lunedì 8 settembre 2014

Putin il nemico del modernismo occidentale


di Luciano Lago Fonte: controinformazione



Alla luce degli ultimi avvenimenti internazionali, crisi Ucraina e riunione del vertice NATO tenutosi in funzione anti russa, si comprende come Putin e la Russia siano divenuti per l’Occidente il “nemico” prescelto da demonizzare e da indicare come il nuovo “male assoluto” di questo inizio di secolo. La stessa Hilary Clinton non ha esitato ad indicare in Putin “il nuovo Hitler” ed altri esponenti europei hanno paragonato la situazione dell’Ucraina a quella dei sudeti prima dello scoppio del secondo conflitto mondiale.
Dovremmo spiegarci la ragione di tanta acredine nei confronti di un capo si Stato che incontra il consenso maggioritario dei suoi concittadini e che in definitiva difende legittimamente l’interesse nazionale del suo paese e la sopravvivenza di una popolazione di etnia russa in Ucraina di fronte ad un atteggiamento aggressivo e russofobico dell’Occidente.

Si tratta ormai di una forma di avversione che viene via via alimentata da una propaganda a senso unico che non esita a manipolare i fatti con le menzogne più disparate (il volo della Malaysia Airlines abbattuto dai filo russi, le truppe russe che hanno invaso l’Ucraina, ecc..). Il vero motivo di questa avversione delle elites occidentali per Putin va ricercata più a fondo e precisamente si può intuire da quanto aveva scritto il Patriarca di Mosca Cirilo (sostenitore ed ispiratore di Putin) nel suo libro “Libertà e Responsabilità” pubblicato nel 2009, qualche anno addietro ma ancora molto attuale. Vedi: Libertad y Responsabilidad
In questo libro il Patriarca esaminava quello che potrebbe essere l’apporto del Cristianesimo nella società europea dei nostri giorni. L’autore rimane convinto che senza un vivo amore per la Tradizione e senza una chiara conoscenza di quella, non sarebbe neppure possibile una sincera fede ed un suo apporto sostanziale nella vita pubblica contemporanea (in Europa). Quello che è accaduto con le varie interpretazioni del Cristianesimo che hanno rotto con il principio della Tradizione e che sono più attente all’adattamento del Cristianesimo alla mentalità moderna ed a quello che è stato il messaggio originale della Rivelazione e la sua trasmissione alla Chiesa.
Il Patriarca parla con orgoglio di una Chiesa (quella ortodossa) che ha sofferto come nessuno mai le persecuzioni di un potere politico ispirato dall’immanentismo antropocentrico che, anche sotto altri segni politici, è stato la causa di immani sofferenze per i popoli d’Europa. La Chiesa ortodossa russa, in effetti, grazie alla sua fedeltà eroica alla Tradizione apostolica, alle centinaia di migliaia di martiri (1700 dei quali sono stati canonizzati), si è trasformata in un eccezionale testimone dei Vangeli per l’umanità dei nostri tempi.
Alla luce di tutto questo, di fronte all’ideologia modernista, mondialista, predominante in Occidente, quella che si è appropriata dei “diritti umani” e della sua difesa ma che in realtà mette in pericolo la dignità e la libertà delle persone, il Patriarca leva alta la sua voce. “Si tratta”, scrive il Patriarca, “dello stesso antropocentrismo che era alla base dei totalitarismi del secolo XX. Una ideologia questa, modernista e mondialista, diffusasi dall’Europa occidentale e dagli Stati Uniti, che va contro il sentire comune della maggioranza dei popoli europei e del mondo e che pretende di escludere dalla vita pubblica ogni riferimento a Dio, alla sua santa legge di amore e, di conseguenza al peccato. Precisamente perchè i diritti umani non tornino ad essere schiacciati in modo flagrante e massivo come accaduto in Russia ed in Europa nel secolo passato, è necessario un contributo di tutti coloro che considerano che l’essere umano non si deve solo a se stesso ma che è portatore di un reale riferimento al Divino, che non lo coorta e non lo schiavizza ma che al contrario apre in lui una libertà divina”.
Di fronte ad un Occidente cristiano che si era formato sul primato del sacrificio e della ricerca del bene comune, della fedeltà e della Tradizione, il Patriarca Cirilo contempla il panorama attuale di una Europa neopagana, che ha escluso ogni riferimento al Cristianesimo ed alla Tradizione nella sua costituzione (della UE), un modello peculiare di decivilizzazione che anela ad un successo terreno e materiale, che privilegia gli interessi particolari e la negazione del passato e che cerca di imporre universalmente la sua ideologia relativista e modernista.
Il Patriarca afferma che niente produce nella società russa tante tensioni come i tentativi di imporre una scala di valori non tradizionali, tanto nella vita personale come in quella sociale, per mezzo dei media e della pubblicità che incita al consumismo ed al materialismo.”
“Contro questa scala di valori e contro la corrotta ideologia occidentale” , conclude il Patriarca,” sempre lotterà l’anima russa finchè essa continuerà ad esistere”.

Il Patriarca passa poi ad esaminare storicamente come si sia formata in Europa questa ideologia che ha le sue prime tracce nello sviluppo delle filosofie del Rinascimento e della Riforma per poi essere teorizzate, con l’avvento della Rivoluzione Francese, nell’Illuminismo e successivamente , in epoca moderna, con il sorgere del liberismo che proclama come valori supremi le libertà dell’individuo ed affonda le sue radici nella visione pagana dell’uomo come misura di tutte le cose. L'”uomo libero” che, nella visione relativista, ha diritto a sbarazzarsi di tutto quello che gli procura fastidio o molestia, in un processo di fortificazione e di soddisfazione personale: si esaltano le passioni più turpi e le ambizioni più egoiste, ricercando una identità propria autonoma da qualsiasi morale o legge. In sintesi la visione relativista e materialista a cui viene conformata tutta la società occidentale.
Il Patriarca dichiara la sua avversione a questa visione ideologica anticristiana e si erge a difensore dei valori tradizionali del popolo russo che dovrà difendere se stesso dalla contaminazione di questi pseudo valori che l’Occidente cerca di infiltrare all’interno della società russa.
Questo spiega anche la resistenza della Chiesa ortodossa al finto “Ecumenismo” proclamato dalla Chiesa di Roma di fatto infiltrata pesantemente dalla ideologia modernista fin dal Concilio Vaticano II e dalle successive prese di posizione dei papi che si sono alternati sul Soglio Pontificio.
Quanto proclamato dal Patriarca di Mosca non è soltanto il sermone di un capo religioso ma  corrisponde esattamente ai principi proclamati solennemente dal presidente Vladimir Putin nel suo discorso di Valdai e sottaciuto dai media occidentali. Vedi: Cosa ha detto Putin a Valdai
La radice vera dell’antagonismo dell’Occidente verso Putin e della rabbiosa ostilità dei membri neocon (tutti di origine israelita) che sono gli ispiratori delle strategie di Washington, va spiegata ben al di là di una semplice contesa di tipo geopolitico. Questo antagonismo deve essere ricercato più propriamente nell’opposizione ideologica al modernismo ed alla visione neoliberista veicolata dall’elite finanziaria dominante negli USA e nella UE, che ha trovato in Putin, uno statista di livello il quale ha aderito ed ha fatto propria la Tradizione Cristiana ortodossa, quella della Santa madre Russia e di quanto proclamato dal Patriarca di Mosca.

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