lunedì 4 novembre 2013

Russia. Putin vara nuovo manuale di storia che rivaluta la “Grande Rivoluzione” del 1917

Ogni volta che si parla di Russia i media occidentali, specialmente quelli italiani, vedono “rosso”. Ora il gran “nemico” si chiama Vladimir Putin, reo secondo il mainstream di aver varato un nuovo libro di storia che rivaluta, tra le altre cose, la Rivoluzione d’Ottobre e la figura di Stalin.
Quando i libri di storia russi parlavano della Rivoluzione del 1917 come di un “golpe bolscevico” in modo analogo a quanto operato da alcuni storici in Occidente, nessuno nel mainstream ha storto il naso. Non sorprende quindi ora di leggere titoli preoccupati dopo che Mosca ha deciso di portare avanti un progetto ambizioso, ovvero la stesura di un manuale definitivo che tiri le somme della storia russa. Si tratta di ottanta pagine di linee guida che dovranno venire approvate da un team di storici per creare un nuovo manuale di storia “unico” da diffondere in tutte le scuole russe, ponendo così fine all’eterogeneità con oltre sessanta manuali attualmente autorizzati che spesso differiscono in modo rilevante nell’interpretazione. Quello che sconvolge i giornalisti occidentali però è che Mosca “osi” persino avere dei giudizi sulla propria storia differenti dalla “verità” che l’Occidente ha deciso di dare in pasto alle giovani generazioni. Per questo il Cremlino è quasi visto “colpevole” di volersi riappropriare della propria storia, una storia che sicuramente conosce molto meglio di noi per averla vissuta in prima persona.  Così la Rivoluzione di Lenin verrà definita nel nuovo manuale come la “Grande rivoluzione russa del 1917″, con buona pace dei revisionisti che vorrebbero invece classificarlo all’interno degli eventi da esecrare. Inutile dire che in Occidente poi la figura di un personaggio come Stalin viene automaticamente associata a negatività e malvagità, ma lo stesso non accade in Russia, dove negli ultimi anni Stalin è tornato di moda comparendo in film, manifesti e monumenti e ritornando in tutti i dibattiti storici e ufficiali dopo la lunga caccia alle streghe ai suoi danni. Così nel nuovo manuale escogitato dal Cremlino ci saranno cenni anche alla “variante sovietica di modernizzazione” di Stalin, con un ovvio riferimento alla vittoria contro il nazifascismo di Hitler. Tutto questo ovviamente ha lasciato sbigottita la stampa occidentale, che forse sembra essersi dimenticata che nella Seconda Guerra Mondiale fu l’Armata Rossa a fermare l’avanzata della Wehrmacht. In molti accusano ora direttamente Putin di aver voluto questo manuale unico unicamente per ottenere consensi nell’ottica della “grandeur” nazionale, ma la sensazione è che Putin inizi a spaventare proprio perchè ha assunto nei confronti del passato dell’Urss e del comunismo un approccio opposto a quello distruttivo e estremista di Eiltsin. Sembra quasi che Putin non voglia prendere le distanze da quel passato e anzi riannodarne i fili, del resto proprio Putin aveva definito la caduta dell’Urss come una tragedia geopolitica. Fa poi sorridere il commento su “La Stampa” di Anna Zafesova: “Agli insegnanti però, promette Chubarian, verrà offerta notevole libertà di interpretazione in aula. In attesa che un giorno un nuovo vincitore delle elezioni riscriva la storia a modo suo“. Come se Eiltsin e i picconatori dell’Urss abbiano, al contrario, rispettato l’integrità e la verità storica…
di Gracchus Babeuf