere in piedi un costoso
ed esteso apparato (sub)politico come quello piddino. Se ne
libereranno non appena possibile, imponendo un governo-troika non
eletto, retto da “tecnici” puri (in parte non italiani, nel nome degli
“stati uniti d’Europa”).
La
seconda ipotesi è che i globalisti occidentali siano costretti, da
eventi internazionali oggi non prevedibili, a “battere in ritirata”
dall’Italia e da altri paesi europei, con una ritirata che riguarderà,
almeno, le politiche socioeconomiche, monetarie e finanziarie applicate.
In tal caso, abbandoneranno al loro destino, sul posto, i fedeli
collaborazionisti piddini, che hanno fatto dell’inganno degli “stati
uniti d’Europa”, delle politiche neoliberiste e neoliberali e della
devozione nei confronti del libero mercato i loro principali “cavalli
di battaglia”, nonché altrettanti titoli per accreditarsi nei confronti
del padrone.
In
tutte e due le ipotesi, che sono frutto di esisti storici opposti, i
collaborazionisti del pd non serviranno più alle élite neocapitaliste
occidentali e, in grande maggioranza, faranno la stessa fine della
popolazione italiana, ne condivideranno fino in fondo le sofferenze.
Pochi fra loro, e solo ai livelli più alti della gerarchia
collaborazionista, hanno un attico a New York, come Walter Veltroni,
dove rifugiarsi in caso di bisogno. Pochi hanno i mezzi per poter
vivere da “esuli” lussuosamente all’estero, fra un resort e l’altro, una
villa e l’altra, un compound e l’altro, lontano da un paese crollato.
Nella prima ipotesi, qualche centinaio di migliaia di tesserati e
burocrati di basso livello, dovranno sottostare come tutti gli altri
alle misure draconiane del futuro governo-troika, non ci sarà più
l’illusione dell’”io speriamo che me la cavo”, mettendolo in culo
agl’altri. Nella seconda ipotesi, condividendo con il resto della
popolazione lo sfacelo del paese, baderanno bene a nascondere la
tessera con vergogna e arriveranno a spergiurare: “mai stato piddino!”.
Lo
so, non è molto … meriterebbero una fine peggiore, come i loro compari
di pravi sektor e dello stato islamico, che lavorano per lo stesso
mandante. Tuttavia, quando una delle due ipotesi si avvererà e loro
saranno letteralmente “col culo per terra”, come lo saremo noi, potrete
tranquillamente sputargli in faccia, se li riconoscerete per strada, o
sferrargli qualche calcio. Lo so, non è molto per ciò che di male
stanno facendo al paese … ma che almeno il calcio sia potente, e gli
rompa qualche osso!
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