martedì 9 dicembre 2014

La Russia come fattore di resistenza al pensiero unico dominante

Eliseo Bertolasi
5 dicembre


L’attacco propagandistico contro la Russia è sempre più esplicito. Putin viene presentato non solo come un novello dittatore, ma come il responsabile dell’intera crisi ucraina. Ne abbiamo parlato con Diego Fusaro, filosofo all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, uno dei più grandi studiosi di Marx e Gramsci. La sua analisi della contemporaneità rappresenta oggi, tra il mondo accademico, una delle voci più vigorose e dissonanti dal coro guidato dal pensiero unico occidentale.

- La situazione attuale, anche alla luce della guerra civile in Ucraina, vede la Russia e Putin sotto attacco dalle forze egemoniche dell’occidente. Cosa ne pensa?
- Penso che siamo al cospetto di un vero e proprio attacco continuato ai danni della Russia di Putin. Questo perché è una potenza mondiale, che si sta opponendo al nuovo ordine imperiale statunitense post 1989. È evidente che la Russia di Putin è attaccata politicamente tramite rivoluzioni colorate, come quella dell’Ucraina, ed è poi attaccata militarmente tramite la collocazione di basi militari nei Paesi limitrofi. Infine è attaccata culturalmente tramite un processo di destrutturazione pilotata della cultura russa, vedi l’esempio delle Pussy Riots, finanziate dall’Occidente americano ed europeo. Si tratta di un’operazione tesa a destrutturare la cultura e l’identità russa per renderla facilmente accessibile all’imperialismo della globalizzazione a guida statunitense.
Il fatto che l’opinione pubblica e la manipolazione organizzata diffamino continuamente Putin è la spia che ci rivela una cosa: Putin è dalla parte giusta.
- Lei vede quindi un rinnovato attacco, da parte del "capitale", sui quei territori del globo non ancora assoggettai al pensiero unico dominante?
- Certo! Ciò che pudicamente chiamiamo “globalizzazione” in verità corrisponde all’invasione del mondo intero da parte della forma merce e del mercato globale di tipo capitalistico. Parliamo di quella che io nei miei lavori chiamo “ideologia del medesimo”. Il capitale con la globalizzazione vuole vedere ovunque e sempre la stessa cosa: merce, economia, lingua inglese, one way of life, one word, pensiero unico. Il capitale globalizzato odia le differenze e deve sopprimerle per imporre ovunque il medesimo sistema, il medesimo ordine. In questo senso, la Russia di Putin che resiste a questo tenendo vivo il multipolarismo anche culturale, è uno dei principali bersagli da parte della globalizzazione a guida statunitense.
- Dottor Fusaro, ma per trovare un’alternativa a questa situazione di stallo, qual è la ricetta che lei propone nel suo ultimo libro “Il futuro è nostro”?
- Il mio libro “Il futuro è nostro” pone le premesse, o meglio le condizioni ontologiche per un possibile riscatto. Con questa formula pomposa intendo dire che per cambiare il mondo occorre anzitutto pensare che sia possibile cambiarlo. Per resistere alla globalizzazione occorre pensare che sia possibile resistere. Il mio libro è un tentativo dal punto di vista filosofico e metafisico di tornare a pensare alla realtà come possibilità, storia e prassi. Non come una realtà oggettiva data, che dev’essere subita, sopportata e accettata come irreversibile. Bisogna pensare ad una realtà capace di imbozzolare al proprio interno una molteplicità di possibilità, che possono essere tradotte in atto tramite la nostra azione. Resistere non soltanto è possibile, ma è necessario per poter sopravvivere prima che il pianeta si estingua sotto il capitalismo divenuto religione del mercato.
Fonte: La Voce della Russia

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