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Pian piano tutti si accorgono che i neonazisti in Ucraina esistono davvero e non sono solamente uno spauracchio agitato per l’occasione. Europa e Stati Uniti sono schierati accanto a loro
e all’assemblea generale dell’Onu i primi si sono astenuti e i secondi
hanno votato “no” alla mozione russa per condannare i tentativi di
glorificazione dell’ideologia nazista. Ecco un approfondimento sul
risorgere del neonazismo sotto lo sguardo complice dell’Occidente.
Molti pseudointellettuali anche di sinistra quando in Ucraina è cominciata la rivolta del “Maidan”
si sono schierati subito con la piazza vedendo in quella rivolta una
sorta di rivoluzione romantica del popolo in armi che scende in piazza
per scacciare il tiranno di turno. Sulla natura del “golpe”, perchè di
questo si tratta, siamo già tornati, a cominciare dal ricordare come il
presidente cacciato, Yanukovich, non fosse un generale
che aveva preso il potere con le armi bensì un presidente che, con il
suo partito delle Regioni, aveva vinto democraticamente le passate
elezioni. Questo dato è stato semplicemente stralciato per giustificare
il “regime change” che ha visto peraltro la partecipazione in prima fila
di personaggi come John McCain che si è recato proprio
in piazza Maidan per arringare la folla e spronarla ad andare oltre per
conseguire il proprio obiettivo. In quei giorni abbiamo assistito a
bande di neonazisti con i loro simboli in evidenza che hanno sparato
sulla polizia, hanno occupato edifici pubblici, ucciso agenti di
sicurezza ed oppositori politici impunemente. Il nemico sullo sfondo però era Vladimir Putin
così in troppi non ci hanno voluto credere, hanno tentato di
minimizzare non hanno voluto vedere i simboli del nazismo ripresentati
nel 2014 come se nulla fosse. Eppure è così, e persino il ritratto di Stepan Bandera
è stato “riabilitato”, l’eroe dei gruppi dell’estrema destra ucraina,
un collaboratore delle Ss nella Seconda Guerra Mondiale responsabile
dello sterminio di decine di migliaia di ebrei e oppositori del nazismo.
Insomma se il “cattivo” di turno è
Vladimir Putin il mainstream ha avuto buon gioco a far passare l’Ucraina
come un piccolo paese oppresso che non è disposto a farsi annettere
dalla Russia. Così il mainstream ha gettato benzina sul fuoco della
russofobia e per alcuni mesi si è assistito ad una autentica crociata
antirussa. Tutte le notizie contrarie alla Giunta che ha preso il potere
a Kiev con un vero e proprio golpe di piazza venivano sistematicamente
oscurate dai canali dei media che contano, e anche la notizia ormai
vecchia dell’intercettazione tra Catherine Ashton per
l’Ue e il ministro degli Esteri estone Paes all’indomani della caduta di
Yanukovich, nella quale si ammetteva sostanzialmente che erano stati i
nazionalisti ucraini a dispiegare i cecchini, non è passata nelle prime
pagine dei nostri telegiornali. E dire che proprio a causa dei cecchini
che hanno sparato sulla folla il mondo si è indignato accettando la
destituzione di Yanukovich, peraltro avvenuta al termine di una
mediazione che prevedeva una transizione mai verificatesi. Insomma, pur
di andare contro la Russia si è disposti, tranquillamente, ad allearsi
anche con i neonazisti, e come non mettere insieme questa notizia con la
mancata approvazione della risoluzione russa presso l’Assemblea delle
Nazioni Unite della glorificazione del nazismo e del razzismo? In quel
caso, guarda un pò, Stati Uniti, Canada e Ucraina hanno votato “no”,
mentre l’Europa nel suo complesso si è vergognosamente astenuta sancendo
quindi che il nazismo e il fascismo per l’Occidente non sono più il
“male assoluto” bensì un soggetto come tanti altri con cui eventualmente
allearsi per conseguire i propri obiettivi.
Dei ventitrè milioni di soldati russi morti
nella Seconda Guerra Mondiale per fermare il Terzo Reich si parlava già
poco prima, figurarsi ora, in un periodo dove, secondo chi ci governa,
il nazismo e il comunismo sono la stessa cosa, e non si può andare
contro uno senza andare anche contro l’altro. Nel dubbio quindi meglio
non condannare il nazismo, anche perchè in Ucraina la rivalutazione del
neonazismo va fortissimo. Il sito canadese Global Research a questo
proposito ha scritto diversi articoli nei quali spiega come i neonazisti
siano stati non solo tollerati, ma anche utilizzati “finanziati,
premiati con cariche parlamentari, ministeriali e non solo. E’ quel che
accade in Ucraina come, a un anno dalla cosiddetta “rivolta di Maidan” e
in coincidenza col voto all’ONU, documentano svariati post” (Fonte
La Stampa). Insomma un finanziamento e un appoggio alla luce del sole,
con membri dell’estrema destra ultranazionalista che erano in prima fila
nei giorni della rivolta del Maidan, un appoggio che ha portato al
diretto ingresso proprio dei neonazisti all’interno del nuovo governo
nato al posto di quello di Yanukovich. Tra loro Andry Parubiy,
segretario del Consiglio Ucraino di Difesa e Sicurezza Nazionale, ex
fondatore del Partito Nazional Socialista dell’ Ucraina, formazione di
estrema destra ultranazionalista e neo-Nazista nata nel 1991 che,
malgrado il nome cambiato in Svoboda siede tranquillamente in Parlamento nel nome di Bandera; Oleh Tyahnybok, il leader di Svoboda,
che tra le altre cose era stato fotografato ormai un anno fa col futuro
premier Yatseniuk insieme al senatore USA John McCain e a Victoria
Nuland, quella che per inciso in una telefonata intercettata mandò
apertamente a farsi fottere l’Europa; Dmytro Yarosh, vice Segretario per la Sicurezza Nazionale nonchè leader del gruppo paramilitare neofascista Pravy Sektor.
Solo per fare un esempio Yarosh sovraintende le forze armate con
Parubiy e gestistono i cosiddetti “battaglioni punitivi” neonazisti come
gli UNA-UNSO, oppure il Battaglione Azov e molti altri che utilizzano
apertamente svastiche e croci celtiche impunemente.
Ma non è finita, il governo della “democratica” e “libera” Ucraina vede altri neofascisti in ruoli chiave come Oleksandr Sych, vice Primo Ministro, anch’egli del partito Svoboda, Ihor Shvaika, ministro dell’Agricoltura, e Andriy Mokhnyk, ministro dell’Ecologia, anch’essi di Svoboda.
Molti hanno obiettato che Svoboda ormai si chiama “libertà” e ha pieno
diritto a sedersi in Parlamento, peccato che nessuno dei suoi membri
abbia mai preso le distanze da Bandera che anzi, è considerato
assolutamente l’eroe nazionale. Per non parlare delle milizie di
neonazisti assoldate da alcuni personaggi di spicco che hanno legato se
stessi alla giunta di Kiev. Stiamo parlando delle squadre di volontari e
mercenari che seminano terrore e sangue nella guerra civile nell’Est,
andando a fare il lavoro sporco per conto dell’esercito di Kiev contro i
separatisti. Secondo Afp sarebbero tra i 34 e i 50 questi gruppi
paramilitari neonazisti e conterebbero più di 7000 uomini, molti dei
quali arrivati dal resto d’Europa come una sorta di “Internazionale
Nera”. Tra i più famigerati il “Battaglione Shaktar”, dipinto da Human Right Watch
e Amnesty International come un gruppo criminale che ha applicato il
sequestro e la tortura sistematicamente arrivando anche a violentare
giovani volontari (Fonte Global Reasearch). Il capo del suddetto
battaglione è tale Oleg Lyashko, capo del Radical Party
che si era persino candidato alla presidenza, ma ovviamente nessuno in
Europa e Stati Uniti ha pensato di prendere le distanze da lui.
Impossibile non nominare anche Semen Semenchenko, nuovo senatore di Kiev,
anche lui con il suo battaglione, il “Donbass” e responsabile di
diversi orrori nell’Est, e Yuru Bereza, anch’egli neosenatore, capo del
battaglione “Dniepr1″ finanziato dall’oligarca Ihor Kolomoysky uno degli uomini più ricchi del paese nominato governatore di Dniepropetrovsk. Sarebbe lui ad aver pianificato il pogrom terrificante di Odessa
dove vennero mutilati, uccisi e bruciati ben 37 civili, di cui ben 19
ebrei. Sotto il suo ombrello protettivo hanno trovato riparo centinaia
di mercenari neonazisti, un pò come nel succitato battaglione Azov, che
utilizza il simbolo occulto del Sole Nero delle Ss (foto sopra). Ma
anche questo non basta a ottenere una dichiarazione di presa di distanza
da parte della Casa Bianca, con il Washington Post che ha persino
minimizzato parlando di romanticherie giovanili. Insomma Europa e Stati
Uniti foraggiano questi gruppi e fingono di non vedere che costoro,
apertamente, propagandano una igiene razziale che ricorda da vicino il
nazismo, scagliandosi contro la società ucraina che sarebbe troppo piena
di “Stranieri”.
Ma il processo di riabilitazione del nazismo è solo cominciato, anzi molti di questi personaggi vengono persino premiati, basti pensare che il vicecomandante del battaglione “Azov” Vadim Troyan, è stato nominato Capo della Polizia della
Regione di Oblast dal ministro dell’Interno Arsen Avakov (che la Russia
chiede venga ricercato dall’Interpol per metodi di guerra proibiti,
assassini e altri reati). Infine segnaliamo anche la “nazificazione” in
atto nel sistema dell’Istruzione, con membri dei vari battaglioni
immortalati mentre fanno propaganda con simboli nazisti direttamente
nelle scuole.
Eppure
nessuno solleva il problema del neonazismo, nessuno vuole prendere le
distanze da Kiev, nessuno se non la Russia, la stessa Russia che invece i
nostri governanti additano come “Stato canaglia”. Il governo americano
anzi finanzia apertamente questi gruppi. Citiamo ancora Global Research,
in questo caso ripreso anche da “La Stampa”: “Se solo il pubblico sapesse che il governo US aiuta mostri del genere”.
E invece l’Ucraina chiede ancora aiuti a Washington, e la Casa Bianca
risponde presente con un provvedimento per bloccare gli aiuti americani
ai neonazisti presentato da un deputato democratico che è stato
bloccato, guarda caso, dalla lobby israeliana. Un filo nero che unisce il culto di Bandera e del neonazismo con la destra americana dei Neocon,
quelli del Pnac (Project of The New American Century), al punto che
molti arrivano a sostenere che Svoboda sarebbe solo lo sbocco elettorale
di una serie di organizzazioni ultranazionaliste legate alla Nato e
che vengono utilizzate in chiave geopolitica. Questa la tesi
dell’analista geopolitico F. William Engdahl su Global Research. Maria
Grazia Bruzzone su “La Stampa” ha dedicato un’ottima inchiesta
all’argomento parlando proprio di questo: “ Dalla dissoluzione
dell’Unione Sovietica nel 1991 i membri dell’organizzazione
para-militare UNA-UNSO sono stati dietro ogni rivolta contro l’influenza
Russa . Il filo che connette le violente campagne è
sempre anti-Russia. L’organizzazione, secondo le fonti di veterani
dell’ intelligence americana, è parte di una GLADIO segreta della
NATO, e non è un gruppo nazionalista come quello che viene descritto
dai media occidentali“. Insomma il neonazismo risorge sotto i
nostri occhi, e i nostri governi non solo si girano dall’altra parte, ma
lo aiutano a risorgere.
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