domenica 14 dicembre 2014

Il video che prova la presenza di mercenari in Ucraina

Lavorano per la più grande società di contractor del mondo, l’Academi. Prendono ordini dal Pentagono. Accusati di essere i cecchini di Maidan. [Franco Fracassi]
Non è un grande filmato e nemmeno lungo. Ma è la prima prova tangibile della presenza di mercenari stranieri in Ucraina. Sono stati filmati a Donetsk, la principale città che si è schierata con gli avversari del governo centrale di Kiev. Cronache di queste settimane ci hanno raccontato di eccidi, di rapimenti e di minacce, non solo agli attivisti e ai miliziani, ma più generale alla popolazione tutta. Ci hanno raccontato anche che oltre ai paramilitari nazisti, un ruolo decisivo lo avevano avuto i contractor venuti dall’estero. I media avevano deriso questi racconti. «È pura propaganda quella che sostiene la presenza di mercenari statunitensi in Ucraina», aveva scritto Le Monde. Questo video li smentisce.
C’è chi li chiama mercenari, e chi, invece, usa la parola inglese contractor. Comunque li si veda sono militari che vengono pagati per combattere, spiare, proteggere, addestrare e, talvolta, compiere missioni segrete o talmente disgustose che è meglio farle fare a qualcuno su cui scaricare la colpa nel caso andasse storto qualcosa. Secondo quanto riportato dalla rivista “IntelligenceOnline”, all’inizio di marzo sarebbero atterrati in piena notte all’aeroporto internazionale Boryspil di Kiev tre aerei che trasportavano circa trecento dipendenti della Greystone Limited.

Si tratta del ramo operativo della più importante società di contractor del mondo, la Blackwater, che dal 2011 ha preso il nome di Academi.

La notizia è stata confermata dall’ex agente della National Security Agency Wayne Madsen.
I mercenari dell’Academi sono addestrati anche come cecchini.
Che in Ucraina si fosse sull’orlo di una guerra civile si sa. Che sia terreno di scontro tra Russia e Stati Uniti, pure. Che i rivoltosi di piazza Maidan (oggi al potere) siano stati aiutati da Washington è ormai provato. Ma l’arrivo a Kiev di un battaglione di addestratissimi mercenari statunitensi fa fare un salto di qualità alla crisi. Secondo fonti russe (e quindi da prendere con le molle) alcuni mercenari dell’Academi sarebbero addirittura sbarcati nella capitale ucraina da un mese. Si tratterebbe dei cecchini che avrebbero aperto il fuoco sia sulle forze dell’ordine, sia sui manifestanti, massacrando cinquantacinque persone.
L’Academi è una società con base a McLean, in Virginia, e miliardi di dollari di fatturato. Lavora per multinazionali e governi. In questo momento è sotto contratto del Pentagono e della Cia (complessivamente, due miliardi e trecento milioni di dollari l’anno).
Quando si chiamava ancora Blackwater, la società di mercenari è stata responsabile delle peggiori efferatezze in Iraq e in Afghanistan, tra cui il massacro di Falluja, i rapimenti illegali e la tortura. In questo momento, l’Academi rappresenta la presenza militare straniera più numerosa in entrambi i Paesi, e prosegue il suo lavoro “sporco”, come ha più volte denunciato Amnesty International.
Una foto promozionale dell’Academi.
La Blackwater venne fondata nel 1997 da Erik Prince. Nel 2009 cambiò nome in Xe Services, per divenire Academi nel 2011. Dal 2004 gode delle credenziali diplomatiche in Iraq, grazie alla volontà dell’Amministrazione Bush. Questo vuol dire che la società è in grado di fornire ai propri dipendenti lo status diplomatico, che permette loro di poter attraversare le frontiere senza che gli venga controllato il bagaglio. Un enorme vantaggio per una società di mercenari.
I dipendenti sono oltre centomila, di cui due terzi sono militari ancora in servizio. Il Pentagono concede loro una sorta di aspettativa, in modo da poter agire per conto della Casa Bianca senza figurare come dipendenti dell’Amministrazione Usa. La base di addestramento di trova in Nord Carolina. Anche questa è protetta dal governo, e quindi non perquisibile da un magistrato più curioso del dovuto.

Nel consiglio di amministrazione siedono oggi l’ex ministro della Giustizia del governo Bush John Ashcroft, l’ex vice presidente dello Staff di Bush Jack Quinn e l’ex direttore della Nsa (l’agenzia di intelligence responsabile del DataGate) Bobby Ray Inman.

 
Fonte: Popoff

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