Nil Nikandrov Strategic Culture Foundation 01/10/2014
Fonte: Aurora sito
I
media occidentali sono unanimi nel dire che Dilma Rousseff ha
utilizzato il podio della 69.ma Assemblea Generale delle Nazioni Unite
per la campagna elettorale nella speranzosa corsa presidenziale. In
realtà tutti i capi di Stato latinoamericani, come il presidente
messicano Penha Nieto, dell’Hondurase Orlando Hernandez, del Guatemala
Otto Pérez Molina, della Colombia Juan Manuel Santos, il venezuelano
Nikolas Maduro e altri, sfruttano la possibilità di parlare dei successi
dei loro Paesi. Dilma ha detto che secondo la FAO (l’Organizzazione per
l’Alimentazione e l’Agricoltura delle Nazioni Unite), il suo Paese ha
sconfitto la fame, “Pochi giorni fa, la FAO ha annunciato che il Brasile non fa più parte della mappa della fame nel mondo“.
La mancanza di prodotti alimentari è cosa del passato. Tale
trasformazione è il risultato di politiche economiche che hanno generato
21 milioni di posti di lavoro e apprezzato il salario minimo,
aumentandone il potere d’acquisto del 71%. Trentasei milioni di
brasiliani sono usciti dalla povertà estrema per godersi una vita
normale. Il gruppo dirigente del Brasile ha raggiunto risultati evidenti
su istruzione, sanità e garanzie dei diritti delle minoranze. Il
Brasile è passato da 13.ma a 7.ma economia mondiale, nella crisi
economica globale. La Presidentessa attua una politica energetica
coerente con la compagnia statale Petrobras nel ruolo chiave. Questi e
altri risultati dovrebbero essere ricordati dai 142 milioni di elettori
che definiranno la politica del Brasile per i prossimi quattro anni, ad
ottobre. Parlando alle Nazioni Unite ha condannato l’operazione degli
Stati Uniti in Iraq e Siria ed ha espresso solidarietà al popolo
palestinese soggetto agli attacchi israeliani. Dilma Rousseff ritiene
che tali interventi militari rappresentino una grave minaccia alla pace
mondiale, “Ogni intervento militare non porta alla pace, ma al
deterioramento dei conflitti. Siamo testimoni della tragica
proliferazione del numero di vittime civili e catastrofi umanitarie. Non
possiamo permettere che tali barbarie aumentino, danneggiando i nostri
valori etici, morali e di civiltà“. Come esempio ha citato “la tragica destrutturazione nazionale dell’Iraq; la grave insicurezza in Libia; i conflitti nel Sahel e gli scontri in Ucraina“.
I media ricordano sempre il suo discorso nel settembre 2013 alle
Nazioni Unite quando criticò aspramente lo spionaggio totale degli USA,
compresi quelli che gli USA considera suoi amici. Il giornalista
statunitense Glenn Greewald ha descritto i dettagli delle operazioni
d’intercettazione USA delle conversazioni di Dilma, dei parenti, dei
membri del governo, delle strutture di potere e di altri funzionari di
agenzie governative. Tali azioni definirono l’approccio negativo della
Presidentessa brasiliano verso il modus operandi di Washington. Le
politica estera del Brasile è in gran parte influenzata dalla sfiducia
verso i funzionari addetti alla politica estera degli Stati Uniti.
Gli esperti di politica estera dell’America Latina ritengono che le avventure militari degli Stati Uniti e della NATO, volte a stabilire il nuovo ordine mondiale del blocco occidentale dall’indebolito potenziale finanziario ed economico, rappresentino una grave minaccia per la regione. La caotica politica internazionale statunitense prevede l’uso della forza e provoca gli Stati “ostili”, tra cui potenze nucleari, inevitabilmente suscitando preoccupazione tra i politici ragionevoli del continente latino-americano. Sotto Obama, gli Stati Uniti hanno tentato di far cadere governi legali in Venezuela, Ecuador e Bolivia. Capi di Stato considerati “populisti” da Washington, sono stati privati del potere in Honduras e Paraguay, sospettati di volersi liberare delle strutture militari USA sul loro suolo. Frustrata da Dilma Rousseff, la Casa Bianca cerca politici leali nel Paese, puntando su Marina Silva e il suo sponsor finanziario Maria “Neca” Setubal. Costei s’è laureata presso l’Università di San Paolo in sociologia e scienze politiche. Ha lavorato in organizzazioni internazionali come la Banca Mondiale ed è stata ministra dell’istruzione. Neca è assai nota in Brasile, dove controlla la banca Itau ed appartiene alla una delle famiglie più ricche del Paese. Dal 2010 Neca finanzia l’elezione di Silva. Nel 2014 ha coordinato lo staff di Silva ed ha versato 2 milioni di dollari al suo fondo elettorale. Il vero sostegno agli sforzi elettorali del Silva da parte di industriali brasiliani e stranieri è assai più significativo. I servizi speciali statunitensi usano i loro fondi segreti per la propaganda in Brasile. Diffondono informazioni false per screditare la squadra di Dilma, il governo ed attivisti del Partito dei Lavoratori. E’ facile capire perché Setubal vuole che Silva vada al potere, è il modo migliore per porre fine al processo in cui la banca Itau è accusata di evasione fiscale per la somma di 18,7 milioni di real brasiliani. Sei anni fa banca Itau ed Unibanco si fusero, ma 11,8 miliardi di real non furono versati a titolo d’imposta sul reddito, così come 6,8 miliardi di interessi e risarcimenti per danni sociali e penali.
Durante il suo primo mandato Dilma Rousseff s’è dimostrata un’appassionata combattente contro la corruzione. Il secondo mandato le darà la possibilità di modernizzare il Paese, creare condizioni sociali e politiche favorevoli a milioni di brasiliani. La notizia della improvvisa ascesa di Marina Silva a candidata del Partito Socialista (invece di Eduardo Campos, morto in un incidente aereo verificatosi in circostanze più che sospette) perde effetto. È davvero difficile adempiere alla missione di fingere di essere una politica attenta al destino della gente comune. La pressione psicologica durante la corsa aumenta e Silva compie spesso errori, per esempio ha sminuito i poveri dicendo che dubita dell’opportunità di fornirgli sostegno governativo. Ciò è piuttosto scioccante visto che Marina Silva appartiene a coloro che sono passati dalle stalle alle stelle. Un sondaggio di Datafolha a una settimana dal 5 ottobre mostra che Dilma vanta il sostegno del 40% dei votanti, il 27% per Silva e il 18% per Aesio Neves, il candidato dei socialdemocratici. Dilma ha reali possibilità nel ballottaggio (26 ottobre), con il 47% pronto a votarla contro il 43% per Silva. Con un errore dell’1-2%, Dilma vincerà se gli Stati Uniti non inscenano una grave provocazione contro di lei. I giornalisti di New York cercavano di sapere cosa pensi Dilma delle sue chance elettorali. Ha evitato di rispondere dicendo che, come aveva già spiegato, non ha mai commentato le previsioni di un qualsiasi sondaggio. Un giornalista brasiliano ha fatto un ulteriore tentativo di farla parlare chiedendole se il suo umore era migliorato per gli ultimi sondaggi a lei favorevoli. Dilma ha detto sorridendo, “Caro, io continuo a sorridere, in caso contrario la vita non varrebbe niente. È d’accordo, no?”
La ripubblicazione è gradita in riferimento al giornale on-line della Strategic Culture Foundation.Gli esperti di politica estera dell’America Latina ritengono che le avventure militari degli Stati Uniti e della NATO, volte a stabilire il nuovo ordine mondiale del blocco occidentale dall’indebolito potenziale finanziario ed economico, rappresentino una grave minaccia per la regione. La caotica politica internazionale statunitense prevede l’uso della forza e provoca gli Stati “ostili”, tra cui potenze nucleari, inevitabilmente suscitando preoccupazione tra i politici ragionevoli del continente latino-americano. Sotto Obama, gli Stati Uniti hanno tentato di far cadere governi legali in Venezuela, Ecuador e Bolivia. Capi di Stato considerati “populisti” da Washington, sono stati privati del potere in Honduras e Paraguay, sospettati di volersi liberare delle strutture militari USA sul loro suolo. Frustrata da Dilma Rousseff, la Casa Bianca cerca politici leali nel Paese, puntando su Marina Silva e il suo sponsor finanziario Maria “Neca” Setubal. Costei s’è laureata presso l’Università di San Paolo in sociologia e scienze politiche. Ha lavorato in organizzazioni internazionali come la Banca Mondiale ed è stata ministra dell’istruzione. Neca è assai nota in Brasile, dove controlla la banca Itau ed appartiene alla una delle famiglie più ricche del Paese. Dal 2010 Neca finanzia l’elezione di Silva. Nel 2014 ha coordinato lo staff di Silva ed ha versato 2 milioni di dollari al suo fondo elettorale. Il vero sostegno agli sforzi elettorali del Silva da parte di industriali brasiliani e stranieri è assai più significativo. I servizi speciali statunitensi usano i loro fondi segreti per la propaganda in Brasile. Diffondono informazioni false per screditare la squadra di Dilma, il governo ed attivisti del Partito dei Lavoratori. E’ facile capire perché Setubal vuole che Silva vada al potere, è il modo migliore per porre fine al processo in cui la banca Itau è accusata di evasione fiscale per la somma di 18,7 milioni di real brasiliani. Sei anni fa banca Itau ed Unibanco si fusero, ma 11,8 miliardi di real non furono versati a titolo d’imposta sul reddito, così come 6,8 miliardi di interessi e risarcimenti per danni sociali e penali.
Durante il suo primo mandato Dilma Rousseff s’è dimostrata un’appassionata combattente contro la corruzione. Il secondo mandato le darà la possibilità di modernizzare il Paese, creare condizioni sociali e politiche favorevoli a milioni di brasiliani. La notizia della improvvisa ascesa di Marina Silva a candidata del Partito Socialista (invece di Eduardo Campos, morto in un incidente aereo verificatosi in circostanze più che sospette) perde effetto. È davvero difficile adempiere alla missione di fingere di essere una politica attenta al destino della gente comune. La pressione psicologica durante la corsa aumenta e Silva compie spesso errori, per esempio ha sminuito i poveri dicendo che dubita dell’opportunità di fornirgli sostegno governativo. Ciò è piuttosto scioccante visto che Marina Silva appartiene a coloro che sono passati dalle stalle alle stelle. Un sondaggio di Datafolha a una settimana dal 5 ottobre mostra che Dilma vanta il sostegno del 40% dei votanti, il 27% per Silva e il 18% per Aesio Neves, il candidato dei socialdemocratici. Dilma ha reali possibilità nel ballottaggio (26 ottobre), con il 47% pronto a votarla contro il 43% per Silva. Con un errore dell’1-2%, Dilma vincerà se gli Stati Uniti non inscenano una grave provocazione contro di lei. I giornalisti di New York cercavano di sapere cosa pensi Dilma delle sue chance elettorali. Ha evitato di rispondere dicendo che, come aveva già spiegato, non ha mai commentato le previsioni di un qualsiasi sondaggio. Un giornalista brasiliano ha fatto un ulteriore tentativo di farla parlare chiedendole se il suo umore era migliorato per gli ultimi sondaggi a lei favorevoli. Dilma ha detto sorridendo, “Caro, io continuo a sorridere, in caso contrario la vita non varrebbe niente. È d’accordo, no?”
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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