Fonte: Aurora sito
Dopo che l’Unione europea ha imposto
sanzioni economiche alla Russia nella speranza di piegarla e ridurne la
forza militare, la Russia ha dimostrato che i Paesi europei non hanno
raggiunto i loro obiettivi. La Russia, che non ha perso lucidità con le
sanzioni, gioca al gatto con il topo.
Una
nuova isteria si è diffusa tra i media europei con l’esatto
copia/incolla dai media statunitensi su qualcosa del genere: le forze
aeree della NATO sono state mobilitate; la NATO era in allerta. Le star
dell’informazione si chiedevano cosa fare per risolvere il problema. Ma
qual era il problema? Avendo tutti nozioni di geografia, vi consiglio di
osservare bene la mappa d’Europa.
Cos’è realmente accaduto? Quattro caccia-bombardieri Su-34 e Su-24, scortati da un Su-27 e da un MiG-31, sono decollati dall’enclave di Kaliningrad e, volando sulle acque internazionali del Mar Baltico, nel pomeriggio del 28 ottobre 2014, sono stati intercettati nel Golfo di Finlandia da aerei tedeschi Eurofighter schierati in Estonia. Il gruppo aereo russo cambiava rotta di 180 gradi rientrando sul Mar Baltico, dove fu seguito da caccia F-18 finlandesi, Gripen svedesi ed F-16 danesi. E questo sebbene i russi avessero inviato i piani di volo alle autorità del traffico aereo dei Paesi confinanti, e con il codice d’identificazione del giorno, secondo le norme ICAO. Poche ore dopo, il 29 ottobre 2014, alle 03:00 UTC, i radar norvegesi rilevarono un altro gruppo di quattro bombardieri Tu-95 russi, accompagnato da quattro aerocisterne Il-78, che volava nello spazio aereo internazionale sul Mare di Norvegia. Dopo essere stati identificati, sei velivoli rientravano verso il Mare Barents. Gli altri due Tu-95 continuavano a costeggiare la Norvegia, volando sul Mare del Nord verso la Scozia. I bombardieri russi furono intercettati sulle acque internazionali e costretti a cambiare rotta accompagnati da jet inglesi Eurofighter Typhoon sull’Oceano Atlantico. Altri due velivoli Eurofighter decollavano, nello stesso tempo, dal sud dell’Inghilterra per intercettare un aereo-cargo lituano diretto a Londra e senza collegamenti radio con il traffico aereo. Dopo aver circumnavigando l’Irlanda, i due bombardieri Tu-95 cambiavano rotta di nuovo, per raggiungere le coste del Portogallo, dove furono intercettati da F-16 portoghesi. Poi i due Tu-95 si allontanavano dallo spazio aereo europeo seguendo una rotta sull’Atlantico per le coste della Groenlandia dove, intorno alle 16:00 UTC, cambiavano rotta per rientrare alla base in Russia. Anche nel pomeriggio del 29 ottobre 2014, due bombardieri Tu-95 scortati da due caccia Su-27M evoluivano nello spazio aereo del Mar Nero, venendo intercettati da aerei turchi sulle acque internazionali al largo dell’Anatolia. La NATO non ha mai detto che gli aerei russi avevano sorvolato lo spazio aereo di uno Stato estero. Allora qual era il problema? Se si sa che nel marzo 2014 aerei AWACS, scortati da caccia della NATO, fecero esattamente la stessa cosa compiuta dagli aerei russi il 28 e 29 ottobre 2014, pattugliando ogni giorno il confine occidentale della Russia e del Mar Nero dallo spazio aereo dei Paesi della NATO confinanti con la Russia. I russi mobilitarono per questo motivo i loro aerei da combattimento quando gli AWACS si avvicinarono pericolosamente allo spazio aereo russo? La Russia non lanciò una campagna mediatica e non emise alcun comunicato stampa al riguardo. Temo che tale isteria non sia che guerra psicologica della NATO, tramite i media, contro i cittadini degli Stati membri della NATO. Tanto più che gli stessi media avevano avuto cura d’istillare nel subconscio delle persone le possibili conseguenze.
In un precedente articolo, informavo i lettori che nel 2014 l’esercito russo ha completato la nuova struttura da ricognizione C4I basata sul complesso da ricognizione-attacco volto a consentire una rapida ed accurata proiezione di potenza a centinaia o a migliaia di chilometri di distanza. Abbiamo anche visto che il terzo livello nella raccolta e analisi dei dati è la ricognizione strategica tramite gli aerei da ricognizione a lungo raggio con a bordo equipaggi specializzati nelle missioni ELINT. Tra essi vi sono i velivoli Tu-95/Tu-142 e MiG-25RB/MiG-31B che partecipavano a questa esercitazione. Quest’anno si sono anche visti due nuovi aerei Su-34 con a bordo un pod M400 per sensori a infrarossi Raduga, telecamere panoramiche AP-403 e 404, fotocamera AP AK-108FM, e un contenitore M402 Pika tipo SLAR (radar aeroportato di ricerca laterale) in grado di visualizzare su una mappa digitale il terreno sorvolato fino a una distanza di 300 km. Questa mappa viene continuamente confrontata con quelle memorizzata nel processore per rilevare eventuali modifiche o nuovi schieramenti del nemico.
I russi non hanno fatto altro che testare la scarsa capacità di risposta dell’aviazione dei Paesi della NATO nel nord-ovest e sud-est d’Europa, dopo la loro subordinazione agli Stati Uniti. Ricordiamo che il Regno Unito ha schierato uno squadrone di 12 Tornado GR4 e dei droni MQ-9 Reaper nella base aerea di Akrotiri, Cipro, per partecipare con gli Stati Uniti ai bombardamenti di obiettivi dello Stato islamico in Siria e Iraq. Belgio e Paesi Bassi hanno inviato sei F-16 (più 2 di risserva) negli Emirati Arabi Uniti, per lo stesso motivo. La Danimarca ha inviato nel Golfo 7 dei 30 F-16 della sua aeronautica militare. La Norvegia aveva inviato sei F-16 nel 2011 in Libia, e si prepara ad inviare sei aerei in Iraq e Siria. Gli Stati Uniti si oppongono alla partecipazione della Russia alla coalizione anti-SI. A peggiorare le cose, la Germania ha schierato 4-6 Eurofighter in Estonia (su circa 42). In Lituania, oltre a sei CF-18 canadesi, il Portogallo ha schierato sei F-16 (di 30 di cui dispone). I Paesi Bassi hanno inviato sei aerei da combattimento F-16 in Polonia, lasciando i propri Paesi senza difesa in caso d’invasione aeroterrestre.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
Cos’è realmente accaduto? Quattro caccia-bombardieri Su-34 e Su-24, scortati da un Su-27 e da un MiG-31, sono decollati dall’enclave di Kaliningrad e, volando sulle acque internazionali del Mar Baltico, nel pomeriggio del 28 ottobre 2014, sono stati intercettati nel Golfo di Finlandia da aerei tedeschi Eurofighter schierati in Estonia. Il gruppo aereo russo cambiava rotta di 180 gradi rientrando sul Mar Baltico, dove fu seguito da caccia F-18 finlandesi, Gripen svedesi ed F-16 danesi. E questo sebbene i russi avessero inviato i piani di volo alle autorità del traffico aereo dei Paesi confinanti, e con il codice d’identificazione del giorno, secondo le norme ICAO. Poche ore dopo, il 29 ottobre 2014, alle 03:00 UTC, i radar norvegesi rilevarono un altro gruppo di quattro bombardieri Tu-95 russi, accompagnato da quattro aerocisterne Il-78, che volava nello spazio aereo internazionale sul Mare di Norvegia. Dopo essere stati identificati, sei velivoli rientravano verso il Mare Barents. Gli altri due Tu-95 continuavano a costeggiare la Norvegia, volando sul Mare del Nord verso la Scozia. I bombardieri russi furono intercettati sulle acque internazionali e costretti a cambiare rotta accompagnati da jet inglesi Eurofighter Typhoon sull’Oceano Atlantico. Altri due velivoli Eurofighter decollavano, nello stesso tempo, dal sud dell’Inghilterra per intercettare un aereo-cargo lituano diretto a Londra e senza collegamenti radio con il traffico aereo. Dopo aver circumnavigando l’Irlanda, i due bombardieri Tu-95 cambiavano rotta di nuovo, per raggiungere le coste del Portogallo, dove furono intercettati da F-16 portoghesi. Poi i due Tu-95 si allontanavano dallo spazio aereo europeo seguendo una rotta sull’Atlantico per le coste della Groenlandia dove, intorno alle 16:00 UTC, cambiavano rotta per rientrare alla base in Russia. Anche nel pomeriggio del 29 ottobre 2014, due bombardieri Tu-95 scortati da due caccia Su-27M evoluivano nello spazio aereo del Mar Nero, venendo intercettati da aerei turchi sulle acque internazionali al largo dell’Anatolia. La NATO non ha mai detto che gli aerei russi avevano sorvolato lo spazio aereo di uno Stato estero. Allora qual era il problema? Se si sa che nel marzo 2014 aerei AWACS, scortati da caccia della NATO, fecero esattamente la stessa cosa compiuta dagli aerei russi il 28 e 29 ottobre 2014, pattugliando ogni giorno il confine occidentale della Russia e del Mar Nero dallo spazio aereo dei Paesi della NATO confinanti con la Russia. I russi mobilitarono per questo motivo i loro aerei da combattimento quando gli AWACS si avvicinarono pericolosamente allo spazio aereo russo? La Russia non lanciò una campagna mediatica e non emise alcun comunicato stampa al riguardo. Temo che tale isteria non sia che guerra psicologica della NATO, tramite i media, contro i cittadini degli Stati membri della NATO. Tanto più che gli stessi media avevano avuto cura d’istillare nel subconscio delle persone le possibili conseguenze.
In un precedente articolo, informavo i lettori che nel 2014 l’esercito russo ha completato la nuova struttura da ricognizione C4I basata sul complesso da ricognizione-attacco volto a consentire una rapida ed accurata proiezione di potenza a centinaia o a migliaia di chilometri di distanza. Abbiamo anche visto che il terzo livello nella raccolta e analisi dei dati è la ricognizione strategica tramite gli aerei da ricognizione a lungo raggio con a bordo equipaggi specializzati nelle missioni ELINT. Tra essi vi sono i velivoli Tu-95/Tu-142 e MiG-25RB/MiG-31B che partecipavano a questa esercitazione. Quest’anno si sono anche visti due nuovi aerei Su-34 con a bordo un pod M400 per sensori a infrarossi Raduga, telecamere panoramiche AP-403 e 404, fotocamera AP AK-108FM, e un contenitore M402 Pika tipo SLAR (radar aeroportato di ricerca laterale) in grado di visualizzare su una mappa digitale il terreno sorvolato fino a una distanza di 300 km. Questa mappa viene continuamente confrontata con quelle memorizzata nel processore per rilevare eventuali modifiche o nuovi schieramenti del nemico.
I russi non hanno fatto altro che testare la scarsa capacità di risposta dell’aviazione dei Paesi della NATO nel nord-ovest e sud-est d’Europa, dopo la loro subordinazione agli Stati Uniti. Ricordiamo che il Regno Unito ha schierato uno squadrone di 12 Tornado GR4 e dei droni MQ-9 Reaper nella base aerea di Akrotiri, Cipro, per partecipare con gli Stati Uniti ai bombardamenti di obiettivi dello Stato islamico in Siria e Iraq. Belgio e Paesi Bassi hanno inviato sei F-16 (più 2 di risserva) negli Emirati Arabi Uniti, per lo stesso motivo. La Danimarca ha inviato nel Golfo 7 dei 30 F-16 della sua aeronautica militare. La Norvegia aveva inviato sei F-16 nel 2011 in Libia, e si prepara ad inviare sei aerei in Iraq e Siria. Gli Stati Uniti si oppongono alla partecipazione della Russia alla coalizione anti-SI. A peggiorare le cose, la Germania ha schierato 4-6 Eurofighter in Estonia (su circa 42). In Lituania, oltre a sei CF-18 canadesi, il Portogallo ha schierato sei F-16 (di 30 di cui dispone). I Paesi Bassi hanno inviato sei aerei da combattimento F-16 in Polonia, lasciando i propri Paesi senza difesa in caso d’invasione aeroterrestre.
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