di Mario Forgione
Fonte: Millennium
Nonostante la linea dura contro le regioni separatiste del Donbass
decisa dal nuovo Presidente ucraino Poroshenko, l’ultimo oligarca salito
al potere grazie al sostegno degli Usa e delle cancellerie europee, la
Novorossiya, forte del sostegno popolare, resiste con fierezza e
orgoglio.
Purtroppo, accanto all’eroica resistenza popolare, occorre constatare
quanto sia ipocrita la stampa occidentale. Una stampa solerte nel
denunciare crimini di guerra inesistenti e miope quando i luogotenenti
della NATO colpiscono con l’artiglieria pesante infrastrutture civili.
Le notizie di queste ore diffuse dalle agenzie occidentali parlano di un
pesantissimo attacco ai danni di Kramatorsk, città situata nella
regione di Donetsk. Ancora, nei giorni scorsi la città di Slavyansk è
stata colpita con bombe al fosforo bianco. Forse i patrioti della
“legalità internazionale” dimenticano o fingono di non conoscere la
Convenzione sulle armi chimiche del 1993.
Oltre agli attacchi militari contro le regioni autonome del Donbass, le
autorità di Kiev fomentano provocazioni ai danni della Federazione Russa
per spingere quest’ultima all’intervento militare e alla contestuale
reazione della NATO. Un gioco pericoloso, una partita a scacchi che
l’Occidente gioca nel cuore dell’Europa. L’assalto all’Ambasciata Russa
di Kiev da parte della manovalanza di Maidan si situa proprio in questo
ordine di eventi. Dietro la guerra alle regioni separatiste del Donbass,
si nasconde il piano neoliberale del FMI di privatizzazione delle più
importanti acciaierie dell’Ucraina.
Del resto, non serve scadere nel complottismo per individuare il piano
imperialista degli Usa e degli Stati vassalli dell’Europa. Basta leggere
tra le righe di quanto dichiara Stephen Cohen, studioso americano e
consigliere di George Bush senior: ”Questo è il gioco finale della
politica americana, di espandere la NATO ai confini della Russia – per
qualsiasi motivo. E’ iniziato con Clinton, è continuato sotto il secondo
di George Bush, è stato spinto da Obama. E questo è il nodo che è
venuto al pettine”.
Mai come in questi momenti, la prudenza del Cremlino risulta necessaria
per scongiurare un nuovo conflitto mondiale. Il Presidente Vladimir
Putin ha interiorizzato la lezione di Sun Tzu:”Il meglio del meglio non è
vincere cento battaglie su cento, ma sottomettere il nemico senza
combattere.”
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