L’attuale crisi in Ucraina è la manifestazione di un’acutissima lotta all’interno della borghesia dominante, di un attacco di una parte del capitale industriale e finanziario dell’Ucraina, assetato di potere e di una nuova ripartizione della proprietà, contro l’altro gruppo capitalista, consolidatosi precedentemente intorno all’attuale potere. In questa lotta sono coinvolti, in questa o quella misura, gli interessi sia del capitale occidentale, sia di quello russo. Senza dubbio, i paesi leaders dell’imperialismo mondiale, prima di tutto gli Stati Uniti e l’Unione Europea (all’interno di questa, la Germania in primo luogo), ma anche la Russia, cercano di imporre la loro regia alla situazione creatasi in Ucraina in conseguenza della crisi, ciascuno secondo i propri interessi. Si sta verificando una diretta ingerenza dei gruppi dirigenti di questi paesi negli affari interni dell’Ucraina che non ha precedenti nella storia, sia attraverso il finanziamento dei cosiddetti oppositori, sia con il supporto nel provocare e organizzare un vero e proprio colpo di stato, sia con una pressione politica che arriva fino all’aperta indicazione di chi personalmente deve fare parte del governo dell’Ucraina e di chi dovrà esserne il futuro presidente.
Questa politica dei principali paesi imperialisti rappresenta senza dubbio la continuazione delle aggressioni, impunemente attuate dall’imperialismo contro la Jugoslavia, l’Iraq e la Libia, dell’attuale interventismo contro la Siria, l’Iraq e altri paesi arabi e africani, dell’embargo e delle minacce contro Cuba, il Venezuela, la Repubblica Democratica Popolare di Corea, l’Iran, cosi’ come della pratica del golpe “morbido”, applicata in una serie di paesi dell’America Latina. Questa politica è la manifestazione di una delle principali caratteristiche economiche dell’imperialismo: la lotta per la spartizione del mondo tra le potenze imperialiste, propria del capitalismo in tutte le fasi del suo stadio monopolistico. Nelle condizioni attuali, essa assume sempre di più i tratti caratteristici del fascismo, di un’aperta dittatura terroristica degli elementi più reazionari e sciovinisti del capitale finanziario che si sono fusi con il potere statale, in piena corrispondenza con la definizione, datane dal Komintern.
Tuttavia, insieme a questa ingerenza esterna, è necessario vedere con chiarezza che proprio la politica del clan di grande borghesia che ha governato fino ad oggi, del suo pupillo, il presidente Yanukovich, del “Partito delle Regioni”, che hanno proseguito e intensificato la politica di rapina dei loro predecessori Kuchma, Kravchuk e Yuschenko, è la causa del peggioramento delle condizioni della classe operaia e di tutti i lavoratori, della mostrusa diffusione della corruzione,. Proprio quella politica ha permesso agli “oppositori” di rianimare e utilizzare, nella prova di forza contro i propri concorrenti per la conquista del potere, le inclinazioni e gli elementi più oscuri e rezionari, addirittura nazi-fascisti, di buona parte della società.
Oggettivamente, la lotta tra capitalisti per la conquista del potere, come ogni altra crisi, tende ad indebolire la classe dominante e a creare i presupposti di un possibile rafforzamento politico della classe operaia e dei lavoratori. Questo, tuttavia, non è accaduto in Ucraina. La sua classe operaia è giunta alla crisi idealmente disarmata, disorientata e organizzativamente divisa, cadendo così in ostaggio della politica dei suoi sfruttatori.
Riteniamo nostro dovere riconoscere anche la nostra parte di responsabilità per la debolezza del movimento comunista e operaio in Ucraina e dire apertamente che siamo fortemente convinti che una delle cause principali di questa condizione del movimento operaio in Ucraina, così come in Russia e nella maggior parte dei paesi occidentali, sia la fortissima deviazione opportunista di destra in seno al movimento comunista e la politica di fattivo collaborazionismo con le classi dominanti borghesi che da decenni conducono molti partiti, anche consistenti, della sinistra europea e altri partiti, a loro vicini per tattica e strategia. Così come, ai tempi di Gorbachev, l’opportunismo abbandonava il socialismo nelle mani del capitalismo, allo stesso modo, oggi, gli epigoni di Gorbachev abbandonano le posizioni di fronte al fascismo che avanza. Disorganizzano i lavoratori, li imprigionano nei limiti delle illusioni parlamentari e della speranza di elezioni oneste, della formazione di svariati governi di centrosinistra e di impossibili unioni progressiste di stati borghesi.
Queste illusioni che ingannano i lavoratori devono esere definitivamente respinte.
La classe operaia e tutti i lavoratori devono avere una loro politica di classe per lottare contro il capitalismo, di qualsiasi tipo e di qualunque clan esso sia, per il proprio potere, il potere del popolo lavoratore. I fronti operai di classe e i reparti proletari possono e devono diventare i centri della lotta antifascista di tutte le persone e le forze oneste e progressiste del mondo, poiché la lotta contro il fascismo senza lotta contro l’imperialismo e la sua base d’appoggio nel movimento operaio, l’opportunismo, è solo una frase vuota e falsa.
I Comunisti e i lavoratori di tutti i paesi devono per primi schierarsi nei ranghi della resistenza contro il crescente fascismo in Ucraina, in Siria, nei paesi dell’Unione Europea, negli USA, ovunque nel mondo.
Proletari di tutti i paesi, unitevi!
Unione dei Comunisti dell’Ucraina
Partito Comunista Operaio Russo
Partito Comunista dell’Unione Sovietica
Partito Comunista dell’Azerbaidzhan
Partito Comunista dei Lavoratori Bielorusso
Movimento Socialista del Kazakhstan
Movimento Marxista “Resistenza Socialista” di Moldavia
Partito Comunista di Grecia (KKE)
Partito Comunista (Italia) Unione dei Rivoluzionari Comunisti di Francia
Partito Operaio di Ungheria
Partito dei Comunisti Bulgari
Partito Comunista di Bulgaria
Iniziativa Comunista di Germania
Partito Socialista Operaio di Croazia
Nuovo Partito Comunista di Jugoslavia
Fonte: Iskrae
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