- Marco Santopadre
- Fonte: Contropiano
Come ogni anno da qualche anno a questa parte, ieri l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato una mozione presentata della Russia che condanna i tentativi di glorificazione dell’ideologia del nazismo e la conseguente negazione dei crimini di guerra commessi dalla Germania nazista.
La risoluzione esprime "profonda preoccupazione per la glorificazione in qualsiasi forma del movimento nazista, neo-nazista e degli ex membri dell’organizzazione "Waffen SS", anche attraverso la costruzione di monumenti e memoriali e l’organizzazione di manifestazioni pubbliche". Il documento rileva anche l'aumento del numero di attacchi razzisti in tutto il mondo.
Una iniziativa sacrosanta, si dirà, visti i continui rigurgiti fascisti e nazisti ai quali si assiste sempre più spesso in diversi quadranti del globo.
E invece no. Perché solo 115 dei paesi rappresentati alle Nazioni Unite hanno votato a favore della mozione, mentre in passato il numero dei si era stato assai più consistente, ad esempio 130 due anni fa. Incredibilmente ben 55 delegati si sono astenuti e 3 rappresentanti – quelli di Stati Uniti, Canada e Ucraina - hanno addirittura votato contro.
Ma come, l’antifascismo e l’antinazismo, seppure di facciata e di maniera, non è patrimonio di quei governi che hanno partecipato alla sconfitta dell’Asse negli anni ’40, a costo di enormi sacrifici in termini di morti e distruzione? Evidentemente no. Ed in effetti l’asse Stati Uniti-Canada-Ucraina che hanno votato no con i paesi dell’Unione Europea che si sono astenuti evidenzia la scelta da parte dei blocchi occidentali di sdoganare il fascismo come nemico numero uno dell’umanità, rimpiazzandolo con un estremismo islamico prima impersonificato con Al Qaeda ed ora con il ben più pericoloso Stato Islamico. Con una buona dose di ipocrisia e doppiogiochismo, visto che come era avvenuto con i fascisti e i nazisti, anche i jihadisti vengono ampiamente utilizzati dai governi che li definiscono il ‘male assoluto’ contro i paesi nemici e i governi da destabilizzare in Medio Oriente.
La Russia ha deciso di scrivere un documento che rendesse applicabile in modo universale la Convenzione Internazionale sull’Eliminazione di ogni forma di Discriminazione Razziale, approvata negli anni ’60 del secolo scorso ma rimasta in parte lettera morta.
Sorvolando sull’ampia libertà di movimento e sulla relativa impunità sulle quali i movimenti neonazisti e razzisti possono godere nel paese di Putin, una iniziativa sicuramente lodevole. E che ha messo a nudo un cambiamento di paradigma da parte dell’Unione Europea che ai più sembrava essere sfuggito. I governi degli Stati Uniti non hanno mai esitato a utilizzare i gruppi e i partiti nazisti per ottenere i propri scopi, sostenendo da sempre dittature militari di estrema destra in America Latina oppure gruppi fascistoidi in Africa contro i movimenti di liberazione nazionale o i movimenti anticoloniali. Si spiega quindi il ‘no’ esplicito di Washington e del suo satellite canadese alla mozione russa. Migliaia di gerarchi nazisti e fascisti furono salvati dalla punizione che meritavano alla fine della Seconda Guerra Mondiale e inseriti negli apparati di intelligence delle nuove ‘democrazie’ occidentali in fuzione antisovietica. Ma non era mai successo, finora, che i governi europei si associassero così direttamente agli Stati Uniti per sostenere un colpo di stato fascista in un paese dello spazio europeo come l’Ucraina. Che, guarda caso, è il terzo paese che si è schierato contro la condanna della glorificazione del nazismo. D’altronde non è un segreto che alcuni dei leader politici e delle organizzazioni attualmente al potere a Kiev praticano quella rivalutazione e celebrazione del nazismo, dei suoi simboli, dei suoi ‘valori’ e dei suoi leader storici – uno fra tutti Stepan Bandera – che la mozione russa intende condannare.
Che i paesi dell’Unione Europea si siano astenuti è assai significativo, e la presunta neutralità espressa con l’astensione suona come una presa di posizione inquietante e intollerabile.
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