lunedì 15 dicembre 2014

La guerra contro la Russia obbliga l’Occidente a dissanguarsi

 La guerra contro la Russia obbliga l’Occidente a dissanguarsi

Lo strumentale abbassamento del prezzo del petrolio invece di affossare l’economia russa, la spinge a sbarazzarsi definitivamente del dollaro come valuta di scambio e ad accumulare oro.

La Russia resiste, la Russia non si arrende gettando Washington nella più profonda costernazione se non, addirittura, quasi nel panico. Il vecchio progetto geopolitico per disgregare la Federazione, costringerla all’irrilevanza internazionale e sottometterla come vassalla dell’Occidente, sta mostrando tutte le sue falle; il piano, per quanto ben studiato e articolato nei modi e nei tempi, ha trovato uno statista così lungimirante e amato dal suo popolo di quanto l’Occidente – sempre più democrazia dalle urne deserte – potrà mai sperare. Dopo avere messo fine alla sanguinosa Guerra Cecena, rimesso in carreggiata l’asfittico bilancio statale, aver fronteggiato la prima “rivoluzione arancione” di Kiev, la guerra lampo contro la Georgia ad un passo dalla NATO e aver visto l’attacco contro due paesi amici come la Libia e la Siria; Putin ha dovuto subire il golpe di Maidan, la gogna mediatica prodromo alle sanzioni economiche e, infine, l’artificioso crollo del prezzo del petrolio con lo scopo di portare alla bancarotta il suo bilancio statale assai prima della realizzazione degli oleodotti e delle pipeline per l’assetato mercato cinese. Eppure qualcosa è andato storto: l’orso russo è ancora in piedi, ha nuovi (e ritrovati) alleati e ribatte ogni colpo, sfruttando l’energia dell’avversario come fosse il judo di cui il suo presidente è cintura nera.
La rapida discesa del prezzo del petrolio – attualmente intorno ai 70$ per barile –, voluta dall’Arabia Saudita e ratificata dai membri dell’OPEC1, pare non sortire quei disastrosi effetti sul bilancio russo che molti si aspettavano. Secondo le parole del ministro dello Sviluppo Economico Alexey Ulyukayev, il crollo del valore del Rublo – in seguito alle sanzioni – ha mitigato gli effetti dell’abbassamento delle quotazioni del greggio. Quando il prezzo si aggirava intorno ai 110$ e il cambio si assestava sui 32-33 rubli per dollaro, il costo del petrolio in rubli era infatti di 3.600 rubli; ora che il prezzo per barile è di 71-72$ mentre il cambio è sui 49-50 rubli per dollaro, il costo finale rimane praticamente il medesimo. Ovviamente il dollaro forte, la caduta del prezzo dell’oro nero e le sanzioni economiche obbligheranno a una revisione del tasso di crescita previsto per il 2014, ma entro un decimo di punti decimali e, come dice il ministro, “il costo del petrolio in rubli è molto più importante della sua valutazione in dollari”.2
L’attuale strategia russo-cinese (supportata dagli altri BRICS) punta dritto al cuore dell’Impero Statunitense: la progressiva eliminazione del dollaro come valuta di scambio e la sua sostituzione con le proprie valute nazionali. La Russia ormai da mesi sta acquistando massicce quantità d’oro fisico, liberandosi dei dollari incassati dalla vendita delle proprie risorse naturali all’estero. L’alto valore del dollaro attuale viene annullato dalla bassa quotazione dell’oro – artificialmente depresso, come anche l’oro nero, dall’Occidente – con un innegabile vantaggio: ovvero che non è infinito a differenza della carta moneta stampata dalla FED. Dal momento che anche la Cina ha annunciato che non aumenterà più le riserve auree in dollari e considerando il deficit di bilancia commerciale nei suoi confronti, il tempo e il margine di manovra per la Casa Bianca si assottigliano sempre di più. Gli sforzi occidentali per aumentare il potere d’acquisto del dollaro e ridurre il potere d’acquisto dell’oro e del prezzo del petrolio, svuotano i forzieri delle sue Banche Centrali garantendo invece l’assoluta solvibilità della Russia nei confronti dei Paesi che si sono ben guardati dal sottoscrivere le sanzioni. Dato che è impossibile organizzare una “rivoluzione colorata” in Russia – dove Putin ha un indice di gradimento che qualsiasi politico occidentale si sogna3 – e che muovergli guerra sarebbe segnerebbe la fine della NATO, bisogna attendersi qualche nuova disperata manovra e, come annuncia l’ex presidente Gorbaciov, a prepararsi a “una nuova guerra fredda e alla costruzione di barricate tutto attorno alla Russia”4.
Note:
  1. 1  http://video.cnbc.com/gallery/?video=3000334595
  2. 2  http://en.itar-tass.com/economy/764307
  3. 3  http://www.wciom.com/index.php?id=120
  4.  4  http://en.itar-tass.com/russia/764517

Fonte: www.lintellettualedissidente.it

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