sabato 13 settembre 2014

Quella politica anti-russa che uccide l’Italia

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 Fonte: L'intellettuale dissidente

È così che funziona in Italia. Gli Usa decidono di premere sempre più il pugno contro la Russia ed immediatamente dopo la politica italiana giustifica la guerra "come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali": una guerra innovativa che incarna le vesti di un duro ricatto finanziario. E pazienza se la Russia rifiuta adesso il Made in Italy, perché nella guerra dei mercati si affievoliscono sempre più le armi ma si fa più prepotente l'istinto bellico di chi, nel proprio paese e nel mondo, inneggia falsamente alla "democrazia".


Due vertici cruciali, quello dell’Alleanza Atlantica e della Ue sulle sanzioni alla Russia, hanno fatto da sfondo all’aggravarsi dei rapporti Russia – Nato sulla questione Ucraina. Tra le priorità del semestre di presidenza italiana del consiglio Ue non può che esserci, secondo il ministro degli Esteri italiano, Federica Mogherini, “l’aggiunta di nuove sanzioni, in campo finanziario, nel commercio di armi, nella tecnologia e sui criteri per aumentare la lista di persone e istituzioni colpite dalle misure restrittive”, naturalmente contro la potenza nemica degli Usa. 
È così che funziona in Italia. Gli Usa decidono di premere sempre più il pugno contro la Russia ed immediatamente dopo la politica italiana giustifica la guerra “come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”: una guerra innovativa che incarna le vesti di un duro ricatto finanziario. E pazienza se la Russia rifiuta adesso il Made in Italy, perché nella guerra dei mercati si affievoliscono sempre più le armi ma si fa più prepotente l’istinto bellico di chi, nel proprio paese e nel mondo, inneggia falsamente alla “democrazia”.  L’imposizione, testimoniata dall’opposizione ancora non ufficializzata di diversi paesi dell’Ue sulle decisioni in merito alle sanzioni contro Mosca proprio in seguito al vertice Nato, è stata resa nota con una lettera congiunta dai presidenti del Consiglio europeo Herman Van Rompuy e della Commissione Josè Manuel Barroso. Un “pacchetto di sanzioni duro e corposo” partirà dai paesi dell’Unione Europea se non avrà successo il cessate il fuoco concordato a Minsk tra i presidenti ucraino Petro Poroshenko e russo Vladimir Putin. E tra questi, a minacciare guerra, è proprio l’Italia che sostiene il TTIP (il trattato di libero scambio Usa- Ue), promuovendo la morte dei produttori locali, come accaduto in Sicilia, e contribuendo adesso a condannare numerosi imprese italiane ad una lenta agonia. La politica anti russa imposta dagli “alleati” e voluta dai nostri politici, significherà infatti per l’Italia un perdita di almeno 200 milioni di euro all’anno per il solo settore alimentare, considerando che solo l’anno scorso le esportazioni Made in Italy in Russia avevano toccato il record di 706 milioni di euro, entrate nelle nostre casse.
Da una lato il sud, danneggiato dall’importazione di prodotti stranieri qualitativamente scadenti rispetto a quelli prodotti nelle proprie terre ed ormai svalorizzati e poco esportati, dall’altro la proteste delle imprese del nord che si oppongono alle misure di blocco in cui verranno coinvolti i loro stessi prodotti. “Sono evidenti i riflessi negativi sull’economia italiana in generale, e lombarda in particolare – scrivono i consiglieri della Lega Nord delle Lombardia che hanno presentato al Consiglio Regionale una mozione a favore delle imprese lombarde danneggiate dall’embargo russo- bisogna individuare, tramite risorse proprie o derivanti da altre fonti nazionali ed europee, ulteriori fondi da destinarsi ad alleggerire l’impatto dell’embargo per i prodotti lombardi coinvolti nel blocco delle importazioni”.
Nemmeno il settore turistico potrebbe reggere l’impatto. “Il turismo dei super ricchi russi per noi è diventato vitale” spiega all’Huffington Post Paolo Corchia, presidente di Federalberghi Forte dei Marmi e Federalberghi Toscana. In allarme dunque è proprio la città Forte dei marmi, preoccupata del fatto che le limitazioni del flusso di viaggiatori russi potrebbe recare alla stessa enormi danni che la politica italiana, tanto presa dall’accontentare altrui pretese, sembra trascurare. Basta contare che nel 2013 i turisti russi che hanno visitato l’Italia sono stati almeno 750 mila: quanti saranno nel 2015? E poi ancora?  Un paese che riforma tutto affinché nulla cambi in nostro favore, un paese in cui è lecito e giusto “cedere sovranità” a chi decide per te anche sulla stessa sopravvivenza. Un paese, l’Italia, che si accontenta di morire per Maastricht per poi andare a fare lezioni di mercato e finanza lì dove è scritta la sua stessa sorte.

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