Lavorano per la più grande società di
contractor del mondo, l’Academi. Prendono ordini dal Pentagono. Accusati
di essere i cecchini di Maidan. [Franco Fracassi]
Non è un grande filmato e nemmeno lungo. Ma è la prima prova
tangibile della presenza di mercenari stranieri in Ucraina. Sono stati
filmati a Donetsk, la principale città che si è schierata con gli
avversari del governo centrale di Kiev. Cronache di queste settimane ci
hanno raccontato di eccidi, di rapimenti e di minacce, non solo agli
attivisti e ai miliziani, ma più generale alla popolazione tutta. Ci
hanno raccontato anche che oltre ai paramilitari nazisti, un ruolo
decisivo lo avevano avuto i contractor venuti dall’estero. I media
avevano deriso questi racconti. «È pura propaganda quella che sostiene
la presenza di mercenari statunitensi in Ucraina», aveva scritto Le
Monde. Questo video li smentisce.
C’è chi li chiama mercenari, e chi, invece, usa la parola inglese
contractor. Comunque li si veda sono militari che vengono pagati per
combattere, spiare, proteggere, addestrare e, talvolta, compiere
missioni segrete o talmente disgustose che è meglio farle fare a
qualcuno su cui scaricare la colpa nel caso andasse storto qualcosa.
Secondo quanto riportato dalla rivista “IntelligenceOnline”, all’inizio
di marzo sarebbero atterrati in piena notte all’aeroporto internazionale
Boryspil di Kiev tre aerei che trasportavano circa trecento dipendenti
della Greystone Limited.
Si tratta del ramo operativo della più importante società di
contractor del mondo, la Blackwater, che dal 2011 ha preso il nome di
Academi.
La notizia è stata confermata dall’ex agente della National
Security Agency Wayne Madsen.
I mercenari dell’Academi sono addestrati anche come cecchini.
Che in Ucraina si fosse sull’orlo di una guerra civile si sa. Che sia
terreno di scontro tra Russia e Stati Uniti, pure. Che i rivoltosi di
piazza Maidan (oggi al potere) siano stati aiutati da Washington è ormai
provato. Ma l’arrivo a Kiev di un battaglione di addestratissimi
mercenari statunitensi fa fare un salto di qualità alla crisi. Secondo
fonti russe (e quindi da prendere con le molle) alcuni mercenari
dell’Academi sarebbero addirittura sbarcati nella capitale ucraina da un
mese. Si tratterebbe dei cecchini che avrebbero aperto il fuoco sia
sulle forze dell’ordine, sia sui manifestanti, massacrando
cinquantacinque persone.
L’Academi è una società con base a McLean, in Virginia, e miliardi di
dollari di fatturato. Lavora per multinazionali e governi. In questo
momento è sotto contratto del Pentagono e della Cia (complessivamente,
due miliardi e trecento milioni di dollari l’anno).
Quando si chiamava ancora Blackwater, la società di mercenari è stata
responsabile delle peggiori efferatezze in Iraq e in Afghanistan, tra
cui il massacro di Falluja, i rapimenti illegali e la tortura. In questo
momento, l’Academi rappresenta la presenza militare straniera più
numerosa in entrambi i Paesi, e prosegue il suo lavoro “sporco”, come ha
più volte denunciato Amnesty International.
Una foto promozionale dell’Academi.
La Blackwater venne fondata nel 1997 da Erik Prince. Nel 2009 cambiò
nome in Xe Services, per divenire Academi nel 2011. Dal 2004 gode delle
credenziali diplomatiche in Iraq, grazie alla volontà
dell’Amministrazione Bush. Questo vuol dire che la società è in grado di
fornire ai propri dipendenti lo status diplomatico, che permette loro
di poter attraversare le frontiere senza che gli venga controllato il
bagaglio. Un enorme vantaggio per una società di mercenari.
I dipendenti sono oltre centomila, di cui due terzi sono militari
ancora in servizio. Il Pentagono concede loro una sorta di aspettativa,
in modo da poter agire per conto della Casa Bianca senza figurare come
dipendenti dell’Amministrazione Usa. La base di addestramento di trova
in Nord Carolina. Anche questa è protetta dal governo, e quindi non
perquisibile da un magistrato più curioso del dovuto.
Nel consiglio di
amministrazione siedono oggi l’ex ministro della Giustizia del governo
Bush John Ashcroft, l’ex vice presidente dello Staff di Bush Jack Quinn e
l’ex direttore della Nsa (l’agenzia di intelligence responsabile del
DataGate) Bobby Ray Inman.
Fonte: Popoff
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