domenica 30 novembre 2014

Compagnie militari private e CIA operano segretamente in Ucraina


1393878793550.cached Di Walter Goobar. Traduzione di Ambra Burroni
Fonte: Millennium
Decine di agenti dell’Agenzia Centrale di Intelligence (CIA), dell’Ufficio federale di investigazione (FBI) e dell’agenzia dei mercenari Blackwater -che è stata ribattezzata con diversi nomi-, collaborano con il governo ucraino, giunto al potere a seguito della destituzione del presidente Viktor Yanukovich, al fine di consigliare le forze di sicurezza nella loro offensiva contro le milizie pro-russe del sud-est del paese, secondo quanto riportato dal quotidiano tedesco Bild.
Gli agenti “collaborano con Kiev in nome del Governo degli Stati Uniti per porre fine alla ribellione nel sud-est del paese e per instaurare un apparato di sicurezza che possa funzionare”, spiega Bild. Ciò nonostante, le loro attività si limitano a Kiev e non partecipano direttamente all’offensiva.
Il direttore CIA, John Brennan, ha visitato Kiev verso la metà di aprile e si è incontrato con il primo ministro, Arseni Yatseniuk, e il vicepresidente, Vitali Yarema, per trattare circa le vie sicure di trasmissione di informazioni statunitensi alle autorità ucraine.
Quindi, una portavoce del Dipartimento di Stato, Jen Psaki, ha affermato che non ci sia nulla da speculare per quanto riguarda la visita di Brennan a Kiev e ha assicurato che il direttore della CIA non ha prestato aiuti alle autorità per realizzare “operazioni tattiche” all’interno dell’Ucraina.
Il canale russo RT ricorda tuttavia che a seguito della visita di Brennan a Kiev, Yanukovich mise in relazione la sua presenza in Ucraina con l’inizio della prima fase di un’offensiva delle forze armate del Governo ucraino contro la città di Slaviansk, controllata dalle milizie prorusse. Brennan “ha approvato l’uso di armi e ha provocato un bagno di sangue”, secondo Yanukovich.
Altre fonti indicano che Washington si sarebbe permessa di introdurre mercenari Blackwater sul suolo europeo, più precisamente nel sud-est dell’Ucraina. Ma tutto ciò è qualcosa che la Casa Bianca non vuole chiarire.
La presenza di soldati di ventura del maggior esercito privato del mondo in Ucraina, attenta alle convenzioni internazionali in quanto all’uso di Compagnie Militari Private (PMC), all’interno di uno stato, l’Ucraina, che, qualunque sia il suo futuro immediato, Federazione o Repubblica, già è uno stato associato all’UE, quasi da un mese. Dunque, innanzitutto spetterebbe a Bruxelles la volontà di esigere il rispetto di un diritto tanto fondamentale come quello di non dover sopportare la presenza di mercenari legati alla ex-Blackwater.
Che i civili russofoni o filorussi appoggino e applaudano a russi mascherati e armati è una cosa, terribile senza dubbio; che a Kiev, i civili pro-UE applaudano a miliziani neonazisti armati è un’altra cosa ugualmente terrificante. Lasciare che mettano in ordine le cose fra di loro sarebbe normale,però questo non è ciò che pensano la Casa Bianca e la NATO.
L’eventualità che i servizi di intelligence statunitensi stiano tacitamente permettendo il dispiegamento nella polveriera ucraina, dove l’Europa ha tutto da perdere, di elementi armati e pagati di un’organizzazione così tristemente famosa come la Blackwater, rappresenta una nuova escalation nel conflitto. Questo dovrebbe, innanzitutto, come minimo spronare Bruxelles a esigere definitivi chiarimenti alla luce del Diritto Internazionale. Invocare con fermezza una reazione. Perché se ci sono mercenari in azione, cambia anche la misura del problema.
Le prime informazioni per quanto riguarda la presenza in Ucraina di mercenari di un’organizzazione che non può muovere nemmeno un dito senza autorizzazione tacita previa dei servizi di intervento-azione di Washington – servizi segreti per definizione -, ovviamente sono arrivate dalla capitale rivale, Mosca. Prima di ciò, avevano iniziato a circolare video su internet che effettivamente mostravano unità con equipaggiamento ultramoderno e uniformi militari da campagna in azione nello scenario di Piazza Maidan a Kiev.
Il 25 marzo scorso le informazioni furono riprese solo dai media russi e filorussi. La versione dell’agenzia Itar-TASS, la più precisa, cita una “fonte dei servizi interni ucraini” che, dopo aver partecipato ad una “recente riunione” con la presenza del presidente degli interni (filo-atlantico), Oleksandr Turchynov, quest’ultimo abbia affermato quanto segue: “Unità di mercenari saranno ingaggiate per raggiungere la sicurezza e la protezione dello stato” nelle regioni del sud-est, “data l’incapacità delle forze dell’ordine ucraine di far fronte ai capi e agli attivisti del movimento pro-russo.”
Se si mettono in relazione il tempo trascorso fra il video diffuso su internet e la rivelazione della riunione, si capisce che i mercenari erano già presenti in Ucraina, ancora prima del via formale alla decisione.
Secondo la stessa fonte dei servizi di sicurezza ucraini, citata da Itar-TASS, gli autori della proposta durante la riunione sono stati gli oligarchi Ihor Kolomoyskyi e Serhyi Taruta, recentemente nominati per far parte dell’esecutivo di fatto filo-atlantico come governatori di due regioni del sud-est del paese dove già prima imperavano come uomini di affari.
Itar-TASS ha affermato di sapere che la Compagnia Militare Privata ingaggiata sarebbe stata (o era già?) la Greystone Limited. Negli ampi dettagli riportati sulla stessa, è stato indicato che questa sarebbe la filiale del gruppo “Xe Services”, che è il nome con il quale si presenta buona parte della squadra che ai suoi giorni diresse la Blackwater (che, nel frattempo, già ha adottato un altro nome: “Academi”).
Altri media russi hanno ripreso queste notizie e a inizio aprile RIA-Novosti ha riportato le parole di un testimone oculare di Kiev, il quale affermava di aver visto lo sbarco di centinaia di individui carichi di zaini da voli commerciali o jet privati, e identificabili come mercenari.
L’8 di aprile il ministro russo per gli Affari Esteri ha dato credito per la prima volta a queste informazioni, e in una dichiarazione ha affermato che “circa 150 esperti nordamericani appartenenti all’organizzazione privata Greystone, travestiti da soldati dell’unità ucraina Berkut” erano arrivati nelle regioni russofone del sud-est, insieme ai miliziani neofascisti di Praviy Sektor.
Il 15 aprile, secondo militanti filorussi citati da Itar-TASS, i mercenari della ex Blackwater hanno partecipato alle operazioni militari delle forze ucraine per recuperare l’aerodromo di Kramatorsk. Quell’azione contro i filorussi era, in una città secondaria, fino a quel momento l’unica azione della supposta “offensiva antiterrorismo” annunciata delle autorità di Kiev contro i civili della regine russofona.
L’agenzia ABC News, è stato il primo media occidentale a reagire di fronte alla questione dei mercenari stranieri, l’8 di aprile.
Un portavoce della Casa Bianca si è limitato a rispondere: “A noi la notizia pare fallace”.
Da parte sua, l’ambasciatore statunitense a Kiev, Geoffrey Pyatt, ha qualificato la notizia come “immondizia”.
Curiosamente, la maggior parte dei paese dell’UE, non ha rettificato ne firmato la Convenzione Internazionale dell’ONU contro il Reclutamento, Utilizzo, Finanziamento e Istruzione di Mercenari. Stessa cosa per quanto riguarda Stati Uniti e Russia.
La Convenzione non proibisce i mercenari in sé. Proibisce però che questi possano essere utilizzati in conflitti o in operazioni contro l’ordine costituzionale, o contro l’integrità territoriale. Il testo indica che colui che ingaggia mercenari, o colui che esercita come mercenario, per entrare in un conflitto che non è il suo, mettersi negli affari degli altri, e guadagnare denaro minacciando, o destabilizzando, o violando diritti costituzionali, è semplicemente un delinquente.
In un contesto come quello ucraino, dove il sangue dei civili molto probabilmente scorrerà a fiumi in aggiunta a quello che già stato versato.
Oggi il rischio della guerra civile su modello della ex-Jugoslavia è alto. Nell’intricata situazione attuale sembra che nessuno abbia la forza sufficiente per imporre le sue posizioni: né il governo illegittimo di Kiev può assicurare il controllo dell’Ucraina sudorientale, né i gruppi filorussi hanno la forza sufficiente per procedere verso la secessione completa. L’asse Washington-Londra e i suoi amici facenti parte della NATO sono privi della capacità di ottenere quello che sempre hanno voluto, ossia forzare il ritiro della Russia dal Mar Nero attraverso l’inserimento dell’Ucraina nel programma NATO. E Mosca, nonostante una maggior flessibilità e forza nel territorio, difficilmente può garantire una transizione pacifica verso una migliore integrazione dell’Ucraina orientale con la Russia. In questo contesto così complicato una guerra civile può installarsi facilmente. Da lì alle ostilità fra forze armate formali vi è solo un passo.

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