lunedì 1 dicembre 2014

Per i tedeschi orientali Putin è eroe

Foto d'archivio
Foto d'archivio

Dalla caduta del Muro di Berlino è trascorso ormai un quarto di secolo ma le differenze tra ovest ed est della Germania esistono tuttora. Gli abitanti dei Länder che un tempo facevano parte della Repubblica Democratica Tedesca sostengono massicciamente la posizione di Mosca nell’arena internazionale, scrive il tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung.

Frank Pergande, autore dell’articolo “Contro l’Occidente”, fa notare che nell’est della Germania la politica del presidente Vladimir Putin, la sua presa di posizione sull’Ucraina incontrano più comprensione che nell’ovest del paese. Ciò segue non solo dalle dichiarazioni di politici tedeschi nati nei Länder orientali come Matthias Platzeck del Partito socialdemocratico della Germania o Lothar de Maizier, ministro della difesa della Germania. Nell’est della Germania Vladimir Putin è oggetto di discussioni “nelle strade, nella cerchia familiare, in bistro”, dice Frank Pergande. Sembra che Putin, pressato dall’Occidente, sia diventato una specie di eroe agli occhi degli abitanti dell’est della Germania, come era un tempo Mikhail Gorbacev.
Al primo sguardo ciò produce un’impressione strana. Infatti, l’esperienza russa e sovietica degli abitanti della Germania Est era, indubbiamente, negativa: la fine della guerra con i suoi orrori, gli anni dell’occupazione e il retaggio lasciato dall’esercito russo. E con tutto questo risulta che l’Est simpatizza con la Russia. Frank Pergande suppone però che il tema della Russia sia soltanto un pretesto per tali discorsi. In realtà i tedeschi, sia orientali che occidentali, capiscono poco quanto avviene in Ucraina e non si immaginano come vi sia la vita della gente. Solo pochi sono stati in Crimea o persino a Mosca, a differenza dei tempi della Repubblica Democratica Tedesca, quando Londra, Parigi o anche le rive del Reno era accessibili.
In realtà, sostiene Pergande, il tema russo “permette di esprimere la diffidenza regnante nei confronti dell’Occidente”. In sostanza, dietro di ciò si cela la vecchia recriminazione: l’Occidente mostra a tutti la sua vetrina scintillante, ma rappresenta dentro una società falsa e degradante, in cui i ricchi diventano più ricchi e i poveri diventano più poveri, scrive Pergande e aggiunge: “insomma, proprio così come hanno sempre affermato i marxisti”.
Secondo l’autore, i valori occidentali vengono messi in dubbio solo da coloro che “non sono cresciuti tra gli stessi” e i Länder orientali ne sono esempio. “Basta-politik” di Gerhard Schröder era più vicino allo spirito dei tedeschi orientali rispetto ai noiosi dibattiti sul pluralismo. Ai tedesci è stata concessa la libertà, compresa quello di movimento, ma ciò implica anche la responsabilità, che richiede molto tempo. Il pluralismo avanza esigenze eccessive.
Dopo il 1990 sembrava che l’Occidente con i suoi principi e modo di vivere avesse avuto definitivamente il sopravvento sulle illusioni del socialismo e del comunismo, scrive Pergande. Ma attualmente l’Occidente non può essere tanto sicuro della propria vittoria. Non è solo la Russia a sfidare oggi l’Occidente. L’attrattiva dell’Occidente è nuovamente in forse, conclude l’autore.

Nessun commento:

Posta un commento