martedì 25 novembre 2014

GUERRA APERTA IN UCRAINA: L’OFFENSIVA FINALE DELLA NATO


 GUERRA APERTA IN UCRAINA: L’OFFENSIVA FINALE DELLA NATO
Di James Petras
Introduzione di Paul Craig Roberts:
Se il resoconto del prof. Petras sugli sviluppi dello scenario di guerra in Ucraina è accurato, pare che il governo russo abbia sottovalutato la mendacità di Washington e sopravvalutato l’indipendenza e l’istinto di sopravvivenza dell’Europa.
Che l’arroganza abbia reso Washington folle non v’è dubbio. Ma è difficile spiegare la follia dell’Europa.Con l’inverno alle porte, come può questa aspettarsi di contribuire all’attacco contro la Russia e ricevere ancora le forniture di gas naturale? Forse gli europei si stanno illudendo che la Russia starà a guardare.
Se la situazione è così critica come sembra, il governo russo deve prevenire che degeneri accettando la richiesta di annessione delle province orientali e meridionali. In tal modo un attacco a Donetsk diventerebbe un attacco alla stessa Russia e sarebbe suicida per il regime fantoccio di Kiev e per gli europei che lo appoggiassero.
Il governo russo ha fatto tutto il possibile per incoraggiare l’Europa a mantenere con la Russia rapporti pacifici e vantaggiosi. Tuttavia pare che gli europei siano troppo fermamente sotto il contro di Washington per agire nel proprio interesse. Il vassallaggio dell’Europa sta permettendo lo sviluppo di uno scenario che potrebbe portare alla terza guerra mondiale. Il governo russo lo potrebbe prevenire accettando la richiesta dei separatisti di riunificarsi con la Russia.
23 Novembre 2014 Ci sono chiari segnali che una grande guerra stia per scoppiare in Ucraina. Una guerra attivamente promossa dai regimi NATO e supportata dai loro alleati e satelliti in Asia (Giappone) e in Medio Oriente (Saudi Arabia).
La guerra per l’Ucraina si svilupperà essenzialmente con un attacco militare su vasta scala contro il Donbass, bersagliando le repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, con l’intenzione di deporre il governo democraticamente eletto, disarmare le milizie popolari, uccidere i partigiani della resistenza, smantellare le organizzazioni di rappresentanza popolare e cominciare la pulizia etnica di milioni di cittadini russofoni. La prossima presa del Donbass da parte della NATO è la continuazione e l’estensione del violento golpe iniziale a Kiev, che ha rovesciato il governo eletto a febbraio di quest’anno.
La giunta di Kiev, i suoi nuovi burattini “eletti” e i suoi sponsor della NATO sono intenti in una grande purga per consolidare la dittatura del fantoccio Poroshenko. Le recenti elezioni sponsorizzate dalla NATO hanno escluso diversi importanti partiti politici che tradizionalmente supportavano le grandi minoranze etniche, e nel Donbass sono state boicottate. Queste elezioni vergognose hanno preparato il terreno per la successiva mossa NATO di convertire l’Ucraina in una gigantesca base militare multi-funzione mirata alla Russia e in una nuova colonia per Berlino, che rifornisce di granaglie e materie prime, al contempo fungendo da mercato forzato per i beni manifatturieri tedeschi.
Una sempre maggiore smania di guerra sta attraversando l’Occidente; le conseguenze di questa follia sembrano aggravarsi ad ogni ora che passa.
Segni di guerra: la propaganda e la campagna di sanzioni, il summit del G20 e il rafforzamento militare
I tamburi di guerra per un allargamento del conflitto in Ucraina, battuti dalla giunta di Kiev e dalle sue milizie, riecheggiano in tutti i media occidentali, ogni giorno. Le fabbriche della propaganda e i portavoce dei governi pubblicano o annunciano nuovi resoconti inventati sulle crescenti minacce militari della Russia ai suoi vicini e su invasioni dell’Ucraina. Nuove incursioni russe vengono “riportate” dai confini nordici agli stati del Baltico al Caucaso. Il regime svedese raggiunge un nuovo livello di isteria per un misterioso sottomarino “russo” al largo di Stoccolma, che però mai identifica o localizza e di cui non conferma nemmeno il presunto avvistamento.
L’Estonia e la Lettonia affermano che aerei russi hanno violato il loro spazio aereo, ma non lo confermano. La Polonia espelle “spie” russe senza prove né testimoni. Esercitazioni militari congiunte su vasta scala NATO-stati vassalli si stanno svolgendo lungo i confini russi negli stati baltici e in Polonia, Romania e Ucraina. La NATO sta inviando grandi quantitativi di armamenti alla giunta di Kiev, insieme a consiglieri delle “forze speciali” e a esperti anti-sommossa, in preparazione all’attacco in grande stile contro i ribelli del Donbass.
Il regime di Kiev non ha mai rispettato il cessate il fuoco di Minsk. Secondo l’ufficio dei Diritti Umani dell’ONU, da settembre sono state uccise in media 13 persone al giorno, in gran parte civili. In otto settimane l’ONU riporta 957 morti, quasi tutti uccisi dalle forze armate di Kiev.
Il regime di Kiev ha anche tagliato tutti i servizi sociali e pubblici di base alle repubbliche popolari, compresa elettricità, carburante, stipendi degli amministratori, pensioni, forniture mediche, stipendi di insegnanti, sanitari e comunali; le banche e i trasporti sono stati bloccati. La strategia prevede poi di strangolare l’economia, distruggere le infrastrutture, provocare un esodo di massa ancora maggiore di rifugiati indigenti dalle città densamente popolate alla Russia, per poi lanciare un massiccio attacco aereo, missilistico, di artiglieria e di terra contro i centri urbani e le basi ribelli.
La giunta di Kiev ha lanciato una piena mobilitazione nelle regioni occidentali, accompagnata da rabbiose campagne di indottrinamento contro i russi e gli ortodossi orientali, studiate per attrarre i teppisti più violenti e incorporare tali brigate nelle truppe d’assalto. Usando cinicamente tali milizie irregolari la NATO si “scaricherà” di ogni responsabilità per l’inevitabile terrore e le atrocità della loro campagna.
G20 + NATO: supporto al blitz di Kiev
Per isolare e indebolire la resistenza nel Donbass e garantire il successo all’incombente blitz di Kiev, l’UE e gli USA stanno intensificando le loro pressioni economiche, militari e diplomatiche sulla Russia affinché abbandoni la nascente democrazia popolare del sud-est dell’Ucraina. Ogni incremento delle sanzioni economiche contro la Russia è studiato per indebolire la capacità dei combattenti per la resistenza del Donbass di difendere le proprie case, villaggi e città. Ogni spedizione russa di cibo e forniture mediche essenziali alla popolazione assediata provoca nuove esplosioni di isteria, perché contrasta la strategia di Kiev di costringere i partigiani a sottomettersi per fame o fuggire in Russia.
Dopo aver subìto una serie di sconfitte, il regime di Kiev e i suoi strateghi alla NATO hanno deciso di firmare un “protocollo di pace”, il cosiddetto accordo di Minsk, per fermare l’avanzata della resistenza del Donbass nelle regioni meridionali e proteggere i soldati e le milizie di Kiev circondati nell’est. L’accordo di Minsk era studiato per permettere alla giunta di Kiev di rafforzare il suo esercito, riorganizzare i comandi e incorporare le milizie nei suoi ranghi in preparazione per l’offensiva finale. Il rafforzamento militare di Kiev e l’intensificazione delle sanzioni NATO contro la Russia fanno parte della stessa strategia: il successo di un attacco frontale contro la resistenza nel bacino del Donbass dipende da quanto il supporto militare russo verrà ridotto tramite le sanzioni internazionali.
La virulenta ostilità della NATO verso il presidente Putin era ben in mostra al summit del G20 in Australia: le minacce e gli insulti personali da parte dei presidenti e primi ministri collegati alla NATO, specialmente la Merkel, Obama, Cameron, Abbot e Harper, hanno fatto il paio con la strategia della fame adottata contro i ribelli del sud-est.
Entrambe le cose sono il preludio alla soluzione finale della NATO: l’annullamento fisico di ogni vestigio di resistenza nel Donbass, della democrazia popolare e dei legami culturali ed economici con la Russia.
Kiev dipende dai suoi mentori della NATO per imporre un nuovo giro di severe sanzioni contro la Russia, specialmente se la pianificata invasione incontrerà una robusta e ben armata resistenza di massa rinforzata dal supporto russo. La NATO conta sulla rinnovata capacità militare di Kiev per distruggere efficacemente i centri di resistenza. La NATO ha deciso una campagna “tutto o niente”: prendere tutta l’Ucraina o, se non sarà possibile, distruggere il sud-est, obliterare la sua popolazione e capacità produttiva e cominciare in grande stile una guerra economica (e forse militare) contro la Russia.
La cancelliera Merkel è d’accordo con il piano, nonostante le proteste degli industriali tedeschi per l’enorme calo delle esportazioni. Approva anche il presidente francese Hollande, ignorando le proteste dei sindacati per la perdita di migliaia di posti di lavoro nei cantieri navali. ll primo ministro Cameron è entusiasta di una guerra economica contro Mosca e suggerisce ai banchieri della City di trovare nuovi canali per riciclare il denaro sporco degli oligarchi russi.
La risposta russa
I diplomatici russi stanno cercando disperatamente un compromesso che permetta alla popolazione russa in Ucraina sud-orientale di mantenere la propria autonomia in un sistema federale e riguadagnare influenza nell’Ucraina post-golpe. Gli strateghi militari russi hanno fornito aiuto logistico e militare alla resistenza per evitare il ripetersi del massacro di Odessa su vasta scala.
Dopotutto, la Russia non può permettere basi militari NATO lungo i suoi confini meridionali, che bloccherebbero la Crimea e forzerebbero un esodo di massa dei russi dal Donbass. Sotto Putin, il governo russo ha cercato di proporre compromessi che concedessero all’Occidente la supremazia economia in Ucraina, ma senza espansione della NATO e senza annessione da parte di Kiev. Tale politica conciliatoria ha ripetutamente fallito: il governo di compromesso a Kiev è stato rovesciato in febbraio; Kiev ha violato l’accordo di Minsk con l’impunità e l’incoraggiamento di NATO e Germania; il recente G20 ha presentato un coro di agitatori contro Putin; il cruciale incontro privato di 4 ore tra Putin e la Merkel si è dimostrato un fiasco quando la Germania si è unita al coro della NATO.
Alla fine Putin ha risposto aumentando la prontezza dell’aviazione e dell’esercito russo lungo i confini e accelerando il riorientamento economico di Mosca verso l’Asia.
Fatto importantissimo, Putin ha annunciato che la Russia nel Donbass non può stare a guardare e permettere il massacro di un intero popolo.
Il prossimo blitz di Poroshenko contro la gente dell’Ucraina sud-orientale mira forse a provocare una risposta russa di fronte a una crisi umanitaria? La Russia fronteggerà l’offensiva di Kiev diretta dalla NATO, rischiando così la rottura totale con l’Occidente?
Traduzione: Anacronista
Tratto da: Controinformazione

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