Breve genesi di una barriera antimperialista
In un mondo di finzioni e
mistificazioni, ciò che è autentico e vero sfugge alle cognizioni dei
più o viene sottaciuto per non turbare gli equilibri dittatoriali,
finanche dispotici, dei detentori del potere politico, economico e
culturale. La sinistra revisionista da sempre si unisce al coro di
prefiche piangenti sulle macerie del Muro di Berlino. Questo Muro è
stato elevato a simbolo di ogni orrore, di ogni nefandezza, senza
spiegare come e perché nacque, quali furono le cause che portarono alla
sua edificazione. Nessuno mai ricorda che, nel mondo, di Muri (uso
volontariamente la lettera maiuscola, per dileggiare un’austera, assurda
sacralità, che non pertiene alla storia degli uomini se non per altri
aspetti) ve ne sono ancora in piedi moltissimi, e tutti tirati su
dall’imperialismo; tra Usa e Messico, tra Israele e Territori arabi, tra
Marocco propriamente detto e territori abitati dalla minoranza sahrawi,
tra greci e turchi a Cipro. Altro che unicità del Muro di Berlino!
Questa è, semmai, solo e soltanto l’idolo di cartapesta con il quale il
sistema dominante cela le sue malefatte.
Matorniamo al Muro di Berlino. Come
nacque ? Nel 1945, con la liberazione della Germania dall’hitlerismo, la
Nazione tedesca si vide trasformare in un territorio di occupazione
anglo-americano-francese da un lato, sovietico dall’altro. Mentre l’Urss
spinse però sempre per la costituzione di una Germania unita e sovrana
in breve tempo, gli Stati occidentali, pur travagliati da contese e
contraddizioni interimperialistiche e intercapitalistiche, cercarono di
sabotare ogni sforzo in tal senso, mirando a fare della Germania la
piazzaforte atlantica in Europa, il trampolino di lancio per una nuova
guerra progettata contro l’Urss e i Paesi a democrazia popolare. Gli
archivi dell’FBI, oggi desecretati, rivelano che il leader britannico
Churchill aveva pianificato l’“Operazione Unthinkable“, ovvero un
attacco occidentale contro l’Urss e l’Est europeo, subito dopo la fine
del secondo conflitto mondiale, alfine di piegare Mosca e di portare
tutti i Paesi del futuro Patto di Varsavia sotto l’ombrello
dell’imperialismo occidentale. Filippo Gaja, nella sua documentatissima
opera “ Il Secolo Corto“ (Maquis editore, 1996 ), mette bene in luce
altri analoghi piani orditi negli Usa e nelle segrete stanze
dell’Occidente capitalista. Non è un caso che, a partire dai primi mesi
del 1945, vennero reclutati in massa ex nazisti nei servizi segreti e
nei circoli militari occidentali. Immaginiamo cosa sarebbe successo se
l’Urss non avesse, a tappe forzate, messo a punto la sua bomba atomica!
Le provocazioni degli Stati occidentali , delle loro armate e dei loro
servizi nella Germania occupata non conoscevano tregua: nel 1948, gli
Stati occidentali ruppero di fatto, in modo evidente, il codominio
antinazista in Germania, creando una moneta per le sole zone
occidentali, il Marco tedesco (DM) e lavorando per la costituzione di
uno Stato tedesco occidentale, in palese violazione di ogni accordo sino
a quel momento sottoscritto. I sovietici, che volevano una Germania
unita e neutrale, fondata sul principio del’autodeterminazione, si
videro costretti ad abbandonare il Consiglio alleato e a prendere
contatti con i Partiti operai operanti nel territorio da loro occupato,
con l’intenzione di fondare quella che poi sarebbe diventata la DDR. A
questo seguirono provocazioni, scontri e quello che è passato alla
storia come il Blocco di Berlino (durato 11 mesi), del quale si
incolpano i sovietici ma che fu il frutto dei complotti occidentali e
dei sabotaggi alla pace commessi dall’imperialismo. Questi luridi
intrighi proseguirono e, il 29 maggio 1949, in spregio ad ogni patto e
ad ogni volontà di pace e di rispetto della sovranità tedesca, venne
dichiarata proclamata unilateralmente la RFT (Repubblica Federale
Tedesca), protettorato americano e occidentale in funzione palesemente
antisovietica e antiprogressista, sotto le armi statunitensi, inglesi e
francesi. Per reazione (e lo sottolineiamo, per reazione) il 7 ottobre
1949 venne proclamata la RDT (Repubblica Democratica Tedesca) nel
settore cosiddetto “sovietico“.
Questo stato di cose non significò la
fine delle trame guerrafondaie imperialiste. Lasciamo parlare gli
archivi e varie fonti occidentali, molto più eloquenti e obiettivi dei
pennivendoli anticomunisti in servizio permanente effettivo: fino al
1961, la Germania Democratica dovette subire inenarrabili sabotaggi,
azioni terroristiche, diversioni. La CIA, Radio Free Europe,
organizzazioni di ex nazisti protetti nella RFT, si fecero paladini ed
esecutori delle seguenti azioni sul territorio della RDT:
– danneggiamento, tramite esplosivi, incendi dolosi etc. di centrali energetiche, cantieri navali, dighe, canali, edifici pubblici, distributori di benzina, negozi, stazioni radio, trasporti pubblici;
– deragliamento di treni merci, con gravi ferimenti di lavoratori; incendio di 12 automobili trasportate su uno di questi treni e distruzione dei meccanismi di pressione dell’aria etc.;
– distruzione di strade e ponti ferroviari, piazzamento di esplosivi sulla linea Berlino – Mosca (per fortuna scoperti in tempo, sarebbe stato un massacro);
– utilizzo di acidi speciali per danneggiare macchinari industriali, furto sistematico di progetti e acquisizioni sul punto di essere brevettate, possibili grazie a spie e quinte colonne, incitamento a scioperi senza senso e scopo;
– uccisione di 7000 mucche di una cooperativa agricola con l’avvelenamento del filo di recinzione utilizzato per imballare il mangime degli animali;
– attacchi e devastazioni di sedi delle sinistre a Berlino Est (e anche a Ovest);
– falsificazione su larga scala di tessere annonarie per generare disorganizzazione negli approvvigionamenti di beni alimentari e quindi malcontento nella popolazione;
– invio di cartelle fiscali false per generare rabbia tra la gente e creare problemi nell’apparato industriale;
– reclutamento su vasta scala di professionisti, tecnici, medici, operai, con la promessa di lauti compensi a occidente (a Berlino Ovest i medici che scappavano dalla RDT venivano remunerati a peso d’oro, anche con proventi per assistiti-fantasma).
– danneggiamento, tramite esplosivi, incendi dolosi etc. di centrali energetiche, cantieri navali, dighe, canali, edifici pubblici, distributori di benzina, negozi, stazioni radio, trasporti pubblici;
– deragliamento di treni merci, con gravi ferimenti di lavoratori; incendio di 12 automobili trasportate su uno di questi treni e distruzione dei meccanismi di pressione dell’aria etc.;
– distruzione di strade e ponti ferroviari, piazzamento di esplosivi sulla linea Berlino – Mosca (per fortuna scoperti in tempo, sarebbe stato un massacro);
– utilizzo di acidi speciali per danneggiare macchinari industriali, furto sistematico di progetti e acquisizioni sul punto di essere brevettate, possibili grazie a spie e quinte colonne, incitamento a scioperi senza senso e scopo;
– uccisione di 7000 mucche di una cooperativa agricola con l’avvelenamento del filo di recinzione utilizzato per imballare il mangime degli animali;
– attacchi e devastazioni di sedi delle sinistre a Berlino Est (e anche a Ovest);
– falsificazione su larga scala di tessere annonarie per generare disorganizzazione negli approvvigionamenti di beni alimentari e quindi malcontento nella popolazione;
– invio di cartelle fiscali false per generare rabbia tra la gente e creare problemi nell’apparato industriale;
– reclutamento su vasta scala di professionisti, tecnici, medici, operai, con la promessa di lauti compensi a occidente (a Berlino Ovest i medici che scappavano dalla RDT venivano remunerati a peso d’oro, anche con proventi per assistiti-fantasma).
Ecco cosa si nascondeva dietro le famose
“fughe“ all’ovest, al termine delle quali sono un 50% dei profughi
trovava quel che era stato promesso e all’altro 50% si rendeva difficile
se non impossibile ritornare in patria. Memorabile fu la “rivolta“ del
1953, un episodio di diversione e destabilizzazione partorito in
occidente, nelle cucine aduse alla preparazione di pietanze velenose
della RFT : bande di delinquenti, pagate lautamente dalle agenzie
spionistiche occidentali, provocarono disordini a Berlino Est, proprio
quando alcune sagge riforme stavano migliorando il tenore di vita della
popolazione e dopo che la Direzione della SED (il Partito guida della
RDT) aveva intrapreso un dialogo con i lavoratori per la rettifica di
alcune storture esistenti nel quadro economico. In 272 Comuni su 10.000
si segnalarono disordini, con vetrine rotte, assalti a forze di polizia,
violenze contro militari sovietici, prova dello sforzo messo in campo
dalle centrali imperialiste per minare un processo di costruzione del
socialismo sempre più vincente, con tutti i suoi problemi. Prova anche,
però, della capacità del sistema della RDT di parare i colpi ed impedire
estesi disordini: alla repressione di quelle azioni banditesche, prima
della Polizia concorsero le Milizie operaie presenti azienda per
azienda.
Luca Baldelli
Fonte: Stato e Potenza
Nessun commento:
Posta un commento