Di James Petras
Introduzione di Paul Craig Roberts:
Se il resoconto del prof. Petras sugli
sviluppi dello scenario di guerra in Ucraina è accurato, pare che il
governo russo abbia sottovalutato la mendacità di Washington e
sopravvalutato l’indipendenza e l’istinto di sopravvivenza dell’Europa.
Che l’arroganza abbia reso Washington folle non v’è dubbio. Ma è difficile spiegare la follia dell’Europa.Con
l’inverno alle porte, come può questa aspettarsi di contribuire
all’attacco contro la Russia e ricevere ancora le forniture di gas
naturale? Forse gli europei si stanno illudendo che la Russia starà a
guardare.
Se la situazione è così critica come sembra,
il governo russo deve prevenire che degeneri accettando la richiesta di
annessione delle province orientali e meridionali. In tal modo un
attacco a Donetsk diventerebbe un attacco alla stessa Russia e sarebbe
suicida per il regime fantoccio di Kiev e per gli europei che lo
appoggiassero.
Il governo russo ha fatto tutto il possibile per incoraggiare l’Europa a
mantenere con la Russia rapporti pacifici e vantaggiosi. Tuttavia pare
che gli europei siano troppo fermamente sotto il contro di Washington
per agire nel proprio interesse. Il vassallaggio dell’Europa sta
permettendo lo sviluppo di uno scenario che potrebbe portare alla terza
guerra mondiale. Il governo russo lo potrebbe prevenire accettando la
richiesta dei separatisti di riunificarsi con la Russia.
23 Novembre 2014
Ci sono chiari segnali che una grande guerra stia per scoppiare
in Ucraina. Una guerra attivamente promossa dai regimi NATO e supportata
dai loro alleati e satelliti in Asia (Giappone) e in Medio Oriente
(Saudi Arabia).
La guerra per l’Ucraina si svilupperà
essenzialmente con un attacco militare su vasta scala contro il Donbass,
bersagliando le repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, con
l’intenzione di deporre il governo democraticamente eletto, disarmare le
milizie popolari, uccidere i partigiani della resistenza, smantellare
le organizzazioni di rappresentanza popolare e cominciare la pulizia
etnica di milioni di cittadini russofoni. La prossima presa del Donbass
da parte della NATO è la continuazione e l’estensione del violento golpe
iniziale a Kiev, che ha rovesciato il governo eletto a febbraio di
quest’anno.
La giunta di Kiev, i suoi nuovi burattini
“eletti” e i suoi sponsor della NATO sono intenti in una grande purga
per consolidare la dittatura del fantoccio Poroshenko. Le recenti
elezioni sponsorizzate dalla NATO hanno escluso diversi importanti
partiti politici che tradizionalmente supportavano le grandi minoranze
etniche, e nel Donbass sono state boicottate. Queste elezioni vergognose
hanno preparato il terreno per la successiva mossa NATO di convertire
l’Ucraina in una gigantesca base militare multi-funzione mirata alla
Russia e in una nuova colonia per Berlino, che rifornisce di granaglie e
materie prime, al contempo fungendo da mercato forzato per i beni
manifatturieri tedeschi.
Una sempre maggiore smania di guerra sta
attraversando l’Occidente; le conseguenze di questa follia sembrano
aggravarsi ad ogni ora che passa.
Segni di guerra: la propaganda e la campagna di sanzioni, il summit del G20 e il rafforzamento militare
I tamburi di guerra per un allargamento del
conflitto in Ucraina, battuti dalla giunta di Kiev e dalle sue milizie,
riecheggiano in tutti i media occidentali, ogni giorno. Le fabbriche
della propaganda e i portavoce dei governi pubblicano o annunciano nuovi
resoconti inventati sulle crescenti minacce militari della Russia ai
suoi vicini e su invasioni dell’Ucraina. Nuove incursioni russe vengono
“riportate” dai confini nordici agli stati del Baltico al Caucaso. Il
regime svedese raggiunge un nuovo livello di isteria per un misterioso
sottomarino “russo” al largo di Stoccolma, che però mai identifica o
localizza e di cui non conferma nemmeno il presunto avvistamento.
L’Estonia e la Lettonia affermano che aerei
russi hanno violato il loro spazio aereo, ma non lo confermano. La
Polonia espelle “spie” russe senza prove né testimoni. Esercitazioni
militari congiunte su vasta scala NATO-stati vassalli si stanno
svolgendo lungo i confini russi negli stati baltici e in Polonia,
Romania e Ucraina. La NATO sta inviando grandi quantitativi di armamenti
alla giunta di Kiev, insieme a consiglieri delle “forze speciali” e a
esperti anti-sommossa, in preparazione all’attacco in grande stile
contro i ribelli del Donbass.
Il regime di Kiev non ha mai rispettato il
cessate il fuoco di Minsk. Secondo l’ufficio dei Diritti Umani dell’ONU,
da settembre sono state uccise in media 13 persone al giorno, in gran
parte civili. In otto settimane l’ONU riporta 957 morti, quasi tutti
uccisi dalle forze armate di Kiev.
Il regime di Kiev ha anche tagliato tutti i
servizi sociali e pubblici di base alle repubbliche popolari, compresa
elettricità, carburante, stipendi degli amministratori, pensioni,
forniture mediche, stipendi di insegnanti, sanitari e comunali; le
banche e i trasporti sono stati bloccati. La strategia prevede poi di
strangolare l’economia, distruggere le infrastrutture, provocare un
esodo di massa ancora maggiore di rifugiati indigenti dalle città
densamente popolate alla Russia, per poi lanciare un massiccio attacco
aereo, missilistico, di artiglieria e di terra contro i centri urbani e
le basi ribelli.
La giunta di Kiev ha lanciato una piena
mobilitazione nelle regioni occidentali, accompagnata da rabbiose
campagne di indottrinamento contro i russi e gli ortodossi orientali,
studiate per attrarre i teppisti più violenti e incorporare tali brigate
nelle truppe d’assalto. Usando cinicamente tali milizie irregolari la
NATO si “scaricherà” di ogni responsabilità per l’inevitabile terrore e
le atrocità della loro campagna.
G20 + NATO: supporto al blitz di Kiev
Per isolare e indebolire la resistenza nel
Donbass e garantire il successo all’incombente blitz di Kiev, l’UE e gli
USA stanno intensificando le loro pressioni economiche, militari e
diplomatiche sulla Russia affinché abbandoni la nascente democrazia
popolare del sud-est dell’Ucraina. Ogni incremento delle sanzioni
economiche contro la Russia è studiato per indebolire la capacità dei
combattenti per la resistenza del Donbass di difendere le proprie case,
villaggi e città. Ogni spedizione russa di cibo e forniture mediche
essenziali alla popolazione assediata provoca nuove esplosioni di
isteria, perché contrasta la strategia di Kiev di costringere i
partigiani a sottomettersi per fame o fuggire in Russia.
Dopo aver subìto una serie di sconfitte, il
regime di Kiev e i suoi strateghi alla NATO hanno deciso di firmare un
“protocollo di pace”, il cosiddetto accordo di Minsk, per fermare
l’avanzata della resistenza del Donbass nelle regioni meridionali e
proteggere i soldati e le milizie di Kiev circondati nell’est. L’accordo
di Minsk era studiato per permettere alla giunta di Kiev di rafforzare
il suo esercito, riorganizzare i comandi e incorporare le milizie nei
suoi ranghi in preparazione per l’offensiva finale. Il rafforzamento
militare di Kiev e l’intensificazione delle sanzioni NATO contro la
Russia fanno parte della stessa strategia: il successo di un attacco
frontale contro la resistenza nel bacino del Donbass dipende da quanto
il supporto militare russo verrà ridotto tramite le sanzioni
internazionali.
La virulenta ostilità della NATO verso il
presidente Putin era ben in mostra al summit del G20 in Australia: le
minacce e gli insulti personali da parte dei presidenti e primi ministri
collegati alla NATO, specialmente la Merkel, Obama, Cameron, Abbot e
Harper, hanno fatto il paio con la strategia della fame adottata contro i
ribelli del sud-est.
Entrambe le cose sono il preludio alla
soluzione finale della NATO: l’annullamento fisico di ogni vestigio di
resistenza nel Donbass, della democrazia popolare e dei legami culturali
ed economici con la Russia.
Kiev dipende dai suoi mentori della NATO per
imporre un nuovo giro di severe sanzioni contro la Russia, specialmente
se la pianificata invasione incontrerà una robusta e ben armata
resistenza di massa rinforzata dal supporto russo. La NATO conta sulla
rinnovata capacità militare di Kiev per distruggere efficacemente i
centri di resistenza. La NATO ha deciso una campagna “tutto o niente”:
prendere tutta l’Ucraina o, se non sarà possibile, distruggere il
sud-est, obliterare la sua popolazione e capacità produttiva e
cominciare in grande stile una guerra economica (e forse militare)
contro la Russia.
La cancelliera Merkel è d’accordo con il
piano, nonostante le proteste degli industriali tedeschi per l’enorme
calo delle esportazioni. Approva anche il presidente francese Hollande,
ignorando le proteste dei sindacati per la perdita di migliaia di posti
di lavoro nei cantieri navali. ll primo ministro Cameron è entusiasta di
una guerra economica contro Mosca e suggerisce ai banchieri della City
di trovare nuovi canali per riciclare il denaro sporco degli oligarchi
russi.
La risposta russa
I diplomatici russi stanno cercando
disperatamente un compromesso che permetta alla popolazione russa in
Ucraina sud-orientale di mantenere la propria autonomia in un sistema
federale e riguadagnare influenza nell’Ucraina post-golpe. Gli strateghi
militari russi hanno fornito aiuto logistico e militare alla resistenza
per evitare il ripetersi del massacro di Odessa su vasta scala.
Dopotutto, la Russia non può permettere basi
militari NATO lungo i suoi confini meridionali, che bloccherebbero la
Crimea e forzerebbero un esodo di massa dei russi dal Donbass. Sotto
Putin, il governo russo ha cercato di proporre compromessi che
concedessero all’Occidente la supremazia economia in Ucraina, ma senza
espansione della NATO e senza annessione da parte di Kiev. Tale politica
conciliatoria ha ripetutamente fallito: il governo di compromesso a
Kiev è stato rovesciato in febbraio; Kiev ha violato l’accordo di Minsk
con l’impunità e l’incoraggiamento di NATO e Germania; il recente G20 ha
presentato un coro di agitatori contro Putin; il cruciale incontro
privato di 4 ore tra Putin e la Merkel si è dimostrato un fiasco quando
la Germania si è unita al coro della NATO.
Alla fine Putin ha risposto aumentando la
prontezza dell’aviazione e dell’esercito russo lungo i confini e
accelerando il riorientamento economico di Mosca verso l’Asia.
Fatto importantissimo, Putin ha annunciato che la Russia nel Donbass non può stare a guardare e permettere il massacro di un intero popolo.
Il prossimo blitz di Poroshenko contro la gente dell’Ucraina sud-orientale mira forse a provocare una risposta russa di fronte a una crisi umanitaria? La Russia fronteggerà l’offensiva di Kiev diretta dalla NATO, rischiando così la rottura totale con l’Occidente?
Fatto importantissimo, Putin ha annunciato che la Russia nel Donbass non può stare a guardare e permettere il massacro di un intero popolo.
Il prossimo blitz di Poroshenko contro la gente dell’Ucraina sud-orientale mira forse a provocare una risposta russa di fronte a una crisi umanitaria? La Russia fronteggerà l’offensiva di Kiev diretta dalla NATO, rischiando così la rottura totale con l’Occidente?
Fonte: Paul Craig Roberts
Traduzione: Anacronista
Tratto da: Controinformazione
Nessun commento:
Posta un commento