Fonte: Intelligonews
Allora Ferrero, le parole di Napolitano sono un esplicito invito ad accelerare sulle riforme del lavoro. Chi si oppone ora dovrà vedersela anche con il Capo dello Stato?
“Napolitano non la smette di combinare guai: prima ha portato Monti al governo, e ora, dopo l’esperienza negativa di Letta, fa da sponda a Renzi su una riforma del lavoro che peggiorerà ulteriormente le condizioni occupazionali di questo Paese. In questa tragica continuità il Capo dello Stato fa un intervento del tutto al di fuori del proprio mandato. Ormai Napolitano e Renzi sono due figuranti della stessa commedia, con il primo che da legittimità al secondo ed entrambi usano il parlamento per smantellare la Costituzione”.
Intanto anche diverse agenzie internazionali sostengono che non sarà la libertà di licenziare a far tornare a crescere il Pil italiano…
“Ma lo sanno anche i bambini che un imprenditore assume non perché ha la possibilità di licenziare ma perché ha nuovi ordini e di conseguenza ha bisogno di nuova forza lavoro. Creare nuova precarietà invece scoraggerà ulteriormente i consumi interni. In passato il New deal e le teorie di Keynes hanno dimostrato che per far ripartire l’economia c’era bisogno di un maggiore trasferimento di ricchezza dalle banche e dai grandi possidenti ai lavoratori e ai soggetti più deboli. Quindi abolire l’art. 18 serve solo a distruggere il sindacato e dare più potere ai datori di lavoro. È una logica di classe guidata dall’alto. Il risultato finale di questa operazione sarà la generalizzazione di una situazione di iper-sfruttamento che al momento vivono alcune categorie di lavoratori precari”.
Nel Pd si registrano diverse voci dissidenti su questo tema. Finora però non si mai registrato nessuno strappo vero all’interno del partito. Anche stavolta Renzi farà passare la sua linea senza colpo ferire?
E quello che sta alla sinistra del Pd come intende reagire?
“Noi del Prc saremo nelle varie manifestazioni di protesta dei lavoratori e poi, con le altre realtà che hanno aderito alla lista ‘L’Altra Europa con Tsipras’, stiamo organizzando per il 29 novembre una grande manifestazione nazionale contro le politiche del governo Renzi. Ci siamo presi molto tempo per prepararla bene”.
Magari durante l’autunno Renzi riuscirà a portare a casa qualche risultato. Non crede?
“Ma Renzi ha già fallito su tutta la linea, e sta coprendo i suoi fallimenti con il dibattito sul art. 18. Il premier ha stravinto le elezioni europee dicendo che avrebbe scardinato l’Ue ma non ha ottenuto nulla, nemmeno un virgola per quanto riguarda la flessibilità, per non parlare poi dell’emergenza immigrazione. Con l’aggravante che Renzi si è ritrovato anche il semestre di presidenza di turno. Non è risuscito a tenere fede nemmeno alla promessa che avrebbe tenuto una conferenza europea sulla disoccupazione: siamo a metà semestre e ancora non è stata fissata
Questo fallimento di cui lei parla non sembra emergere dalla stampa italiana. Anche alcune testate vicine alla destra plaudono all’azione innovatrice di Renzi…
“Renzi è un vero demagogo sta che realizzando i piani della P2 con lo stile del presidenzialismo più demenziale. Esiste una dittatura mediatica soft. Basta ricordare che nessuna testata si sta occupando della trattativa in corso tra Usa e Ue sul TTIP, il partenariato trans-atlantico per il commercio e gli investimenti. In pratica si vogliono eliminare anche le ultime regole che disciplinano il libero mercato”.
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