H.Seipel: Egregio
signor Presidente, Lei è finora l’unico Presidente russo che sia
intervenuto al Bundestag. Ciò è avvenuto nel 2001. Lei ha detto che era
necessario sradicare le idee della guerra fredda.
V.Putin: Ho
cercato semplicemente di analizzare il precedente periodo di sviluppo
della situazione in Europa e nel mondo dopo che l’Unione Sovietica ha
cessato di esistere.
H.Seipel: Lei dice che i vostri interessi nella sfera della sicurezza non sono stati tenuti in conto in misura sufficiente.
È stato
l’accordo di associazione dell’Ucraina con l’Unione Europea a far
scattare il grilletto dell’attuale crisi. Il documento si chiama
“Accordo di associazione tra l’ Unione Europea e l’Ucraina”. Il punto
centrale dell’accordo è l’apertura dell’accesso dell’Ue all’Ucraina e
non viceversa. Perché Lei si è espresso contro questo accordo?
V.Putin: In
realtà nella sfera economica avviene quasi lo stesso che in quella
della sicurezza. Diciamo una cosa ma ne facciamo un’altra. Parliamo
della necessità di creare uno spazio comune ma in realtà tracciamo nuove
linee divisorie.
Come
possimo ammettere tutto questo? Abbiamo detto sin dall’inizio: “Sentite,
siamo a favore di questo ma proponiamo di farlo gradualmente, tenendo
conto dei problemi reali che possono sorgere tra noi e l’Ucraina”. Cosa
ci hanno risposto? “Questo non è affare vostro, non ficcate il naso”.
H.Seipel: Avete sottovalutato la reazione dell’Occidente e la possibilità delle sanzioni che poi sono state adottate?
V.Putin: Riteniamo questa reazione assolutamente inadeguata a quanto è avvenuto.
Quando
sentiamo rimostranze in merito al fatto che la Russia avrebbe violato il
diritto internazionale in Crimea, ciò suscita in me solo sorpresa. Il
diritto internazionale è in primo luogo lo Statuto dell’Organizzazione
delle Nazioni Unite, è la prassi internazionale e la spiegazione di
questa prassi da parte delle relative istanze internazionali.
Abbiamo un vivido e fresco precedente, quello del Kosovo.
H.Seipel: Intende
la decisione presa dalla Corte internazionale riguardo il Kosovo?
Quella secondo cui il Kosovo aveva il diritto all’autodeterminazione?
V.Putin: Vi
era detto che nella soluzione della questione dell’autodeterminazione
il popolo che abita su un determinato territorio non deve chiedere il
parere in merito alle autorità centrali del proprio Stato in cui si
trova in quel momento. Per la realizzazione delle relative procedure di
autodeterminazione non è richiesta l’autorizzazione da parte delle
autorità centrali, del governo del paese. In Crimea non è stato fatto
nient’altro oltre a quello che era stato fatto nel Kosovo.
Sono
profondamente convinto che la Russia non abbia commesso nessuna
violazione del diritto internazionale. Anche se è vero, non lo nascondo,
che le nostre forze armate hanno bloccate le forze armate ucraine
stanziate in Crimea per non ammettere lo spargimento di sangue, per dare
alla gente la possibilità di esprimere il proprio parere su quale
futuro volessero per sé e per i propri figli.
H.Seipel: Mi
permetta di toccare il seguente aspetto. Adesso l’Ucraina è scisa.
Quattromila persone sono morte, ci sono centinaia di migliaia di
profughi, tra cui anche quelli che si sono diretti in Russia.
Conformemente agli accordi di Minsk doveva instaurarsi una tregua ma
ogni giorno periscono uomini. L’Ucraina è fallita. In questa conflitto,
in sostanza, hanno perso tutti. L’Ucraina, forse, in primo luogo, ma
anche l’Europa e la Russia. Come vede il futuro dell’Ucraina?
V.Putin:L’Ucraina
è un paese complesso. A mio parere, manca la comprensione del fatto che
per avere successo, per essere stabili e prosperi è necessario che
tutte le persone che abitano su questo territorio, indipendentemente
dalla lingua che parlano, sentano che questo territorio è la loro
patria. Non capisco pertanto il mancato desiderio di alcune forze
politiche in Ucraina, che non vogliono nemmeno sentir parlare della
possibilità di federalizzazione.
H.Seipel: Rimarrà
l’Ucraina uno Stato autonomo? La seconda domanda è questa: può la
Russia fare di più? Forse la Russia dispone di possibilità ancor
maggiori in Ucraina?
V.Putin: Abbiamo
sentito più volte dire che la Russia possiede la chiave della soluzione
del problema siriano, che abbiamo particolari possibilità per la
soluzione di qualche altro problema, anche del problema ucraino. Ogni
volta in me nasce il sospetto che si voglia scaricare su di noi la
responsabilità e farci pagare per qualcosa in via supplementare.
L’Ucraina è uno Stato autonomo, indipendente, sovrano. Siamo molto
preoccupati per il fatto che vi possa sorgere il desiderio di effettuare
pulizie etniche, temiamo che l’Ucraina possa slittare verso il
neonazismo. Se ciò succederà, sarà una catastrofe per l’Ucraina e per il
popolo ucraino.
Gli
accordi di Minsk hanno visto la luce solo perché noi, la Russia, abbiamo
lavorato anche con le milizie del Donbass, ossia del sud-est
dell’Ucraina, e le abbiamo convinte della necessità di accettare alcune
intese. È vero, però, che esitono determinati problemi nell’attuazione
di questi accordi.
Ma
neanche le truppe ucraine liberano alcuni centri abitati dai quali
dovevano andarsene. È importante cessare senza indugio lo spargimento di
sangue, i bombardamenti reciproci e creare le condizioni per l’inizio
del dialogo politico. Ma manca appunto il dialogo politico.
H.Seipel: Le
autorità di Kiev hanno scritto una dichiarazione secondo cui la Russia
sostiene i separatisti fornendo loro armi e inviandovi propri militari.
V.Putin: La cosa più importante è non considerare il problema in via unilaterale.
Adesso
nell’est dell’Ucraina sono in corso delle ostilità. Le autorità centrali
ucraine vi hanno inviato l’esercito, si usano persino dei missili
balistici. Qualcuno parla di questo? Nemmeno una parola. Ciò dimostra
che volete che le autorità centrali ucraine vi eliminino tutti i propri
avversari ed opponenti politici? Volete questo? Noi non lo vogliamo. E
non lo permetteremo.
H.Seipel: Dopo
l’adesione della Crimea alla Russia l’Occidente ha escluso la Russia
dal G8. Contemporaneamente gli USA e la Gran Bretagna hanno introdotto
sanzioni antirusse. Secondo Lei, questa crisi è controproduttiva?
V.Putin: Certamente,
chi vi è interessato? Ovviamente, contiamo che la crisi in Ucraina
cesserà. Certo, vogliamo rapporti normali con tutti i nostri partner,
anche negli Stati Uniti e in Europa. Indubbiamente, quello che succede
in seguito alle cosiddette sanzioni è dannoso per l’economia mondiale, e
lo è sia per noi che per l’economia mondiale – prima di tutto
all’interno dei rapporti tra Russia ed Ue.
Se i
nostri partner in Europa e negli USA vogliono aiutare l’Ucraina, come
possono minare la base finanziaria limitando ai nostri istituti
finanziari l’accesso ai mercati internazionali del capitale? Vogliono
far fallire le nostre banche? Ma allora faranno fallire l’Ucraina. Ma
pensano o no a quello che fanno? O la politica gli annebbia la vista?
H.Seipel: È molto difficile correggere gli errori commessi da altri. Lei stesso ha commesso errori?
V.Putin: Di
errori ne vengono sempre commessi. L’importante è reagire
tempestivamente ed efficacemente agli stessi, analizzare e capire questi
errori ed andare avanti. Non verso un vicolo cieco ma verso la
soluzione dei problemi.
Mi
sembra che nell’ultimo decennio abbiamo agito proprio in questo modo nei
rapporti con l’Europa in generale e con la Repubblica Federale di
Germania in particolare. Guardate quale atmosfera si è formata tra
Russia e Germania negli ultimi 10–15 anni. A quanto mi risulta, è una
base molto buona, un ottimo fondamento per lo sviluppo dei rapporti non
solo tra i due Stati ma anche tra Russia ed Europa in complesso e, in
generale, per l’armonizzazione dei rapporti nel mondo. Sarebbe
deplorevole se lo perdessimo.
H.Seipel: Signor Presidente, La ringrazio molto per questa intervista.
Fonte: http: italian.ruvr.ru
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