Fonte: L'Espresso
Oh creature sciocche,
quanta ignoranza è quella che v’offende!
Or vo’ che tu mia sentenza ne ‘mbocche.
Dante, Divina Commedia, Inferno, Canto VII, 69-72
Secondo la logica dei politici ucraini,
dopo la svendita della proprietà nazionale agli oligarchi delle
multinazionali occidentali, dopo il colpo di grazia all’economia locale,
dopo lo smantellamento dei sindacati attraverso i roghi e gli assalti
violenti alle riunioni sindacali da parte dei neonazisti e tifosi di
calcio pilotati dalle organizzazioni governative, dopo i genocidi
compiuti nelle regioni in cui la maggioranza dei cittadini non accettano
il potere dei golpisti e rimangono fedeli alla Costituzione, il passo
successivo per dare al Paese un taglio “moderno” e “democratico” è
senz’altro l’ufficializzazione dei simboli del nazismo. Gli uomini del
potere di Kiev lo sanno bene e si abbandonano di gusto alla nostalgia
per i tempi in cui i loro antenati “patrioti” e “difensori
dell’integrità nazionale” collaboravano con Hitler, sterminando
centinaia di migliaia di civili ebrei, ucraini, russi, polacchi,
bielorussi. La propaganda del nazismo è diventata l’apoteosi del nuovo
regime portato al potere con il golpe di Maidan. Sulla TV Ucraina va in
onda in continuazione una variante distorta della storia, in cui
presentano in chiave eroica e gloriosa i personaggi che si sono
macchiati di terribili crimini contro l’umanità, come il boia nazista
Stepan Bandera, il fondatore dell’Esercito Insurrezionale Ucraino (UPA),
nonché il collaborazionista e filo-nazista a cui si ispirano i moderni
movimenti neonazisti ucraini, in particolare Pravy Sektor (Settore
destro), i membri del quale oggi ricoprono alte cariche nel governo e
nel parlamento ucraino. Persino qui in Italia
il rappresentante del potere golpista ucraino, niente di meno che
l’ambasciatore in persona Yevhen Perelygin, non è riuscito a trattenere
la sua esaltazione nazista, urlando in pubblico “Viva Bandera!”, per
replicare alle proteste degli aderenti al comitato di solidarietà
all’Ucraina antifascista in occasione della sua visita al rettorato
dell’Università di Catania. Con questa semplice e apparentemente
innocente frase (che non è stata notata da nessuno dei nostri politici o
giornalisti) il rappresentante ufficiale dell’Ucraina ha chiarito i
valori che il suo paese porta da noi in Europa Unita: xenofobia e
razzismo ottusamente mascherati dietro i concetti di “democrazia” e
“libertà”, che ci propone elogiando il regime nazista, approvando gli
stermini di massa che avevano decimato la popolazione dell’Europa ai
tempi della Seconda Guerra Mondiale.
Ma il nuovo governo ucraino è andato ben
oltre la banale rivalutazione storica dei criminali nazisti. Si è
sentito talmente motivato e giustificato dall’appoggio dei protettori di
Washington e di alcuni “illuminati” dell’UE da ufficializzare al
livello statale anche i simboli nazisti. L’esempio migliore è lo stemma
del reparto militare Azov composto da volontari provenienti dalle
organizzazioni neonaziste ucraine che fa parte dell’esercito ucraino ed è
oggi impegnato nel genocidio contro le popolazioni del Sud-Est ucraino
che alcuni dei nostri politici e gran parte dei giornalisti ancora si
ostinano a chiamare “operazione antiterroristica”. Questa “gloriosa”
unità di boia nazisti si è già macchiata di molti crimini contro i
civili, a cominciare dal massacro dei pacifici manifestanti a Mariupol,
donne e uomini usciti a protestare contro la politica violenta del
governo golpista, agli ultimi casi di fucilazione di massa dei difensori
del Sud-Est feriti e massacrati direttamente sui letti dell’ospedale.
Lo stemma del battaglione Azov riporta fedelmente un simbolo germanico
che si chiama Wosfsangel, che sarebbe “dente di lupo”. Questo simbolo ha
le origine runiche ed era adottato da numerose unità militari della
Germania nazista. E nonostante i crimini compiuti dal nazismo condannato
da tutta l’umanità, nessuno qui da noi, nell’Europa moderna, si
scandalizza se nell’Ucraina golpista vengono usati i simboli nazisti,
prima dai delinquenti violenti di Maidan e poi un’unità dell’esercito
regolare. Qual è la prossima tappa? Lo sterminio dei propri cittadini
che non acconsentono al potere del golpe, la censura, gli assassini dei
giornalisti? O, scusate, che distratto, sta già accadendo! Persino il
nostro connazionale, il giornalista Andrea Rochelli e il suo collega
russo sono stati barbaramente uccisi dai nazisti dell’esercito di Kiev. E
nessuno qui ha dato spazio a questa tragedia, nessuno ha raccontato la
storia di Andrea, nessuno ha parlato della sua famiglia, nessuno ha
condiviso con la sua nazione il momento dell’addio, dei suoi funerali.
Che vergogna…
Giocando con l’ideologia nazista gli
ucraini e i loro sostenitori europei e americani non si rendono contro
che stanno giocando con il fuoco. Contagiati dalla febbre della
nostalgia, i politici e molti cittadini ucraini dimenticano che si
tratta di un sentimento molto pericoloso, che a volte può fare dei
brutti scherzi, può portare verso le situazioni che si ritorcono contro.
La Storia ha molti esempi di questo genere, basterebbe studiarla
attentamente e imparare dalle esperienze umane del passato. Ovviamente
questo richiede tempo, che purtroppo molti di loro preferiscono
investire nelle manifestazioni pro golpiste, saltando e urlando in
un’euforica estasi nella venerazione nazista.
Nessun commento:
Posta un commento