martedì 4 novembre 2014

La Russia propone all’India di sfruttare assieme il petrolio di Artico e Siberia

Danielle Millioud, Reseau International 3 novembre 2014
Fonte: Aurora sito
yamal-lngJurij Sentjurin, Viceministro dell’Energia della Federazione Russa partecipando alla riunione di lavoro russo-indiana su energia ed efficienza energetica, ha detto che le aziende indiane prenderanno parte a sfruttamento e produzione di idrocarburi nella regione artica e in Siberia orientale. “Abbiamo proposto per la prima volta a società indiane di partecipare a progetti di esplorazione, sfruttamento e produzione di idrocarburi in Russia, nell’Artico e nella Siberia orientale, così come nella raffinazione e trasporto“, ha informato il vice-ministro. Secondo lui, è stato anche proposto all’India di partecipare a progetti sul gas russo, tra cui “Sakhalin-1″, in cui s’intende procedere al completamento della fase 2 della centrale per il gas naturale liquefatto (GNL). “Date le risorse esistenti, è possibile implementare la fase 2 della centrale di liquefazione che permetterà di aumentare la nostra esportazione. Offriamo varie opzioni all’India per partecipare al progetto“, ha detto. Sentjurin ha anche detto dei colloqui tra Novatek e aziende indiane per la partecipazione allo sviluppo dei progetti di GNL sulla penisola di Jamal. “La nostra delegazione comprende rappresentanti di Novatek che hanno confermato l’interesse all’adesione di partner strategici indiani e abbiamo registrato a verbale la proposta russa sulla partecipazione dell’India allo sviluppo dei progetti di produzione GNL di Novatek sulla penisola Gajdan e sulla piattaforma continentale del Golfo di Ob“, ha detto. Ricordiamo che il progetto “Sakhalin-1″ comprende l’estrazione a Chajvo, Odoptu e Arkutun Dagi le cui riserve sono stimate a circa 307 milioni di tonnellate di petrolio, 2,3 miliardi di barili e 485 miliardi mc di gas. Il progetto “Jamal GNL” prevede la realizzazione di un impianto con una capacità produttiva di 16,5 milioni di tonnellate di gas naturale liquefatto all’anno dal giacimento di Sud Tambej. Il costo totale del progetto sarà pari a 26,9 miliardi di dollari. La fase 1 della centrale dovrebbe essere avviata nel 2017. In totale, l’impianto avrà tre linee di liquefazione. Questo progetto sarà realizzato in collaborazione con la cinese China National Petroleum Corporation (CNPC) e la francese Total. VZ
780px-Novatek_Logo_latin.svgAlcuni dettagli: attualmente la Russia cerca di aumentare la produzione di gas naturale liquefatto, che rappresenta solo il 5% del mercato mondiale e il Presidente Putin vuole portare l’esportazione a circa 30 milioni di tonnellate nel 2020, circa il 10% del mercato. Un terminale, a Sakhalin, in partnership con Shell, rifornisce Giappone e Corea del Sud dal 2009. La Russia svolge un grande lavoro in questo settore: Exxon Neftegaz, principale operatore, ha una partecipazione del 30% nel progetto Sakhalin-1. Gli altri partner sono Rosneft (20%), la giapponese Sodeco (30%) e l’indiana ONGC (Oil and Natural Gas Corporation). Dal 2006, il progetto Sakhalin-2 è dominato da Gazprom con il 50% più 1 delle azioni, seguita dalla anglo-olandese Shell che ha apportato tecnologia e possiede il 27,5% meno un’azione. Infine, le due giapponesi Mitsui & Co. e Mitsubishi Corporation condividono i restanti 12,5% e 10% rispettivamente. Per contro, è possibile che Gazprom decida di abbandonare il suo progetto Vladivostok GNL a favore di un gasdotto con la Cina, giudicato più competitivo. Inoltre, gli investimenti nel progetto Jamal GNL da soli raggiungerebbero i 31 miliardi di dollari. Qui, Novatek, il secondo produttore di gas russo, ha ancora il 60% delle azioni dopo la vendita del 20% alla CNPC cinese all’inizio dell’anno. A tal fine, la CNPC ha pagato 468 milioni di dollari la Novatek a gennaio 2014 ed ha anche fatto due versamenti di capitale (410 milioni a gennaio e 143 milioni di dollari a febbraio). Inoltre, i cinesi hanno rimborsato Novatek di 95 milioni dollari per i costi sostenuti. Le due parti hanno firmato un contratto a lungo termine con cui Novatek s’impegna a consegnare alla Cina almeno 3 milioni di tonnellate di gas liquefatto all’anno. Sul restante 20%, appartenenti al gruppo francese Total, il nuovo CEO Patrick Pouyanne, nominato in sostituzione di Christophe de Margerie, ha detto che Total è in trattative con i partner russi e cinesi ed enti creditizi europei. Ha assicurato che tutti i fondi del progetto saranno pagati entro marzo 2015. Pertanto, Novatek forse non avrà bisogno di prendere in prestito 2,5 milioni di dollari dallo Stato russo. In tal modo, le sanzioni statunitensi non dovrebbero pregiudicare il progetto Jamal GNL. Si aggiunga che Total ha il 20% di Novatek. Novatek finalmente sembra aver abbandonato l’idea di vendere un ulteriore 9% di capitale, pur mantenendo la maggioranza. Perché non a società indiane?
Putin spesso cerca di coinvolgere l’India nella costruzione di alleanze con la Cina, preferendo le più equilibrate associazioni tripartite, in modo da non essere soli di fronte al gigante cinese. E’ forse con lo stesso spirito che il ministero dell’Energia offre alle aziende indiane di partecipare ai progetti russi su petrolio e gas. Come nel caso di Sakhalin-1. Vi sono anche piani per creare, entro la fine di novembre, un altro gruppo di lavoro per esplorare la possibilità del trasporto di petrolio dalla Russia all’India attraverso l’Asia centrale. Questo gruppo dovrebbe riunirsi per la prima volta nel 2015. L’idea era stata sollevata nel 2013, quando l’indiana l’ONGC (Oil and Natural Gas Corporation) aveva proposto di costruire un oleodotto dalla Russia all’India attraverso Afghanistan e Pakistan. Inoltre si valuta la possibilità di estendere al confine indiano il gasdotto russo per la Cina.
SakhlainTraduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

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