Fonte: La Voce della Russia
Il messaggio politico è questo: Mosca non intende
aggredire nessuno, ma non permetterà neanche di coinvolgerla in intrighi
geopolitici.
Questa dichiarazione del presidente russo,
come del resto tutte le altre degli ultimi tempi, s’inquadra
nell’analisi della situazione in Europa, in rapida evoluzione dopo
l’inizio della crisi attorno all’Ucraina
Putin ha fatto
capire la Russia non sta dimostrando alcuna aggressività, ma è pronta a
dinfendere la sua sicurezza e quella dei suoi amici con tutti i mezzi
che saranno necessari.
Non
minacciamo nessuno e non intendiamo intervenire in intrighi geopolitici
di qualunque tipo e, tanto meno, nei conflitti, per quanto qualcuno
cercasse di coinvolgerci. Al tempo stesso dobbiamo difendere in maniera
sicura la sovranità e l’integrità della Russia e la sicurezza dei nostri
alleati. In modo particolare attiro la vostra attenzione sulla
necessità di usare un approccio integrato per coordinare gli sforzi di
tutti gli organismi statali nell’ambito dell’assolvimento dei compiti
relativi alla sicurezza del paese.
A Sochi
Vladimir Putin ha tenuto una serie di importanti incontri con i militari
della Russia, dedicati ai problemi dello sviluppo delle Forze armate e
della pianificazione militare. Questi incontri si sono tenuti a un paio
di settimane dalla data in cui saranno rese pubbliche le modifiche della
dottrina militare della Russia. La dottrina attuale è stata varata nel
2010, ma la crescente aggressività della NATO, la dislocazione dello
scudo missilistico degli USA in Europa, e l’avventurismo con cui la NATO
e Washington si comportano in Ucraina, hanno cambiato profondamente la
natura delle minacce militari e delle sfide geopolitiche.
Gli
esperti capiscono tutto, rileva Vladimir Shtol, docente all’Accademia
del servizio pubblico presso il presidente della Russia. Dall’inizio
degli anni 2000 si è cercato con insistenza di coinvolgere la Russia
nella guerra in Afghanistan, poi in Libia, nel conflitto tra l’Occidente
e l’Iran e, infine, nel conflitto in Siria. Adesso gli USA stanno
cercando di trasformare la crisi ucraina in un focolaio di tensione
permanente. Secondo Vladimir Shtol, la nuova dottrina darà a Mosca dei
nuovi strumenti per manovrare nella situazione geopolitica, che sta
cambiando rapidamente, e dei punti di riferimento più netti.
Innanzitutto
dovrà significare la fine della dipendenza dalle importazioni, la
sostituzione delle importazioni con prodotti locali, l’uso prevalente
delle proprie realizzazioni tecnico-scientifiche e una maggiore
attenzione per l’attività di ricerca e sviluppo. La dottrina deve
prevedere il perfezionamento dello scudo nucleare del paese e
l’ulteriore sviluppo degli armamenti convenzionali. In via di principio,
non ci sarà nulla di nuovo, solo che sarà nettamente accentuata l’importanza della componente militare della politica estera.
Dopo
il golpe a Kiev e l’inizio della nuova avanzata della NATO in direzione
dei confini della Russia, gli esperti russi hanno cominciato a dire
apertamente che i concetti troppo diplomatici della vecchia dottrina non
erano più adeguati perché non si è avverata la speranza di un autentico
partenariato con gli USA e la NATO. Ora che i rapporti con l’Occidente
sono diventati molto più tesi, è necessario specificare quali sono e da
chi vengono le minacce.
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