Fonte: Aurora sito
Il colpo di Stato in Ucraina è un
esempio preoccupante delle crescenti tendenze neo-naziste in Europa
orientale, ha detto a un giornale serbo il presidente russo Vladimir
Putin, sottolineando che “manifestazioni aperte” di neo-nazismo sono
comuni anche nei Paesi baltici. “Purtroppo, in alcuni Paesi europei il
‘vaccino’ al virus nazista creato dal Tribunale di Norimberga perde
efficacia. Ciò è chiaramente dimostrato dalle aperte manifestazioni di
neo-nazismo già comuni in Lettonia e altri Paesi baltici”, ha detto
Putin al giornale Politika prima della visita in Serbia. “La situazione
in Ucraina, dove nazionalisti e altri gruppi radicali hanno provocato un
colpo di Stato anticostituzionale a febbraio, causa particolare
preoccupazione in tale senso”. Di seguito è riportato il testo integrale
dell’intervista.
Politika:
venite a Belgrado per prendere parte alle celebrazioni per commemorare
il 70.mo anniversario della liberazione della città dall’occupazione
della Germania nazista. Perché, a suo avviso, è importante commemorare
oggi tali eventi?
Vladimir Putin: Prima di tutto, vorrei ringraziare la
leadership serba per l’invito a visitare la Serbia e a partecipare alle
celebrazioni per commemorare il 70° anniversario della liberazione di
Belgrado dall’occupazione della Germania nazista. Siamo veramente grati
ai nostri amici serbi per il loro modo di far tesoro della memoria dei
soldati sovietici che combatterono insieme con l’Esercito di Liberazione
Nazionale della Jugoslavia contro le truppe di occupazione di Hitler.
Durante la seconda guerra mondiale, oltre 31000 ufficiali e soldati
dell’Armata Rossa furono uccisi, feriti o scomparvero nel territorio
della ex-Jugoslavia. Circa 6000 cittadini sovietici combatterono contro
gli invasori nelle file dell’Esercito di Liberazione Nazionale. Il loro
coraggio ha avvicinato la nostra comune vittoria sul nazismo e sarà
sempre ricordata dai nostri popoli come esempio di coraggio,
determinazione inflessibile e servizio disinteressato alla Patria. E’
difficile sopravvalutare l’importanza dei prossimi eventi. Settanta anni
fa le nostre nazioni unirono le forze per sconfiggere l’ideologia
criminale in odio all’umanità che minacciava l’esistenza stessa della
nostra civiltà. E oggi è anche importante che i popoli di diversi Paesi e
continenti ricordino le terribili conseguenze che possono derivare
dalla convinzione nella propria eccezionalità, cercando di raggiungere
obiettivi geopolitici dubbi con qualsiasi mezzo e in disprezzo delle
norme fondamentali del diritto e della morale. Dobbiamo fare tutto
quanto in nostro potere per evitare simili tragedie in futuro.
Purtroppo, in alcuni Paesi europei il “vaccino” al virus nazista creato
dal Tribunale di Norimberga perde efficacia. Ciò è chiaramente
dimostrato dalle manifestazioni aperte di neo-nazismo già comuni in
Lettonia e altri Paesi baltici. La situazione in Ucraina, dove
nazionalisti e altri gruppi radicali hanno provocato un
anticostituzionale colpo di Stato a febbraio, causa particolare
preoccupazione a tale riguardo. Oggi, è nostro dovere comune combattere
la glorificazione del nazismo. Dobbiamo opporci con fermezza ai
tentativi di rivedere i risultati della seconda guerra mondiale e
costantemente combattere eventuali forme e manifestazioni di razzismo,
xenofobia, nazionalismo aggressivo e sciovinismo. Sono sicuro che le
celebrazioni di Belgrado, che devono diventare un’altra manifestazione
di sincera amicizia tra i nostri popoli sulla base di affinità, rispetto
reciproco, parentela spirituale, fratellanza d’armi negli anni della
seconda guerra mondiale, contribuirà anche ad affrontare tali sfide. Ci
auguriamo che la conservazione della memoria storica continui ad
aiutarci a rafforzare pace, stabilità e benessere dello spazio comune
europeo.
Politika: Come vede le
relazioni russo-serbe oggi? Cosa è stato raggiunto negli ultimi 20 anni e
quale futuro prevede per la tendenza all’interazione tra i due Paesi?
Vladimir Putin: la Serbia è sempre stata ed è tuttora
uno dei principali partner della Russia in Europa sud-orientale. I
nostri popoli sono uniti dalla secolari tradizionali amicizia e
cooperazione fruttuosa. Il loro sviluppo è favorito da interessi comuni
in politica, economia, cultura e molti altri campi. Oggi, le relazioni
russo-serbe avanzano. Nel 2013, il presidente della Serbia Tomislav
Nikolic e io firmammo la Dichiarazione inter-statale sul partenariato
strategico, riaffermando la nostra condivisa volontà di promuovere la
collaborazione su ampia scala in tutti i settori chiave. Abbiamo
mantenuto contatti politici attivi per discutere di importanti questioni
bilaterali e internazionali con spirito di fiducia e per concordare
misure pratiche comuni. I nostri governi collaborano strettamente in
seno a Nazioni Unite, OSCE, Consiglio d’Europa e molte altre
organizzazioni. Siamo soddisfatti del progresso costante nei nostri
rapporti economici sostenuti dal regime di libero scambio esistente tra i
nostri Paesi. Nel 2013, il nostro mutuo commercio è cresciuto del 15
per cento, pari a 1,97 miliardi di dollari e nei primi sei mesi del 2014
è aumentato di un altro 16,5 per cento, per 1,2 miliardi. Ci aspettiamo
di raggiungere i 2 miliardi di dollari entro la fine dell’anno. Un
trend positivo continua anche nel campo degli investimenti. Il totale
degli investimenti russi in Serbia ha superato i 3 miliardi. La maggior
parte dei fondi sono stati investiti nel settore energetico,
strategicamente importante. Un esempio di collaborazione riuscita è il
gigante energetico Industria Petrolifera della Serbia, trasformando
un’impresa in perdita in un importante contribuente del bilancio dello
Stato serbo. Il progetto South Stream fornirà alla Serbia oltre 2
miliardi di euro in nuovi investimenti e ne rafforzerà
significativamente la sicurezza energetica. Le infrastrutture
ferroviarie della Serbia sono state ricostruite ed aggiornate con la
partecipazione delle Ferrovie Russe e il nostro sostegno sotto forma di
prestiti. Sono lieto di vedere che le aziende serbe svolgono un ruolo
attivo nel promettente mercato russo. Ad esempio, forniscono prodotti
agricoli e industriali di alta qualità. Vorrei sottolineare un altro
importante settore della nostra cooperazione bilaterale. Negli ultimi
anni, il Centro umanitario russo-serbo di Nis ha preso parte ad
operazioni di risposta alle catastrofi nei Balcani in diverse occasioni.
Lo scorso maggio, i soccorritori russi hanno aiutato ad evacuare
persone nel corso di una grave alluvione. Gli aerei del ministero delle
Emergenze russo hanno compiuto diversi voli per fornire oltre 140
tonnellate di aiuti umanitari alla Serbia. Il crescente interesse
reciproco dei popoli russo e serbo a storia e cultura dei nostri Paesi è
anche la prova delle approfondite relazioni umanitarie. Questo autunno,
la Serbia ospita con grande successo i Giorni della cultura spirituale
russa. L’evento centrale è la mostra intitolata Russia e Serbia: Storia
delle connessioni spirituali, 14.mo-19.mo secolo. Programmiamo
l’ampliamento degli scambi culturali, educativi, scientifici e
giovanili, e la promozione di eventi turistici e sportivi. Sono
fiducioso che la mia prossima visita a Belgrado darà nuovo impulso alle
relazioni russo-serbe, tradizionalmente amichevoli, che continuano a
crescere e a rafforzarsi di anno in anno.
Politika: Attualmente vi
sono molte speculazioni sulla possibile riduzione delle forniture di
gas russo all’Europa a causa del debito dell’Ucraina. I consumatori
europei si preparano per un inverno freddo? E il futuro del progetto
South Stream è di grande interesse per la Serbia?
Vladimir Putin: Prima di tutto vorrei sottolineare che
la Russia assolve appieno ai propri obblighi riguardo le forniture di
gas ai consumatori europei. Vogliamo approfondire ulteriormente la
nostra cooperazione con l’UE nel settore dell’energia, dove siamo
partner naturali, in modo trasparente e prevedibile. Dall’inizio del 21°
secolo, abbiamo implementato con successo una serie di grandi progetti
insieme ai nostri partner europei. Tra cui il gasdotto Nord Stream,
fattore importante per ridurre al minimo i rischi di transito e
assicurare le forniture di gas all’Europa senza interruzioni. Negli
ultimi mesi, Gazprom ha attivamente aumentato le riserve di gas nei
depositi degli impianti europei. Tali misure hanno lo scopo di evitare
interruzioni e soddisfare la domanda nel picco invernale. Naturalmente,
siamo consapevoli dei rischi generati dalla crisi ucraina. Siamo stati
costretti ad interrompere le forniture di gas all’Ucraina lo scorso
giugno perché le autorità di Kiev rifiutano di pagare il gas già
ricevuto. Alla fine dell’estate e all’inizio dell’autunno, abbiamo
tenuto una serie di consultazioni tripartite con la partecipazione di
Russia, UE e Ucraina, dove abbiamo discusso di possibili soluzioni
reciprocamente accettabili al problema della liquidazione del debito del
gas ucraino, ripresa della forniture all’Ucraina sospese da parte
ucraina, e transito degli idrocarburi in Europa. Siamo pronti a
continuare colloqui costruttivi su tali temi. Sul futuro
dell’esportazione del gas russo in Europa, il problema del transito sul
territorio ucraino rimane. Una delle soluzioni più ovvie potrebbe essere
diversificare le rotte. A questo proposito, ci auguriamo che la
Commissione europea possa finalmente decidere nel prossimo futuro
sull’uso a piena capacità del gasdotto OPAL. Inoltre, dobbiamo risolvere
la situazione di stallo sul South Stream. Siamo convinti che questo
progetto contribuirà in modo significativo alla sicurezza energetica
integrata dell’Europa. Ne trarranno beneficio tutti, la Russia così come
i consumatori europei, tra cui la Serbia.
Politika: Secondo Lei,
qual è l’obiettivo finale delle sanzioni contro la Russia, imposte da UE
e Stati Uniti? Fin quando dureranno, a Suo parere, e quanti danni
possono causare alla Russia?
Vladimir Putin: Questa domanda deve essere indirizzata a
Unione europea e Stati Uniti, il cui ragionamento è difficile da
capire. Qualsiasi persona imparziale sa che non è la Russia che ha
organizzato il colpo di Stato in Ucraina, causando la grave crisi
politica interna e la spaccatura nella società. La presa del potere
incostituzionale ha avviato gli eventi successivi, come in Crimea. Il
popolo di Crimea, vedendo la complessità e l’imprevedibilità della
situazione, per tutelare i propri diritti a madrelingua, cultura e
storia, decise d’indire un referendum nel pieno rispetto della Carta
delle Nazioni Unite, a seguito del quale la penisola si è riunita alla
Russia. I nostri partner devono essere ben consapevoli che tentando di
fare pressione sulla Russia con misure restrittive unilaterali e
illegittime, non otterranno una soluzione ma piuttosto impediranno il
dialogo. Come si può parlare di de-escalation in Ucraina, mentre si
decidono nuove sanzioni, introdotte contemporaneamente agli accordi sul
processo di pace? Se l’obiettivo principale è isolare il nostro Paese,
si tratta di un obiettivo assurdo e illusorio, ovviamente impossibile da
raggiungere, ma la salute economica dell’Europa e del mondo può esserne
seriamente compromessa. Riguarda la durata delle misure di restrizione,
dipende anche da Stati Uniti e Unione europea. Da parte nostra,
adotteremo un approccio equilibrato nella valutazione dei rischi e
dell’impatto delle sanzioni, rispondendo ad esse procedendo secondo i
nostri interessi nazionali. E’ evidente che il calo della fiducia
reciproca è destinato ad avere impatto negativo sul clima
imprenditoriale internazionale in generale e sulle azioni delle società
europee e statunitensi in Russia, tenendo presente che tali società
avranno difficoltà a riprendersi dai danni alla reputazione. Inoltre,
altri Paesi rifletteranno attentamente se sia saggio investire i loro
fondi nel sistema bancario statunitense, aumentando la loro dipendenza
dalla cooperazione economica con gli Stati Uniti.
Politika: Cosa pensa del
futuro delle relazioni russo-ucraine? Stati Uniti e Russia
ristabiliranno una partnership strategica dopo tutto ciò che è successo,
o costruiranno le loro relazioni in modo diverso?
Vladimir Putin: riguardo la Russia, le sue relazioni
con l’Ucraina hanno sempre svolto e continueranno a svolgere un ruolo
molto importante. Le nostre nazioni sono indissolubilmente legate da
radici spirituali, culturali e di civiltà comuni. Abbiamo fatto parte di
un unico Stato per secoli, e la grande esperienza storica e milioni di
destini intrecciati non possono essere negati o dimenticati. Nonostante
la difficile fase attuale delle relazioni russo-ucraine, siamo
interessati a una progressiva, equa e reciprocamente vantaggiosa
collaborazione con i nostri partner ucraini. In pratica, ciò sarà
possibile dopo che solide pace e stabilità saranno raggiunte in Ucraina.
Pertanto, ci auguriamo di vedervi la fine della profonda e prolungata
crisi politica ed economica. Oggi vi è la reale opportunità di por
termine al confronto armato, che equivale in realtà ad una guerra
civile. Sono già stati fatti i primi passi in tale direzione. E’
fondamentale avviare un vero dialogo intra-ucraino al più presto,
coinvolgendo i rappresentanti di tutte le regioni e forze politiche.
Questo approccio è stato documentato nella Dichiarazione di Ginevra del
17 aprile. Il dialogo nazionale deve concentrarsi sulla struttura
costituzionale dell’Ucraina e il futuro del Paese, dove tutti i
cittadini, senza eccezione, vivranno comodamente e in tutta sicurezza.
Sui rapporti russo-statunitensi, il nostro obiettivo è sempre stato
costruire relazioni di partenariato aperto con gli Stati Uniti. In
cambio, però, abbiamo visto diversi tentativi d’interferire nei nostri
affari interni. Tutto ciò che è accaduto dall’inizio di quest’anno è
ancora più inquietante. Washington ha sostenuto attivamente le proteste a
Majdan, e quando i suoi scagnozzi a Kiev hanno aggredito la maggioranza
ucraina con un nazionalismo rabbioso e gettato il Paese nella guerra
civile, ha accusato la Russia di aver provocato la crisi. Ora il
presidente Barack Obama, nel suo discorso all’Assemblea Generale delle
Nazioni Unite, parla di “aggressione russa all’Europa” come una delle
tre principali minacce dell’umanità assieme al mortale virus Ebola e
allo Stato islamico. Insieme alle sanzioni contro interi settori della
nostra economia, tale approccio può essere definito solo come ostile.
Gli Stati Uniti si sono spinti a dichiarare la sospensione della nostra
cooperazione nell’esplorazione dello spazio e nell’energia nucleare.
Hanno inoltre sospeso l’attività della Commissione bilaterale
presidenziale Russia-USA istituita nel 2009, che comprendeva 21 gruppi
di lavoro dedicati, tra l’altro, alla lotta al terrorismo e al traffico
di droga. Allo stesso tempo, non è la prima crisi nelle relazioni tra i
nostri Paesi. Speriamo che i nostri partner si rendano conto della
futilità dei tentativi di ricattare la Russia e ricordino quali
conseguenze la discordia tra le maggiori potenze nucleari possano avere
per la stabilità strategica. Da parte nostra, siamo pronti a sviluppare
una cooperazione costruttiva basata sui principi di uguaglianza e
genuino rispetto degli interessi altrui.
Copyright © 2014 Global ResearchTraduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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