Fonte: Aurora sito
La
partnership strategica russo-cinese (RCSP), ideata nel 1996, è
l’ancora geopolitica dell’Eurasia del 21° secolo, plasmandone
evoluzione ed ingresso nel mondo multipolare. Nessun altro rapporto
politico tra attori dei due continenti vi si avvicina, facendo della
RCSP l’unico formidabile rivale degli Stati Uniti con le loro alleanze
militari privilegiate con NATO, regni del Golfo e Giappone. Nella lotta
di questo secolo per il supercontinente, l’interazione tra RCSP e
Stati Uniti definirà la politica mondiale.
Detrattori o distrattori?
Molto rumore proviene dai media occidentali sulla RCSP, con qualche illuminazione dell’importanza sfida al Washington Consensus, e altro, presentata come null’altro che l’aggravarsi della dipendenza di Mosca da Pechino. Tali vedute vengono spesso strombazzate sia per spaventare gli statunitensi e giustificare l’aggressione del loro governo a Russia e Cina, che per alimentare la disinformazione volta a dividere Russia e Cina. Solo raramente la RCSP viene citata come avvertimento agli Stati Uniti nel moderare le proprie politiche, modo più competente di presentare tali fatti all’elettore occidentale. L’intento dell’articolo è sostenere provocatoriamente che la RCSP è già una realtà nel mondo in divenire, manifestazione dell’incubo di Washington che si estende dall’Eurasia al Nord Africa e America Latina, sfidando l’ordine occidentale, ma solo per guidarne la transizione al mondo multipolare, obiettivo di entrambi i Paesi nella loro solidarietà dal 1997. La riluttanza degli Stati Uniti nel riconoscere i cambiamenti radicali verificatisi nel mondo, da allora, e l’insistenza nel prolungare il momento unipolare in dissoluzione, sono le maggiori cause della destabilizzazione globale attuale. Nonostante i detrattori che cercano di suscitare paure e le tattiche divisive dei distrattori, la RCSP è solida, difensiva e più unita che mai. Esplorando le convergenze della politica russo-cinese nei settori chiave dell’Eurasia e altrove, l’articolo dimostrerà che la RCSP è viva e in crescita, e che attivamente avvicina il mondo al multipolarismo.
Molto rumore proviene dai media occidentali sulla RCSP, con qualche illuminazione dell’importanza sfida al Washington Consensus, e altro, presentata come null’altro che l’aggravarsi della dipendenza di Mosca da Pechino. Tali vedute vengono spesso strombazzate sia per spaventare gli statunitensi e giustificare l’aggressione del loro governo a Russia e Cina, che per alimentare la disinformazione volta a dividere Russia e Cina. Solo raramente la RCSP viene citata come avvertimento agli Stati Uniti nel moderare le proprie politiche, modo più competente di presentare tali fatti all’elettore occidentale. L’intento dell’articolo è sostenere provocatoriamente che la RCSP è già una realtà nel mondo in divenire, manifestazione dell’incubo di Washington che si estende dall’Eurasia al Nord Africa e America Latina, sfidando l’ordine occidentale, ma solo per guidarne la transizione al mondo multipolare, obiettivo di entrambi i Paesi nella loro solidarietà dal 1997. La riluttanza degli Stati Uniti nel riconoscere i cambiamenti radicali verificatisi nel mondo, da allora, e l’insistenza nel prolungare il momento unipolare in dissoluzione, sono le maggiori cause della destabilizzazione globale attuale. Nonostante i detrattori che cercano di suscitare paure e le tattiche divisive dei distrattori, la RCSP è solida, difensiva e più unita che mai. Esplorando le convergenze della politica russo-cinese nei settori chiave dell’Eurasia e altrove, l’articolo dimostrerà che la RCSP è viva e in crescita, e che attivamente avvicina il mondo al multipolarismo.
Parte I: Struttura
Prima di passare ai dettagli geopolitici della RCSP, occorrerà identificarne le basi strutturali: il ruolo di Russia e Cina, le basi della loro cooperazione e le azioni istituzionali per la ristrutturazione dell’ordine internazionale.
Prima di passare ai dettagli geopolitici della RCSP, occorrerà identificarne le basi strutturali: il ruolo di Russia e Cina, le basi della loro cooperazione e le azioni istituzionali per la ristrutturazione dell’ordine internazionale.
Contrappeso russo e porta cinese
Ci sono ruoli definiti che entrambi i partner svolgono nella loro interazione. La Russia agisce come equilibratore militar-politico in Eurasia, divenendo un’alternativa (che siano Stati Uniti o Cina) per grandi potenze, Stati emergenti ed entità interessate. Verrà mostrato come funziona la stretta collaborazione della Russia con la Cina nell’assicurarsi che questo equilibrio raggiunga gli obiettivi strategici di entrambi, a volte riproducendo la dinamica del ‘poliziotto buono, poliziotto cattivo’. La Cina, da parte sua, è sulla via del sorpasso degli Stati Uniti quale prima economia mondiale in termini di PIL, quest’anno, ed è la potenza economica predominante nel mondo in via di sviluppo. I suoi profondi e privilegiati legami nei mercati in via di sviluppo dell’agricoltura e delle materie prime di Africa, America Latina e Stati del filo di perle ne fa la porta economica della Russia, soprattutto alla luce dei recenti sviluppi. Così, ciò che la Russia può fornire alla Cina in termini di equilibrio militar-politico nelle regioni chiave, la Cina lo ricambia con opportunità economiche e agevolazioni negli scambi tramite i suoi contatti e reti di elitarie. Naturalmente, il tandem tra Russia e Cina è ben lungi dall’essere perfetto, come lo è l’applicazione strategica nel mondo, ma questa è la teoria generale dell’approccio cauto: la Russia è il contrappeso e la Cina la porta. Più agiscono assieme, per esempio in Medio Oriente e America Latina, più se ne intravedono gli obiettivi multipolari puri e lo stretto coordinamento; allo stesso modo, più si avvicinano questi due nuclei eurasiatici, più il rapporto appare complesso e difficile da comprendere.
Ci sono ruoli definiti che entrambi i partner svolgono nella loro interazione. La Russia agisce come equilibratore militar-politico in Eurasia, divenendo un’alternativa (che siano Stati Uniti o Cina) per grandi potenze, Stati emergenti ed entità interessate. Verrà mostrato come funziona la stretta collaborazione della Russia con la Cina nell’assicurarsi che questo equilibrio raggiunga gli obiettivi strategici di entrambi, a volte riproducendo la dinamica del ‘poliziotto buono, poliziotto cattivo’. La Cina, da parte sua, è sulla via del sorpasso degli Stati Uniti quale prima economia mondiale in termini di PIL, quest’anno, ed è la potenza economica predominante nel mondo in via di sviluppo. I suoi profondi e privilegiati legami nei mercati in via di sviluppo dell’agricoltura e delle materie prime di Africa, America Latina e Stati del filo di perle ne fa la porta economica della Russia, soprattutto alla luce dei recenti sviluppi. Così, ciò che la Russia può fornire alla Cina in termini di equilibrio militar-politico nelle regioni chiave, la Cina lo ricambia con opportunità economiche e agevolazioni negli scambi tramite i suoi contatti e reti di elitarie. Naturalmente, il tandem tra Russia e Cina è ben lungi dall’essere perfetto, come lo è l’applicazione strategica nel mondo, ma questa è la teoria generale dell’approccio cauto: la Russia è il contrappeso e la Cina la porta. Più agiscono assieme, per esempio in Medio Oriente e America Latina, più se ne intravedono gli obiettivi multipolari puri e lo stretto coordinamento; allo stesso modo, più si avvicinano questi due nuclei eurasiatici, più il rapporto appare complesso e difficile da comprendere.
La culla della cooperazione
La Shanghai Cooperation Organization (SCO) è la culla in cui la RCSP è nata e cresciuta. Originariamente fondata come i Cinque di Shanghai nel 1996, fu riformata come SCO nel 2001 con l’inclusione dell’Uzbekistan. Da allora, ha stabilito la cooperazione con osservatori come Mongolia, India, Pakistan, Afghanistan e Iran, così come il dialogo per la collaborazione con Sri Lanka, Turchia e Bielorussia. Questi Paesi rientrano direttamente nella sfera immediata della RCSP, in cui Russia e Cina esercitano un certo grado d’importante influenza su vari livelli. Inoltre, la SCO fonda le basi della RCSP, indicando la lotta contro “terrorismo, separatismo ed estremismo in tutte le loro manifestazioni” (quindi anche le rivoluzioni colorate), in quanto nemici principali. Si dà il caso che gli Stati Uniti siano impegnati in tali attività nella campagna per il caos e il controllo in Eurasia, mettendosi così in contrasto esistenziale con Russia e Cina, così come con gli altri aderenti. Non va dimenticato che la SCO conduce anche regolarmente esercitazioni militari congiunte.
La Shanghai Cooperation Organization (SCO) è la culla in cui la RCSP è nata e cresciuta. Originariamente fondata come i Cinque di Shanghai nel 1996, fu riformata come SCO nel 2001 con l’inclusione dell’Uzbekistan. Da allora, ha stabilito la cooperazione con osservatori come Mongolia, India, Pakistan, Afghanistan e Iran, così come il dialogo per la collaborazione con Sri Lanka, Turchia e Bielorussia. Questi Paesi rientrano direttamente nella sfera immediata della RCSP, in cui Russia e Cina esercitano un certo grado d’importante influenza su vari livelli. Inoltre, la SCO fonda le basi della RCSP, indicando la lotta contro “terrorismo, separatismo ed estremismo in tutte le loro manifestazioni” (quindi anche le rivoluzioni colorate), in quanto nemici principali. Si dà il caso che gli Stati Uniti siano impegnati in tali attività nella campagna per il caos e il controllo in Eurasia, mettendosi così in contrasto esistenziale con Russia e Cina, così come con gli altri aderenti. Non va dimenticato che la SCO conduce anche regolarmente esercitazioni militari congiunte.
Il bastione dei BRICS
Nella forma più visibile della RCSP, i due Paesi cooperano come forza nell’ambito dei BRICS. A maggio Putin aveva dichiarato che con la Cina “abbiamo priorità comuni, sia globali che regionali… Abbiamo deciso di coordinare più strettamente la nostra politica estera, anche in seno a Nazioni Unite, BRICS e APEC… Non abbiamo divergenze. Al contrario, abbiamo grandi piani che siamo determinati a tradurre in realtà”. Questa innovativa dichiarazione d’intenti globale s’è tradotta nel passaggio indispensabile all’azione al vertice BRICS di luglio in Brasile, in cui i cinque membri hanno fondato la nuova Banca di Sviluppo confrontandosi direttamente con il predominio economico istituzionale occidentale. Memorandum importanti sulla comprensione multipolare e la creazione di una riserva di valuta hanno conformato gli altri importanti risultati del vertice. Si può dunque vedere che i BRICS sono divenuti il baluardo istituzionale del coordinamento mondiale russo-cinese.
Nella forma più visibile della RCSP, i due Paesi cooperano come forza nell’ambito dei BRICS. A maggio Putin aveva dichiarato che con la Cina “abbiamo priorità comuni, sia globali che regionali… Abbiamo deciso di coordinare più strettamente la nostra politica estera, anche in seno a Nazioni Unite, BRICS e APEC… Non abbiamo divergenze. Al contrario, abbiamo grandi piani che siamo determinati a tradurre in realtà”. Questa innovativa dichiarazione d’intenti globale s’è tradotta nel passaggio indispensabile all’azione al vertice BRICS di luglio in Brasile, in cui i cinque membri hanno fondato la nuova Banca di Sviluppo confrontandosi direttamente con il predominio economico istituzionale occidentale. Memorandum importanti sulla comprensione multipolare e la creazione di una riserva di valuta hanno conformato gli altri importanti risultati del vertice. Si può dunque vedere che i BRICS sono divenuti il baluardo istituzionale del coordinamento mondiale russo-cinese.
Sintesi strutturale
Russia e Cina hanno ruoli distinti nel loro tandem del potere, e ancora ne perfezionano l’interazione reciproca. La SCO, pur essendo un quadro multilaterale, opera essenzialmente come ente bilaterale della grande cooperazione russo-cinese, con l’Asia centrale come campo di attuazione di future applicazioni esterne. La continua collaborazione istituzionale tra Russia e Cina appare chiaramente nei BRICS, in particolare nell’ultimo vertice. Una volta analizzati unitariamente, entrambi i Paesi uniscono le forze nelle istituzioni appropriate, perseguendo l’obiettivo comune della multipolarità.
Russia e Cina hanno ruoli distinti nel loro tandem del potere, e ancora ne perfezionano l’interazione reciproca. La SCO, pur essendo un quadro multilaterale, opera essenzialmente come ente bilaterale della grande cooperazione russo-cinese, con l’Asia centrale come campo di attuazione di future applicazioni esterne. La continua collaborazione istituzionale tra Russia e Cina appare chiaramente nei BRICS, in particolare nell’ultimo vertice. Una volta analizzati unitariamente, entrambi i Paesi uniscono le forze nelle istituzioni appropriate, perseguendo l’obiettivo comune della multipolarità.
Parte II: Applicazione geopolitica
Ora è il momento di seguire le applicazioni geopolitiche della RCSP. Questa sezione inizierà con l’Asia nordorientale e poi procederà in senso antiorario esplorando il doppio approccio verso Asia centrale, Asia meridionale e sud-est asiatico. Poi passerà all’Europa prima di guardare a Medio Oriente/Nord Africa (MENA) e America Latina. Solo in Africa la RCSP deve ancora maturare, anche se ci sono sicuramente possibilità per la Cina di bilanciare l’influenza della Russia nel continente, in futuro, e d’influenzare i leader regionali espandendone i legami commerciali con Mosca. Infine, la conclusione unificherà l’articolo dimostrando che la RCSP è veramente il rapporto più importante del 21° secolo e veicolo definitivo del multipolarismo. Al lettore si consiglia di tenere a mente quanto segue durante la lettura di questa sezione: ogni mano della RCSP è destinata a lavare l’altra e a completare la controparte nelle regioni/Stati in cui sarebbe in svantaggio rispetto al partner, con lo scopo finale di stabilire un vero multipolarismo globale. Con ciò premesso, l’esame della geopolitica della RCSP inizia.
Ora è il momento di seguire le applicazioni geopolitiche della RCSP. Questa sezione inizierà con l’Asia nordorientale e poi procederà in senso antiorario esplorando il doppio approccio verso Asia centrale, Asia meridionale e sud-est asiatico. Poi passerà all’Europa prima di guardare a Medio Oriente/Nord Africa (MENA) e America Latina. Solo in Africa la RCSP deve ancora maturare, anche se ci sono sicuramente possibilità per la Cina di bilanciare l’influenza della Russia nel continente, in futuro, e d’influenzare i leader regionali espandendone i legami commerciali con Mosca. Infine, la conclusione unificherà l’articolo dimostrando che la RCSP è veramente il rapporto più importante del 21° secolo e veicolo definitivo del multipolarismo. Al lettore si consiglia di tenere a mente quanto segue durante la lettura di questa sezione: ogni mano della RCSP è destinata a lavare l’altra e a completare la controparte nelle regioni/Stati in cui sarebbe in svantaggio rispetto al partner, con lo scopo finale di stabilire un vero multipolarismo globale. Con ciò premesso, l’esame della geopolitica della RCSP inizia.
Asia orientale
L’essenza della RCSP in Asia nordorientale è affrontare con attenzione la “portaerei inaffondabile” degli Stati Uniti e neutralizzarne la letalità. Russia e Cina avevano già dispute territoriali con il Giappone, prima dell’avvio della RCSP, ma il Giappone non ha aggravato tali tensioni che nei primi anni 2010. Il problema giapponese potrebbe più accuratamente essere visto come un problema statunitense, a causa dell’occupazione e della mutua sicurezza reciproca con il Paese, quindi tramite un delegato, la RCSP effettivamente affronta l’ostruzione statunitense al processo di pacificazione del Nordest asiatico. Tokyo ha sempre la ‘clausola per optare’ per la normalizzazione dei rapporti con Mosca (nell’interesse nazionale di entrambi gli attori), ma ciò non sembra apparire nell’orizzonte dell’amministrazione Abe. L’occupazione statunitense è troppo forte e influente perché il Paese se ne liberi nel prossimo futuro; sarebbe un colpo di fortuna una sua frattura e l’avvio di una vera politica estera indipendente, permettendo a Mosca di svolgere un ruolo positivo nel moderare le azioni di Tokyo verso Pechino. Nel contesto attuale, tuttavia, Russia e Cina sanno che il Giappone, e non la Corea democratica (entrambi i Paesi s’impegnano ai colloqui multilaterali per la denuclearizzazione), pone il forte rischio della destabilizzazione del nord-est asiatico, per via dell’aggressività delle rivendicazioni territoriali, in ciò aiutato e spalleggiato dagli Stati Uniti al fine di avere un partner regionale eterodiretto volto a sabotare la prospettiva della cooperazione pan-regionale. Così, per quanto improbabile possa sembrare al momento, nel caso in cui scoppiasse una guerra, Russia e Cina potrebbero cooperare militarmente o userebbero i più forti strumenti diplomatici e politici a disposizione per spingere il Giappone a fare marcia indietro e fermare le ostilità al più presto possibile.
L’essenza della RCSP in Asia nordorientale è affrontare con attenzione la “portaerei inaffondabile” degli Stati Uniti e neutralizzarne la letalità. Russia e Cina avevano già dispute territoriali con il Giappone, prima dell’avvio della RCSP, ma il Giappone non ha aggravato tali tensioni che nei primi anni 2010. Il problema giapponese potrebbe più accuratamente essere visto come un problema statunitense, a causa dell’occupazione e della mutua sicurezza reciproca con il Paese, quindi tramite un delegato, la RCSP effettivamente affronta l’ostruzione statunitense al processo di pacificazione del Nordest asiatico. Tokyo ha sempre la ‘clausola per optare’ per la normalizzazione dei rapporti con Mosca (nell’interesse nazionale di entrambi gli attori), ma ciò non sembra apparire nell’orizzonte dell’amministrazione Abe. L’occupazione statunitense è troppo forte e influente perché il Paese se ne liberi nel prossimo futuro; sarebbe un colpo di fortuna una sua frattura e l’avvio di una vera politica estera indipendente, permettendo a Mosca di svolgere un ruolo positivo nel moderare le azioni di Tokyo verso Pechino. Nel contesto attuale, tuttavia, Russia e Cina sanno che il Giappone, e non la Corea democratica (entrambi i Paesi s’impegnano ai colloqui multilaterali per la denuclearizzazione), pone il forte rischio della destabilizzazione del nord-est asiatico, per via dell’aggressività delle rivendicazioni territoriali, in ciò aiutato e spalleggiato dagli Stati Uniti al fine di avere un partner regionale eterodiretto volto a sabotare la prospettiva della cooperazione pan-regionale. Così, per quanto improbabile possa sembrare al momento, nel caso in cui scoppiasse una guerra, Russia e Cina potrebbero cooperare militarmente o userebbero i più forti strumenti diplomatici e politici a disposizione per spingere il Giappone a fare marcia indietro e fermare le ostilità al più presto possibile.
Asia centrale
Molto è stato scritto su una presunta rivalità russo-cinese in Asia centrale, ma in realtà non è così, e non è altro che un pio desiderio di coloro che intendono dividere la RCSP e vedere Russia e Cina scornarsi sulla regione. La Russia guida il processo d’integrazione politica ed economica con Kazakistan e Kirghizistan sotto gli auspici dell’Unione eurasiatica, ed ha accordi di mutua sicurezza con Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e nella CSTO (anche partecipando regolarmente alle esercitazioni militari). La Cina, d’altra parte, è più di un leader dal basso profilo in Asia centrale, dopo aver stipulato lucrosi contatti commerciali in questi anni ed accordi energetici estremamente strategici con la maggior parte degli Stati della regione, in primo luogo il Turkmenistan. La situazione in Asia centrale è la seguente: la Russia consolida l’influenza sulla sfera ex-sovietica, con gli Stati con cui già coltivava rapporti profondi, mentre la Cina colma il vuoto in alcuni aspetti economici. E’ della massima importanza per la Cina poter diversificare le rotte d’importazione delle risorse, al fine di evitare lo stretto di Malacca, occupato e controllato dagli USA, da cui l’interesse per l’energia dell’Asia centrale. Tramite l’accettazione implicita della Russia del coinvolgimento della Cina, la RCSP procede senza intoppi, essendo nell’interesse della Russia avere un forte partner in una Cina il più possibile energeticamente indipendente. L’espansione fulminea dell’influenza energetica della Cina in Asia centrale è anche utile alla Russia, comunque. I legami che ha favorito con l’Uzbekistan, che negli ultimi anni s’era allontanato dalla Russia (lasciando la CSTO nel 2012 e programmando di acquistare molte avanzate attrezzature militari della NATO in Afghanistan) e prossimo a divenire il socio eterodiretto degli Stati Uniti dopo la ritirata afghana, potrebbe temperarne le politiche regionali. Non è detto che la Cina possa convincerlo ad astenersi da una maggiore cooperazione militare con gli Stati Uniti, ma potrebbe esercitare l’influenza economica e il forte impatto energetico sull’Uzbekistan cercando di evitare un catastrofico confronto militare con il Tagikistan, che probabilmente coinvolgerebbe la Russia attraverso le sue responsabilità nella CSTO.
Molto è stato scritto su una presunta rivalità russo-cinese in Asia centrale, ma in realtà non è così, e non è altro che un pio desiderio di coloro che intendono dividere la RCSP e vedere Russia e Cina scornarsi sulla regione. La Russia guida il processo d’integrazione politica ed economica con Kazakistan e Kirghizistan sotto gli auspici dell’Unione eurasiatica, ed ha accordi di mutua sicurezza con Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e nella CSTO (anche partecipando regolarmente alle esercitazioni militari). La Cina, d’altra parte, è più di un leader dal basso profilo in Asia centrale, dopo aver stipulato lucrosi contatti commerciali in questi anni ed accordi energetici estremamente strategici con la maggior parte degli Stati della regione, in primo luogo il Turkmenistan. La situazione in Asia centrale è la seguente: la Russia consolida l’influenza sulla sfera ex-sovietica, con gli Stati con cui già coltivava rapporti profondi, mentre la Cina colma il vuoto in alcuni aspetti economici. E’ della massima importanza per la Cina poter diversificare le rotte d’importazione delle risorse, al fine di evitare lo stretto di Malacca, occupato e controllato dagli USA, da cui l’interesse per l’energia dell’Asia centrale. Tramite l’accettazione implicita della Russia del coinvolgimento della Cina, la RCSP procede senza intoppi, essendo nell’interesse della Russia avere un forte partner in una Cina il più possibile energeticamente indipendente. L’espansione fulminea dell’influenza energetica della Cina in Asia centrale è anche utile alla Russia, comunque. I legami che ha favorito con l’Uzbekistan, che negli ultimi anni s’era allontanato dalla Russia (lasciando la CSTO nel 2012 e programmando di acquistare molte avanzate attrezzature militari della NATO in Afghanistan) e prossimo a divenire il socio eterodiretto degli Stati Uniti dopo la ritirata afghana, potrebbe temperarne le politiche regionali. Non è detto che la Cina possa convincerlo ad astenersi da una maggiore cooperazione militare con gli Stati Uniti, ma potrebbe esercitare l’influenza economica e il forte impatto energetico sull’Uzbekistan cercando di evitare un catastrofico confronto militare con il Tagikistan, che probabilmente coinvolgerebbe la Russia attraverso le sue responsabilità nella CSTO.
Asia meridionale
Questa è una regione in cui la RCSP assume una natura molto complessa, estremamente difficile discernere, fatta eccezione per i più attenti osservatori. Tracciando accordi politici, la Russia è il più stretto alleato dell’India, con il nuovo Primo ministro Nahrendra Modi che ha recentemente proclamato che “Se chiedete a qualcuno tra l’oltre miliardo di persone che vive in India, chi sia il più grande amico del nostro Paese, ogni persona, ogni bambino dirà la Russia. Tutti sanno che la Russia è sempre stata a fianco dell’India nei momenti più difficili, e senza chiedere nulla in cambio”. Questo è un rapporto politico di per sé intriso di titaniche implicazioni globali, ma nel contesto della RCSP, permette alla Russia di esercitare una forte influenza sull’India, mantenendo la pace con la Cina, tanto più che quest’ultima ha aumentato drasticamente la retorica sulla disputa di confine, negli ultimi due anni, con uno stile ironicamente simile a quello che il Giappone usa con la Cina. A differenza del Giappone, però, la Cina ha indicato due mesi fa di essere disposta a risolvere finalmente tale disputa, dando così alla Russia il ruolo di stabilizzatore da svolgere da dietro le quinte, in modo che nessuna delle parti agisca incautamente e metta in pericolo i colloqui. Sempre in tale senso, la Cina ha un rapporto strategico assai stretto con il Pakistan, rivale mortale dell’India, e i due Paesi interagiscono su base militare ed economica. La Cina è interessata a un corridoio energetico verso l’Oceano Indiano, saldamente sotto il suo controllo, e il Pakistan ha bisogno del suo grande vicino per coprirsi contro la minaccia indiana. Questo rapporto minaccia ovviamente l’India, trovandosi in cima alle considerazioni della politica estera dell’élite diplomatica della nazione, così come la strategia navale della collana di perle della Cina nell’Oceano Indiano. Questo è il nome dato alla politica cinese volta a stabilire rapporti navali preferenziali con Pakistan, Sri Lanka, Bangladesh e Myanmar, aumentando l’azione nel cortile dell’India e assicurandosi le rotte energetiche che attraversano la regione. Con tale rivalità geopolitica tra India e Cina, il ruolo della Russia verso entrambi gli attori assume un’importanza fondamentale nel garantire pace e stabilità e, a differenza dell’Asia nord-orientale con il Giappone, in Asia del Sud la Russia ha l’alta probabilità di poter influenzare gli eventi in misura più incisiva. Proseguendo nella strategia della collana di perle della Cina, si aprono anche le porte alle opportunità della Russia. Grazie al rapporto di Pechino con Islamabad e la sensibilità politica sull’invio di armi al suo partner, la Russia può agire per delega e vendere elicotteri da combattimento con la pretesa della lotta antidroga del Pakistan. Anche se irrita l’India, ciò rappresenta un “cambio di paradigma” in più di un senso: non solo Russia e Pakistan snobbano l’occidente, ma la Russia può utilizzare la fiducia dell’India per fare accettare (o comunque sopportare) agli indiani questa nuova relazione militare. La vendita aiuta il Pakistan a bilanciare la Cina in quanto delegato verso l’India (non importa quanto sia secondario), e aiuta indirettamente la Russia sulla situazione in Afghanistan nel dopo 2014. Tale sviluppo monumentale è interamente attribuibile all’intercessione della Russia, in quanto se la Cina avesse venduto apparecchiature simili al Pakistan, avrebbe potuto creare una crisi nelle relazioni bilaterali con l’India e affondato i possibili colloqui sulla definizione della disputa sui confini. Inoltre, tangenzialmente, la Russia potrebbe in futuro utilizzare i legami commerciali preferenziali della Cina con i suoi partner della collana di perle, per la diversificazione economica dei prodotti agricoli, obiettivo intrapreso da quando le contro-sanzioni sono state emanate ai primi di agosto. Ciò sarebbe soltanto un ricambio per quanto la Russia ha permesso alla Cina in Asia centrale, con la diversificazione energetica, per esempio; quindi ha un senso nella struttura della RCSP che la Cina aiuti la Russia nel fare questo per la sua agricoltura e la bassa diversificazione commerciale verso l’Asia meridionale. Come è stato sottolineato all’inizio della seconda parte dell’articolo, Russia e Cina sono complementari in tutti i modi possibili, essendo ciò la spina dorsale del partenariato strategico. Se uno apre la porta alla cooperazione con un certo Stato o regione a proprio vantaggio, poi permette all’altro di entrarvi, se non anche dal retro, lontano dal controllo pubblico.
Questa è una regione in cui la RCSP assume una natura molto complessa, estremamente difficile discernere, fatta eccezione per i più attenti osservatori. Tracciando accordi politici, la Russia è il più stretto alleato dell’India, con il nuovo Primo ministro Nahrendra Modi che ha recentemente proclamato che “Se chiedete a qualcuno tra l’oltre miliardo di persone che vive in India, chi sia il più grande amico del nostro Paese, ogni persona, ogni bambino dirà la Russia. Tutti sanno che la Russia è sempre stata a fianco dell’India nei momenti più difficili, e senza chiedere nulla in cambio”. Questo è un rapporto politico di per sé intriso di titaniche implicazioni globali, ma nel contesto della RCSP, permette alla Russia di esercitare una forte influenza sull’India, mantenendo la pace con la Cina, tanto più che quest’ultima ha aumentato drasticamente la retorica sulla disputa di confine, negli ultimi due anni, con uno stile ironicamente simile a quello che il Giappone usa con la Cina. A differenza del Giappone, però, la Cina ha indicato due mesi fa di essere disposta a risolvere finalmente tale disputa, dando così alla Russia il ruolo di stabilizzatore da svolgere da dietro le quinte, in modo che nessuna delle parti agisca incautamente e metta in pericolo i colloqui. Sempre in tale senso, la Cina ha un rapporto strategico assai stretto con il Pakistan, rivale mortale dell’India, e i due Paesi interagiscono su base militare ed economica. La Cina è interessata a un corridoio energetico verso l’Oceano Indiano, saldamente sotto il suo controllo, e il Pakistan ha bisogno del suo grande vicino per coprirsi contro la minaccia indiana. Questo rapporto minaccia ovviamente l’India, trovandosi in cima alle considerazioni della politica estera dell’élite diplomatica della nazione, così come la strategia navale della collana di perle della Cina nell’Oceano Indiano. Questo è il nome dato alla politica cinese volta a stabilire rapporti navali preferenziali con Pakistan, Sri Lanka, Bangladesh e Myanmar, aumentando l’azione nel cortile dell’India e assicurandosi le rotte energetiche che attraversano la regione. Con tale rivalità geopolitica tra India e Cina, il ruolo della Russia verso entrambi gli attori assume un’importanza fondamentale nel garantire pace e stabilità e, a differenza dell’Asia nord-orientale con il Giappone, in Asia del Sud la Russia ha l’alta probabilità di poter influenzare gli eventi in misura più incisiva. Proseguendo nella strategia della collana di perle della Cina, si aprono anche le porte alle opportunità della Russia. Grazie al rapporto di Pechino con Islamabad e la sensibilità politica sull’invio di armi al suo partner, la Russia può agire per delega e vendere elicotteri da combattimento con la pretesa della lotta antidroga del Pakistan. Anche se irrita l’India, ciò rappresenta un “cambio di paradigma” in più di un senso: non solo Russia e Pakistan snobbano l’occidente, ma la Russia può utilizzare la fiducia dell’India per fare accettare (o comunque sopportare) agli indiani questa nuova relazione militare. La vendita aiuta il Pakistan a bilanciare la Cina in quanto delegato verso l’India (non importa quanto sia secondario), e aiuta indirettamente la Russia sulla situazione in Afghanistan nel dopo 2014. Tale sviluppo monumentale è interamente attribuibile all’intercessione della Russia, in quanto se la Cina avesse venduto apparecchiature simili al Pakistan, avrebbe potuto creare una crisi nelle relazioni bilaterali con l’India e affondato i possibili colloqui sulla definizione della disputa sui confini. Inoltre, tangenzialmente, la Russia potrebbe in futuro utilizzare i legami commerciali preferenziali della Cina con i suoi partner della collana di perle, per la diversificazione economica dei prodotti agricoli, obiettivo intrapreso da quando le contro-sanzioni sono state emanate ai primi di agosto. Ciò sarebbe soltanto un ricambio per quanto la Russia ha permesso alla Cina in Asia centrale, con la diversificazione energetica, per esempio; quindi ha un senso nella struttura della RCSP che la Cina aiuti la Russia nel fare questo per la sua agricoltura e la bassa diversificazione commerciale verso l’Asia meridionale. Come è stato sottolineato all’inizio della seconda parte dell’articolo, Russia e Cina sono complementari in tutti i modi possibili, essendo ciò la spina dorsale del partenariato strategico. Se uno apre la porta alla cooperazione con un certo Stato o regione a proprio vantaggio, poi permette all’altro di entrarvi, se non anche dal retro, lontano dal controllo pubblico.
Sud-Est asiatico
Questa regione è una delle più deboli per la RCSP, ma è ancora un’opportunità per entrambi gli Stati. La Cina è coinvolta nell’aspro battibecco con i vicini sui reclami nel Mar Cinese Meridionale, in particolare con il Vietnam. E’ qui che si presenta l’occasione per la Russia di svolgere il ruolo di bilanciamento strategico e di adoperarsi per promuovere la grande partnership con la Cina. Russia e Vietnam hanno un rapporto lungo e cordiale risalente all’epoca sovietica, Mosca fornisce ad Hanoi sottomarini dandogli una relativa tranquillità verso la Cina. Anche se la rivalità cino-vietnamita nel sud-est asiatico non è strutturalmente feroce come quella indiano-pakistana in Asia meridionale, in entrambi i casi la Russia può fungere da mediatore tra i due grazie alla sua posizione unica. E’ ironico che il rapporto russo-vietnamita, costruito durante la guerra fredda per contrastare la Cina, possa ora essere utilizzato per aiutare Pechino in modo contorto. Russia e Cina, come già accennato, hanno bisogno l’uno dell’altro per restare forti e stabili, raggiungendo l’obiettivo a lungo termine del multipolarismo globale, quindi l’invio di armi della Russia al Vietnam non dovrebbe essere visto come un tentativo d’indebolire la Cina, ma piuttosto di ancorare l’influenza di Mosca in un Paese che s’è già dimostrato problematico per Pechino. Attraverso questa profonda presenza, la Russia può quindi influenzare le decisioni dell’élite politica vietnamita operando verso una soluzione costruttiva (o almeno non militare), anche se ciò si traduce in un ‘conflitto congelato’ o prolungamento dell’attuale stallo. Naturalmente, vi sono altri attori che influenzano il Vietnam (in particolare gli USA), ma l’influenza russa ad Hanoi non va sottovalutata, in quanto entrambi i Paesi parlano anche di maggiore cooperazione economica nell’ambito dell’Unione Eurasiatica, mostrando così che il fattore Russia ancora ha un peso nella capitale vietnamita.
Questa regione è una delle più deboli per la RCSP, ma è ancora un’opportunità per entrambi gli Stati. La Cina è coinvolta nell’aspro battibecco con i vicini sui reclami nel Mar Cinese Meridionale, in particolare con il Vietnam. E’ qui che si presenta l’occasione per la Russia di svolgere il ruolo di bilanciamento strategico e di adoperarsi per promuovere la grande partnership con la Cina. Russia e Vietnam hanno un rapporto lungo e cordiale risalente all’epoca sovietica, Mosca fornisce ad Hanoi sottomarini dandogli una relativa tranquillità verso la Cina. Anche se la rivalità cino-vietnamita nel sud-est asiatico non è strutturalmente feroce come quella indiano-pakistana in Asia meridionale, in entrambi i casi la Russia può fungere da mediatore tra i due grazie alla sua posizione unica. E’ ironico che il rapporto russo-vietnamita, costruito durante la guerra fredda per contrastare la Cina, possa ora essere utilizzato per aiutare Pechino in modo contorto. Russia e Cina, come già accennato, hanno bisogno l’uno dell’altro per restare forti e stabili, raggiungendo l’obiettivo a lungo termine del multipolarismo globale, quindi l’invio di armi della Russia al Vietnam non dovrebbe essere visto come un tentativo d’indebolire la Cina, ma piuttosto di ancorare l’influenza di Mosca in un Paese che s’è già dimostrato problematico per Pechino. Attraverso questa profonda presenza, la Russia può quindi influenzare le decisioni dell’élite politica vietnamita operando verso una soluzione costruttiva (o almeno non militare), anche se ciò si traduce in un ‘conflitto congelato’ o prolungamento dell’attuale stallo. Naturalmente, vi sono altri attori che influenzano il Vietnam (in particolare gli USA), ma l’influenza russa ad Hanoi non va sottovalutata, in quanto entrambi i Paesi parlano anche di maggiore cooperazione economica nell’ambito dell’Unione Eurasiatica, mostrando così che il fattore Russia ancora ha un peso nella capitale vietnamita.
Europa
Alla luce dell’attuale spirale nelle relazioni Russia-UE, non c’è praticamente nulla che la Russia possa fare nella RCSP per aiutare la Cina, ma la Cina può offrire un’opportunità alla Russia. Così, uno dei grandi disegni strategici della Cina è facilitare il commercio accelerato con l’UE attraverso un triplice approccio: Nuova Via della Seta (con componenti terrestri e marittime), Ponte Eurasiatico e Rotta Artica. Gli ultimi due passano direttamente sul territorio russo, marittimo o terrestre, aumentando così la prominenza geopolitica della Russia tra Europa e Cina, che piaccia o no all’UE. Non importa se l’Europa ricambia trasportando i propri prodotti attraverso il territorio russo o meno, dato che la Cina ancora prevede nettamente di farlo, consegnando ancora alla Russia una posizione economica più forte e guadagni più tangibili rispetto a prima.
Alla luce dell’attuale spirale nelle relazioni Russia-UE, non c’è praticamente nulla che la Russia possa fare nella RCSP per aiutare la Cina, ma la Cina può offrire un’opportunità alla Russia. Così, uno dei grandi disegni strategici della Cina è facilitare il commercio accelerato con l’UE attraverso un triplice approccio: Nuova Via della Seta (con componenti terrestri e marittime), Ponte Eurasiatico e Rotta Artica. Gli ultimi due passano direttamente sul territorio russo, marittimo o terrestre, aumentando così la prominenza geopolitica della Russia tra Europa e Cina, che piaccia o no all’UE. Non importa se l’Europa ricambia trasportando i propri prodotti attraverso il territorio russo o meno, dato che la Cina ancora prevede nettamente di farlo, consegnando ancora alla Russia una posizione economica più forte e guadagni più tangibili rispetto a prima.
Medio Oriente e Nord Africa (MENA)
Dalla rivoluzione colorata della Primavera araba del 2011, il MENA è il punto focale dell’intenso coordinamento politico russo-cinese. Sergej Lavrov aveva dichiarato nel maggio 2011, dopo un incontro con il ministro degli Esteri cinese, che “Abbiamo deciso di coordinare le nostre azioni utilizzando le capacità di entrambi gli Stati per facilitare una prima stabilizzazione e impedire ulteriori conseguenze negative imprevedibili”. Fu la risposta ovvia alla violazione occidentale della UNSC 1973, quando la risoluzione del Consiglio di Sicurezza fu palesemente violata per giustificare la guerra della NATO alla Libia e il successivo cambio di regime. Chiaramente, Russia e Cina compresero che tale violazione potrà un giorno verificarsi anche più vicino ai loro confini, se non perfino affrontare destabilizzazione interna e relativo indebolimento dello Stato, e quindi anche nei loro stessi Paesi. Nel Medio Oriente si può anche facilmente vedere che entrambi i Paesi adempiono ai loro ruoli specifici nel partenariato. L’interazione della Russia con Siria e Iran, e più recentemente Egitto, visibilmente ne illustra il ruolo di equilibratore militare e politico. La Cina è profondamente coinvolta nel commercio energetico dal MENA, con il 60% del petrolio proveniente da qui. Entra anche nell’economia non-energetica della regione, in particolare negli Emirati Arabi Uniti. Così, oltre al coordinamento politico generale e l’assoluto accordo tra Russia e Cina nel MENA, la regione ne definisce i rispettivi ruoli.
Dalla rivoluzione colorata della Primavera araba del 2011, il MENA è il punto focale dell’intenso coordinamento politico russo-cinese. Sergej Lavrov aveva dichiarato nel maggio 2011, dopo un incontro con il ministro degli Esteri cinese, che “Abbiamo deciso di coordinare le nostre azioni utilizzando le capacità di entrambi gli Stati per facilitare una prima stabilizzazione e impedire ulteriori conseguenze negative imprevedibili”. Fu la risposta ovvia alla violazione occidentale della UNSC 1973, quando la risoluzione del Consiglio di Sicurezza fu palesemente violata per giustificare la guerra della NATO alla Libia e il successivo cambio di regime. Chiaramente, Russia e Cina compresero che tale violazione potrà un giorno verificarsi anche più vicino ai loro confini, se non perfino affrontare destabilizzazione interna e relativo indebolimento dello Stato, e quindi anche nei loro stessi Paesi. Nel Medio Oriente si può anche facilmente vedere che entrambi i Paesi adempiono ai loro ruoli specifici nel partenariato. L’interazione della Russia con Siria e Iran, e più recentemente Egitto, visibilmente ne illustra il ruolo di equilibratore militare e politico. La Cina è profondamente coinvolta nel commercio energetico dal MENA, con il 60% del petrolio proveniente da qui. Entra anche nell’economia non-energetica della regione, in particolare negli Emirati Arabi Uniti. Così, oltre al coordinamento politico generale e l’assoluto accordo tra Russia e Cina nel MENA, la regione ne definisce i rispettivi ruoli.
America Latina
Questa regione, più del MENA, mostra senza dubbio che la RCSP è attiva in condizioni di quasi-laboratorio. L’America Latina è lontana dagli intrighi geopolitici dell’Eurasia, rendendo in tal modo la cooperazione tra Russia e Cina comprensibile anche per l’occhio inabituato ad osservare. Negli ultimi dieci anni la Russia è tornata in America Latina, sia nello stile che nella sostanza. Le sue navi hanno visitato porti ed attuato esercitazioni congiunte con il Venezuela, bombardieri russi l’hanno sorvolato e vi si sono riforniti. Il Nicaragua ospiterà una base russa a guardia del canale finanziato dai cinesi, ora in costruzione nel Paese. Gazprom ha iniziato ad investire in Bolivia e Argentina, e Rosneft è attiva in Venezuela. Medvedev e Putin hanno anche visitato la regione, ed è stato ipotizzato che la Russia abbia accettato di riaprire la base spionistica sovietica a Cuba, nella visita di quest’ultimo a luglio. Si può quindi affermare che la Russia è più influente in America Latina oggi di quanto lo sia mai stata durante la Guerra Fredda. La Cina, essendo la porta economica, è l’investitore in più rapida crescita in America Latina, ed è destinata a diventarne il secondo maggiore partner commerciale. Come già accennato, finanzia il rivoluzionario canale del Nicaragua, diversificando la rotta trans-oceanica dal cliente panamense degli Stati Uniti, invitando ulteriori investimenti e commerci non-statunitensi nella zona. Questo in realtà già accade anche senza il canale. La Russia capitalizza un decennio di contatti ristabiliti con l’America Latina, diversificando il commercio agricolo dall’occidente per via delle recenti contro-sanzioni. Ciò rivela l’ampia strategia della Russia, spezzando il predominio occidentale su taluni mercati agricoli e fornendo ai produttori un’opzione alternativa. La Russia vuole anche migliorare la propria sovranità statale e quindi diminuire l’influenza economica occidentale sulla sua economia interna, da cui l’espansione commerciale verso i mercati non-occidentali delle ultime settimane. Complessivamente, l’America Latina è la base più adatta nel far progredire il mondo multipolare nel cortile del gigante unipolare in dissoluzione. Russia e Cina non hanno assolutamente alcun interesse a una qualche competizione in questo teatro, senza dubbio dimostrando così i grandi obiettivi strategici generali della RCSP. Il coinvolgimento russo e cinese nella regione avanza a ritmo spettacolare e multiforme, aprendo così la possibilità di una drammatica trasformazione geopolitica proprio sulla porta di casa degli Stati Uniti. L’America Latina è in molti sensi per gli Stati Uniti ciò che è l’Europa dell’Est per la Russia, una regione dall’intensa antipatia verso il suo grande vicino e quindi da gestire in modo flessibile partecipando anche ad azioni dannose per il suo ex-egemone.
Questa regione, più del MENA, mostra senza dubbio che la RCSP è attiva in condizioni di quasi-laboratorio. L’America Latina è lontana dagli intrighi geopolitici dell’Eurasia, rendendo in tal modo la cooperazione tra Russia e Cina comprensibile anche per l’occhio inabituato ad osservare. Negli ultimi dieci anni la Russia è tornata in America Latina, sia nello stile che nella sostanza. Le sue navi hanno visitato porti ed attuato esercitazioni congiunte con il Venezuela, bombardieri russi l’hanno sorvolato e vi si sono riforniti. Il Nicaragua ospiterà una base russa a guardia del canale finanziato dai cinesi, ora in costruzione nel Paese. Gazprom ha iniziato ad investire in Bolivia e Argentina, e Rosneft è attiva in Venezuela. Medvedev e Putin hanno anche visitato la regione, ed è stato ipotizzato che la Russia abbia accettato di riaprire la base spionistica sovietica a Cuba, nella visita di quest’ultimo a luglio. Si può quindi affermare che la Russia è più influente in America Latina oggi di quanto lo sia mai stata durante la Guerra Fredda. La Cina, essendo la porta economica, è l’investitore in più rapida crescita in America Latina, ed è destinata a diventarne il secondo maggiore partner commerciale. Come già accennato, finanzia il rivoluzionario canale del Nicaragua, diversificando la rotta trans-oceanica dal cliente panamense degli Stati Uniti, invitando ulteriori investimenti e commerci non-statunitensi nella zona. Questo in realtà già accade anche senza il canale. La Russia capitalizza un decennio di contatti ristabiliti con l’America Latina, diversificando il commercio agricolo dall’occidente per via delle recenti contro-sanzioni. Ciò rivela l’ampia strategia della Russia, spezzando il predominio occidentale su taluni mercati agricoli e fornendo ai produttori un’opzione alternativa. La Russia vuole anche migliorare la propria sovranità statale e quindi diminuire l’influenza economica occidentale sulla sua economia interna, da cui l’espansione commerciale verso i mercati non-occidentali delle ultime settimane. Complessivamente, l’America Latina è la base più adatta nel far progredire il mondo multipolare nel cortile del gigante unipolare in dissoluzione. Russia e Cina non hanno assolutamente alcun interesse a una qualche competizione in questo teatro, senza dubbio dimostrando così i grandi obiettivi strategici generali della RCSP. Il coinvolgimento russo e cinese nella regione avanza a ritmo spettacolare e multiforme, aprendo così la possibilità di una drammatica trasformazione geopolitica proprio sulla porta di casa degli Stati Uniti. L’America Latina è in molti sensi per gli Stati Uniti ciò che è l’Europa dell’Est per la Russia, una regione dall’intensa antipatia verso il suo grande vicino e quindi da gestire in modo flessibile partecipando anche ad azioni dannose per il suo ex-egemone.
Pensieri conclusivi
Il partenariato strategico Russia-Cina (RCSP) è veramente di portata globale, comprendendo il mondo intero su vari livelli. Gli assiomi presentati devono essere riesposti al fine di ricordarne al lettore l’essenza: Ogni mano della RCSP è destinata a lavare l’altra e a completare la controparte in regioni/Stati in cui può essere in svantaggio rispetto al partner, allo scopo di stabilire vero multipolarismo globale. La Russia è il contrappeso e la Cina la porta. Più cooperano per esempio in Medio Oriente e America Latina, più si possono vederne i puri obiettivi multipolari e lo stretto coordinamento tra questi Stati; allo stesso modo, più questi due nuclei eurasiatici si avvicinano, più appare complesso il rapporto e più sarebbe difficile capirlo.
Con ciò in mente, la RCSP è più facile da comprendere, e le sue ambizioni multipolari appaiono evidenti. Tornando all’inizio del testo, dove sono citati detrattori e distrattori, è ormai dimostrato che i distrattori gettano fumo cercando di nascondere l’ovvio, la RCSP è una forza reale e tangibile nel mondo. I detrattori a loro volta, avevano torto quando affermavano che questa partnership è aggressiva. Sicuramente sfida il Washington Consensus, ma lo fa con mezzi pacifici e politici, soprattutto con un approccio che combina contatti militari-diplomatici e contrappeso politico della Russia al ruolo di porta economica della Cina. Così è indiscutibile che, nel 21° secolo, la RCSP sarà il partenariato più dinamico nella costruzione della multipolarità mondiale, respingendo i disperati tentativi degli Stati Uniti di preservarsi l’anacronismo unipolare.
Il partenariato strategico Russia-Cina (RCSP) è veramente di portata globale, comprendendo il mondo intero su vari livelli. Gli assiomi presentati devono essere riesposti al fine di ricordarne al lettore l’essenza: Ogni mano della RCSP è destinata a lavare l’altra e a completare la controparte in regioni/Stati in cui può essere in svantaggio rispetto al partner, allo scopo di stabilire vero multipolarismo globale. La Russia è il contrappeso e la Cina la porta. Più cooperano per esempio in Medio Oriente e America Latina, più si possono vederne i puri obiettivi multipolari e lo stretto coordinamento tra questi Stati; allo stesso modo, più questi due nuclei eurasiatici si avvicinano, più appare complesso il rapporto e più sarebbe difficile capirlo.
Con ciò in mente, la RCSP è più facile da comprendere, e le sue ambizioni multipolari appaiono evidenti. Tornando all’inizio del testo, dove sono citati detrattori e distrattori, è ormai dimostrato che i distrattori gettano fumo cercando di nascondere l’ovvio, la RCSP è una forza reale e tangibile nel mondo. I detrattori a loro volta, avevano torto quando affermavano che questa partnership è aggressiva. Sicuramente sfida il Washington Consensus, ma lo fa con mezzi pacifici e politici, soprattutto con un approccio che combina contatti militari-diplomatici e contrappeso politico della Russia al ruolo di porta economica della Cina. Così è indiscutibile che, nel 21° secolo, la RCSP sarà il partenariato più dinamico nella costruzione della multipolarità mondiale, respingendo i disperati tentativi degli Stati Uniti di preservarsi l’anacronismo unipolare.
Andrew Korybko è corrispondente politico statunitense di La Voce della Russia, attualmente vive e studia a Mosca, in esclusiva per Oriental Review.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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