martedì 2 dicembre 2014

Controstoria del Muro di Berlino – Prima parte

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Breve genesi di una barriera antimperialista
In un mondo di finzioni e mistificazioni, ciò che è autentico e vero sfugge alle cognizioni dei più o viene sottaciuto per non turbare gli equilibri dittatoriali, finanche dispotici, dei detentori del potere politico, economico e culturale. La sinistra revisionista da sempre si unisce al coro di prefiche piangenti sulle macerie del Muro di Berlino. Questo Muro è stato elevato a simbolo di ogni orrore, di ogni nefandezza, senza spiegare come e perché nacque, quali furono le cause che portarono alla sua edificazione. Nessuno mai ricorda che, nel mondo, di Muri (uso volontariamente la lettera maiuscola, per dileggiare un’austera, assurda sacralità, che non pertiene alla storia degli uomini se non per altri aspetti) ve ne sono ancora in piedi moltissimi, e tutti tirati su dall’imperialismo; tra Usa e Messico, tra Israele e Territori arabi, tra Marocco propriamente detto e territori abitati dalla minoranza sahrawi, tra greci e turchi a Cipro. Altro che unicità del Muro di Berlino! Questa è, semmai, solo e soltanto l’idolo di cartapesta con il quale il sistema dominante cela le sue malefatte.
Matorniamo al Muro di Berlino. Come nacque ? Nel 1945, con la liberazione della Germania dall’hitlerismo, la Nazione tedesca si vide trasformare in un territorio di occupazione anglo-americano-francese da un lato, sovietico dall’altro. Mentre l’Urss spinse però sempre per la costituzione di una Germania unita e sovrana in breve tempo, gli Stati occidentali, pur travagliati da contese e contraddizioni interimperialistiche e intercapitalistiche, cercarono di sabotare ogni sforzo in tal senso, mirando a fare della Germania la piazzaforte atlantica in Europa, il trampolino di lancio per una nuova guerra progettata contro l’Urss e i Paesi a democrazia popolare. Gli archivi dell’FBI, oggi desecretati, rivelano che il leader britannico Churchill aveva pianificato l’“Operazione Unthinkable“, ovvero un attacco occidentale contro l’Urss e l’Est europeo, subito dopo la fine del secondo conflitto mondiale, alfine di piegare Mosca e di portare tutti i Paesi del futuro Patto di Varsavia sotto l’ombrello dell’imperialismo occidentale. Filippo Gaja, nella sua documentatissima opera “ Il Secolo Corto“ (Maquis editore, 1996 ), mette bene in luce altri analoghi piani orditi negli Usa e nelle segrete stanze dell’Occidente capitalista. Non è un caso che, a partire dai primi mesi del 1945, vennero reclutati in massa ex nazisti nei servizi segreti e nei circoli militari occidentali. Immaginiamo cosa sarebbe successo se l’Urss non avesse, a tappe forzate, messo a punto la sua bomba atomica! Le provocazioni degli Stati occidentali , delle loro armate e dei loro servizi nella Germania occupata non conoscevano tregua: nel 1948, gli Stati occidentali ruppero di fatto, in modo evidente, il codominio antinazista in Germania, creando una moneta per le sole zone occidentali, il Marco tedesco (DM) e lavorando per la costituzione di uno Stato tedesco occidentale, in palese violazione di ogni accordo sino a quel momento sottoscritto. I sovietici, che volevano una Germania unita e neutrale, fondata sul principio del’autodeterminazione, si videro costretti ad abbandonare il Consiglio alleato e a prendere contatti con i Partiti operai operanti nel territorio da loro occupato, con l’intenzione di fondare quella che poi sarebbe diventata la DDR. A questo seguirono provocazioni, scontri e quello che è passato alla storia come il Blocco di Berlino (durato 11 mesi), del quale si incolpano i sovietici ma che fu il frutto dei complotti occidentali e dei sabotaggi alla pace commessi dall’imperialismo. Questi luridi intrighi proseguirono e, il 29 maggio 1949, in spregio ad ogni patto e ad ogni volontà di pace e di rispetto della sovranità tedesca, venne dichiarata proclamata unilateralmente la RFT (Repubblica Federale Tedesca), protettorato americano e occidentale in funzione palesemente antisovietica e antiprogressista, sotto le armi statunitensi, inglesi e francesi. Per reazione (e lo sottolineiamo, per reazione) il 7 ottobre 1949 venne proclamata la RDT (Repubblica Democratica Tedesca) nel settore cosiddetto “sovietico“.
Questo stato di cose non significò la fine delle trame guerrafondaie imperialiste. Lasciamo parlare gli archivi e varie fonti occidentali, molto più eloquenti e obiettivi dei pennivendoli anticomunisti in servizio permanente effettivo: fino al 1961, la Germania Democratica dovette subire inenarrabili sabotaggi, azioni terroristiche, diversioni. La CIA, Radio Free Europe, organizzazioni di ex nazisti protetti nella RFT, si fecero paladini ed esecutori delle seguenti azioni sul territorio della RDT:
– danneggiamento, tramite esplosivi, incendi dolosi etc. di centrali energetiche, cantieri navali, dighe, canali, edifici pubblici, distributori di benzina, negozi, stazioni radio, trasporti pubblici;
– deragliamento di treni merci, con gravi ferimenti di lavoratori; incendio di 12 automobili trasportate su uno di questi treni e distruzione dei meccanismi di pressione dell’aria etc.;
– distruzione di strade e ponti ferroviari, piazzamento di esplosivi sulla linea Berlino – Mosca (per fortuna scoperti in tempo, sarebbe stato un massacro);
– utilizzo di acidi speciali per danneggiare macchinari industriali, furto sistematico di progetti e acquisizioni sul punto di essere brevettate, possibili grazie a spie e quinte colonne, incitamento a scioperi senza senso e scopo;
– uccisione di 7000 mucche di una cooperativa agricola con l’avvelenamento del filo di recinzione utilizzato per imballare il mangime degli animali;
– attacchi e devastazioni di sedi delle sinistre a Berlino Est (e anche a Ovest);
– falsificazione su larga scala di tessere annonarie per generare disorganizzazione negli approvvigionamenti di beni alimentari e quindi malcontento nella popolazione;
– invio di cartelle fiscali false per generare rabbia tra la gente e creare problemi nell’apparato industriale;
– reclutamento su vasta scala di professionisti, tecnici, medici, operai, con la promessa di lauti compensi a occidente (a Berlino Ovest i medici che scappavano dalla RDT venivano remunerati a peso d’oro, anche con proventi per assistiti-fantasma).
Ecco cosa si nascondeva dietro le famose “fughe“ all’ovest, al termine delle quali sono un 50% dei profughi trovava quel che era stato promesso e all’altro 50% si rendeva difficile se non impossibile ritornare in patria. Memorabile fu la “rivolta“ del 1953, un episodio di diversione e destabilizzazione partorito in occidente, nelle cucine aduse alla preparazione di pietanze velenose della RFT : bande di delinquenti, pagate lautamente dalle agenzie spionistiche occidentali, provocarono disordini a Berlino Est, proprio quando alcune sagge riforme stavano migliorando il tenore di vita della popolazione e dopo che la Direzione della SED (il Partito guida della RDT) aveva intrapreso un dialogo con i lavoratori per la rettifica di alcune storture esistenti nel quadro economico. In 272 Comuni su 10.000 si segnalarono disordini, con vetrine rotte, assalti a forze di polizia, violenze contro militari sovietici, prova dello sforzo messo in campo dalle centrali imperialiste per minare un processo di costruzione del socialismo sempre più vincente, con tutti i suoi problemi. Prova anche, però, della capacità del sistema della RDT di parare i colpi ed impedire estesi disordini: alla repressione di quelle azioni banditesche, prima della Polizia concorsero le Milizie operaie presenti azienda per azienda.
Luca Baldelli

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