giovedì 13 novembre 2014

La Nato accusa Mosca di invasione, mentre si esercita in Estonia

Ucraina. Ue e Moldavia: trattato di associazione
Uno dei libri pre­fe­riti di Jen Psaki, per sua ammis­sione, è «Anna Kare­nina»; forse per­ché Anna aprì la sta­gione delle fughe in Occi­dente. Ma, a parte Tol­stoj, la por­ta­voce del Dipar­ti­mento di Stato Usa, popo­la­ris­sima a est per i suoi astig­ma­ti­smi geo­gra­fici, si asso­cia rara­mente ai punti di vista russi.
Que­sta volta, però, men­tre il coman­dante in capo della Nato in Europa Phi­lip Breed­love, basan­dosi su affer­ma­zioni di Kiev, grida all’invasione russa dell’Ucraina e l’Osce parla di mezzi mili­tari senza inse­gne alla peri­fe­ria orien­tale di Done­tsk, Psaki dichiara che Washing­ton non dispone in merito di infor­ma­zioni tali da poter essere rese pub­bli­che. Detto que­sto però, Psaki non ha dubbi che la Rus­sia violi gli accordi di Minsk sul ces­sate il fuoco, men­tre Washing­ton non è al cor­rente di alcun bom­bar­da­mento dei quar­tieri civili di Done­tsk da parte ucraina.
Il por­ta­voce del Mini­stero degli Esteri russo, Alek­sandr Luka­she­vic, ha defi­nito «uno spau­rac­chio» le dichia­ra­zioni circa un pre­sunto inter­vento russo in Ucraina: «tali accuse da parte occi­den­tale sono vero­si­mil­mente gui­date dai ten­ta­tivi dei mili­tari di quei paesi di giu­sti­fi­care le pro­prie azioni». D’altro canto, il Mini­stro della Difesa russo Ser­gej Shoygù dichiara che «l’atmosfera ai con­fini sud-occidentali della Rus­sia, alla fron­tiera con l’Ucraina, rimane tesa», men­tre il vice rap­pre­sen­tante russo all’Onu, Alek­sandr Pan­kin, ha defi­nito le dichia­ra­zioni Nato sulle truppe russe in Ucraina «con­suete fal­sità pro­pa­gan­di­sti­che».
Reali sono per con­tro le mano­vre Nato in Esto­nia «Tri­dent Junc­ture» che, ini­ziate il 9 novem­bre, pro­se­gui­ranno fino al 17 nel mar Bal­tico. Il capo del Dipar­ti­mento per la coo­pe­ra­zione mili­tare del Mini­stero della Difesa russo, Ser­gei Koshe­lev, ha dichia­rato che «per que­sta eser­ci­ta­zione si parla di inte­ro­pe­ra­bi­lità in caso di attacco a un paese mem­bro da parte di un grande stato ostile; ma l’Estonia, eccetto che con la Fede­ra­zione russa, con­fina solo con “pic­coli paesi amici”. Ciò signi­fica che l’esercitazione è esclu­si­va­mente anti-russa». In effetti, il gene­rale tede­sco Hans-Lothar Dom­röse, coman­dante delle forze alleate della Nato in Europa set­ten­trio­nale e orien­tale, citato da Ria Novo­sti, ha dichia­rato che le eser­ci­ta­zioni sono con­ce­pite come «rispo­sta alle azioni di Mosca». Prima di «Tri­dent Junc­ture», il Segre­ta­rio gene­rale della Nato, Jens Stol­ten­berg, aveva dichia­rato che, per il «raf­for­za­mento della difesa col­let­tiva», l’Alleanza svol­gerà nel 2015 due­cento mano­vre: quasi una ogni due giorni e Die Welt ha scritto che la Nato esa­mina la pos­si­bi­lità di svol­gere nel pros­simo anno eser­ci­ta­zioni, mai viste per dimen­sioni, ai con­fini russi, cui pren­de­ranno parte dai 25 a 40mila sol­dati. Nel Don­bass intanto, men­tre altri mili­ziani libe­rati nello scam­bio con pri­gio­nieri ucraini con­ti­nuano a rac­con­tare di tor­ture, per­cosse, ese­cu­zioni simu­late, cui sareb­bero stati sot­to­po­sti durante la pri­gio­nia, a Lugansk si era par­lato di un voto del Par­la­mento locale sull’unione alla Fede­ra­zione russa; ma la noti­zia è stata subito smen­tita, al con­tra­rio dell’annuncio del Mini­stro della Difesa ucraino Pol­to­rak sulla pre­pa­ra­zione di nuove ope­ra­zioni di com­bat­ti­mento, con il ridi­spie­ga­mento delle forze e l’approntamento delle linee di difesa. E men­tre il Par­la­mento euro­peo rati­fica a mag­gio­ranza l’accordo di asso­cia­zione della Mol­da­via all’Ue, i media bri­tan­nici danno ampio risalto alla morte nel Don­bass della più ricer­cata ter­ro­ri­sta inglese, la «vedova bianca» Saman­tha Lew­th­waite, com­bat­tente del bat­ta­glione neo­na­zi­sta «Ajdar», fred­data da un cec­chino volon­ta­rio russo.
Infine, nel Nagorno-Karabakh, dove dal 1994 si vive in con­di­zioni di «né pace, né guerra» le cose rischiano di pre­ci­pi­tare, dopo l’abbattimento ieri l’altro di un eli­cot­tero armeno da parte azera.

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