I
principi ispiratori dell’ideologia comunista hanno sempre sostenuto
l’emancipazione della donna e la sua parità con l’uomo in nome
dell’eguaglianza tra i sessi e del suo contributo alla costruzione di
una nuova società.
In tutti i paesi del blocco sovietico, ma soprattutto nell’URSS, le donne studiavano e lavoravano, potevano divorziare ed abortire, erano nell’esercito ed erano addirittura andate nello spazio.
Dopo il crollo del comunismo oltre l’ex-Cortina di Ferro la situazione per la maggior parte delle donne è improvvisamente peggiorata: c’era sì molta più libertà, ma in alcune zone erano tornati guerre e terrorismo; ora i prodotti nei negozi non mancavano, ma gli stipendi avevano perso ogni valore di mercato e non si poteva comprare ciò che ora si sarebbe potuto avere; molte donne avevano perso il lavoro statale che svolgevano durante le pesanti ristrutturazioni dell’economia piombando nell’indigenza e nella dipendenza anche economica dal marito.
Adesso poche trovavano subito un buon lavoro e solo alcune potevano emigrare all’estero per svolgere lavori umili (cameriera, cura di anziani e disabili, etc…) anche se avevano compiuto in patria studi e professioni colte e ben, prima del crollo, remunerate.
Centinaia di migliaia di russe, ucraine, polacche e moldave, etc. ora sono in Occidente a lavorare, mentre nei paesi di origine sempre più grande è la frattura tra le milioni di donne che fanno il possibile e l’impossibile per sopravvivere decorosamente al nuovo corso economico e le poche privilegiate che, soprattutto nelle capitali e nelle grandi città, godono di uno standard di vita impensabile dieci anni fa. Si tratta delle mogli e delle figlie dei nuovi ricchi del nuovo capitalismo che si fonda sul commercio ed i rapporti col potere: quasi un’altra razza rispetto al resto della popolazione femminile.
In definitiva emerge che la questione femminile è ancora assai attuale, sia in Occidente, dove le donne sono considerate degli strumenti di produzione (pensate alla mercificazione del corpo femminile), e ancor più nei paesi più arretrati dove oltre all'assenza dei diritti civili il peggioramento dei diritti sociali ha esacerbato la situazione delle donne.
Per questo, donna, se vuoi migliorare la tua condizione, diventa comunista e lotta per un sistema sociale e culturale che solo garantisce pari opportunità, reale meritocrazia e libertà per tutti e tutte!
In tutti i paesi del blocco sovietico, ma soprattutto nell’URSS, le donne studiavano e lavoravano, potevano divorziare ed abortire, erano nell’esercito ed erano addirittura andate nello spazio.
Dopo il crollo del comunismo oltre l’ex-Cortina di Ferro la situazione per la maggior parte delle donne è improvvisamente peggiorata: c’era sì molta più libertà, ma in alcune zone erano tornati guerre e terrorismo; ora i prodotti nei negozi non mancavano, ma gli stipendi avevano perso ogni valore di mercato e non si poteva comprare ciò che ora si sarebbe potuto avere; molte donne avevano perso il lavoro statale che svolgevano durante le pesanti ristrutturazioni dell’economia piombando nell’indigenza e nella dipendenza anche economica dal marito.
Adesso poche trovavano subito un buon lavoro e solo alcune potevano emigrare all’estero per svolgere lavori umili (cameriera, cura di anziani e disabili, etc…) anche se avevano compiuto in patria studi e professioni colte e ben, prima del crollo, remunerate.
Centinaia di migliaia di russe, ucraine, polacche e moldave, etc. ora sono in Occidente a lavorare, mentre nei paesi di origine sempre più grande è la frattura tra le milioni di donne che fanno il possibile e l’impossibile per sopravvivere decorosamente al nuovo corso economico e le poche privilegiate che, soprattutto nelle capitali e nelle grandi città, godono di uno standard di vita impensabile dieci anni fa. Si tratta delle mogli e delle figlie dei nuovi ricchi del nuovo capitalismo che si fonda sul commercio ed i rapporti col potere: quasi un’altra razza rispetto al resto della popolazione femminile.
In definitiva emerge che la questione femminile è ancora assai attuale, sia in Occidente, dove le donne sono considerate degli strumenti di produzione (pensate alla mercificazione del corpo femminile), e ancor più nei paesi più arretrati dove oltre all'assenza dei diritti civili il peggioramento dei diritti sociali ha esacerbato la situazione delle donne.
Per questo, donna, se vuoi migliorare la tua condizione, diventa comunista e lotta per un sistema sociale e culturale che solo garantisce pari opportunità, reale meritocrazia e libertà per tutti e tutte!
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