Dedefensa 24 marzo 2014
Fonte: Aurora sito
Secondo
il blocco BAO, c’è stata l'”invasione” della Crimea da parte
dell’esercito russo, o meglio un'”incursione” (è la parola d’ordine, e
BHO ha anche usato la parola “incursione”). In questo contesto,
accettata l’ipotesi di sviluppare ulteriormente la nostra analisi, è
interessante sentire l’apprezzamento dei capi militari della NATO. Come
il Comandante in Capo supremo della NATO (SACEUR), generale dell’USAF
Breedlove, che istruiva il Forum di Bruxelles, l’assai ortodosso meeting
annuale organizzato dall’atlantista German Marshall Fund, questo fine settimana a Bruxelles. (Per gli stralci di seguito, consultare il Wall Street Journal del 23 marzo 2014).
Breedlove è rimasto molto colpito, soprattutto dalla preparazione delle “incursioni” con il pretesto delle manovre consentite dall’accordo sulla sicurezza, e dalla loro esecuzione, “il generale ha detto che era chiaro che la Russia ha migliorato in modo significativo le sue capacità dopo la guerra in Georgia del 2008. “L’incursione della Russia in Georgia … probabilmente non fu la più morbida”, ha detto. “A titolo di confronto, l’incursione in Crimea ha funzionato come un orologio, a partire dalla disconnessione quasi completa delle forze in Crimea dal loro comando tramite disturbi ed attacchi cibernetici, e poi l’accerchiamento completo da parte delle forze russe in Crimea”.”
Breedlove è rimasto in costante contatto con il suo omologo russo, il Generale Gerasimov, Capo di Stato Maggiore Generale. Si erano informati sulla situazione e Breedlove riconosce che non è possibile determinare se questi colloqui abbiano indotto in errore sulle intenzioni russe, in un momento o nell’altro, ma intende comunque continuarli… E’ una situazione strana, perché si tratta di una miscela di cooperazione e antagonismo, cooperazione, perché la posta in gioco è troppo alta per due potenze nucleari di queste dimensioni; e antagonismo, perché le operazioni in questione sono in realtà antagonistiche: Breedlove “... ha difeso i contatti che ha sviluppato con il suo omologo russo il Generale Valerij Gerasimov, capo di Stato Maggiore generale. Ha detto che avrebbe cercato di mantenerli in futuro. La NATO aveva cercato di migliorare i contatti ai vertici militari russi negli ultimi mesi e l’alleanza ha detto che i due uomini parlarono il 24 febbraio, subito dopo l’inizio della crisi in Crimea. Convennero di “tenersi reciprocamente informati” sulla situazione, secondo la NATO. “Venivo ingannato?”, si chiede il generale Breedlove. “Non posso affermarlo. Non so quando e come la sua leadership abbiano preso tali decisioni”.”
Breedlove ritiene che i russi usino la pressione delle loro forze armate per considerare delle “incursioni” in determinate situazioni di conflitto latente, in modo da scoraggiare i piani per l’ingresso nella NATO di alcuni Paesi alle frontiere della Russia. Avrebbero mescolato efficacemente soft power (sistema mediatico per fare pressione) e hard power (sistema tecnologista per la gestione delle loro forze armate) con risultati sostanzialmente politici più che militari. “Il generale Breedlove si era detto preoccupato che le forze russe nei pressi del confine ucraino attraversassero il sud dell’Ucraina verso la Transnistria, una provincia separatista filo-russa in Moldova. Mosca, ha avvertito, sembrava usare attivamente i conflitti congelati nei suoi confini, come Transnistria e Abkhazia in Georgia per porre un veto alla spinta dei vicini a legami più profondi con l’UE e la NATO. In altre parole, se la Russia è preoccupata da un Paese diretto verso l’occidente, un modo per risolvere tale incursione è un conflitto congelato e ora nessuno vuole pensare di trascinare tale nazione nella NATO, perché potrebbe significare un conflitto con la Russia molto preoccupante”, ha detto.”
Breedlove
ha a lungo assicurato il suo pubblico che la NATO aveva avviato una
ridistribuzione sostanziale delle sue forze in base alla nuova
situazione e, soprattutto, delle nuove tattiche mostrate dall’esercito
russo. Nonostante la sicurezza mostrata dal SACEUR in questo contesto
eminentemente di pubbliche relazioni, sembra che il comportamento russo
in Crimea, mescolando con competenza estrema flessibilità e
coordinazione tra soft power e hard power delle forze militari, senza le
vampate dei carri armati tra nuvole di fumo e crepitio di traccianti,
sia un nuovo e assai sensibile problema per l’alleanza. Questo problema è
dovuto semplicemente al fatto che, sotto la guida degli Stati Uniti,
seguendo ciecamente concezioni basate su aree classificare secondo una
visione ideologica rigida, la NATO ha sviluppato le funzionalità del
nuovo tipo di guerra postmoderna (G4G o “guerra di 4.ta generazione”)
per gli interventi “fuori area”, ritenendo l'”area NATO” (e la Russia)
“sotto controllo “. Il problema posto alla NATO dalle capacità e dai
piani russi si evidenzia quando la cosiddetta zona “sotto controllo” non
lo è affatto, ed è anche suscettibile a tattiche e tecniche
completamente nuove. Tuttavia, questa area è intrinsecamente di
fondamentale importanza dal punto di vista strategico, naturalmente, ma
ancora più quale unico campo del confronto finale tra il sistema e la
resistenza antisistema. Un altro rapporto (direttamente dal Forum di
Bruxelles), che fornisce un ulteriore aspetto dell’intervento di
Breedlove e di altri nel forum, è particolarmente orientato ad
evidenziare il problema delle capacità militari e il loro corretto
utilizzo nelle crisi di tipo sempre più nuovo, postmoderno,
caratterizzato da tumulti organizzati e spontanei, e da una generale
situazione politica fluida e segnata dalla onnipotenza mediatica.
L’azione psicologica sul nemico, anche se non direttamente coinvolto,
gioca un ruolo importante, è ciò che Breedlove chiama “ambiguità
strategica” (i russi durante la crisi di Crimea), ricordando la famosa
tecnica nota come maskirovska dell’Armata Rossa (v. 13 agosto 2002),
utilizzata con successo variabile durante la Guerra Fredda, la cui
mentalità è molto più adatta alla situazione postmoderna, in cui trionfa
il sistema mediatico con i suoi simulacri, la sua narrativa, ecc. “Breedlove
(…) ha detto che non vi era dubbio che la Russia avesse anticipato
l’operazione in Crimea da qualche tempo. “Parte del piano credo era
creare ambiguità strategica”, ha detto. “La Russia ha cercato di dare un
volto locale alle milizie della Crimea, ma c’era un sottile fronte di
abitanti locali davanti e molti uomini in verde dietro”, ha continuato,
riferendosi alle truppe russe con uniformi camuffate. (…) Una sessione
successiva sulle differenze tra “hard” e “soft” power illuminava i
diversi approcci ai conflitti tra Stati e attori non statali. Gitte
Lillelund Bech, manager pubblico, consigliera ed ex-ministra della
Difesa danese, ha detto che l’esercito cambia visione del proprio ruolo.
“I militari non solo pensano a se stessi come hard power”, ha detto.
“Si occupano anche di sviluppo e diplomazia”. Il generale John Allen,
addetto alla politica estera presso la Brookings Institution ed
ex-comandante alleato in Afghanistan, conveniva che l’uso del solo hard
power non sia sostenibile. “L’applicazione di risorse soft power spiazza
il nemico dal campo di battaglia e riduce l’hard power che si deve
affrontare”.”
L’osservazione generale che si può trarre da queste poche osservazioni e confidenze è che i capi della NATO sono estremamente sorpresi dalle capacità di manovra, mobilità, disciplina e discrezione delle azioni delle forze russe. Indubbiamente, si tratta di un nuovo elemento di notevole importanza per i militari e gli esperti del blocco BAO, finora inclini a trattare con disprezzo le forze armate russe. È una chiara indicazione che la riforma dell’esercito russo iniziata negli ultimi anni, e ancora in corso, da i suoi frutti e va molto oltre la semplice tecnica, forza materiale e struttura, concentrandosi anche sui piani psicologici e di comunicazione con una visione politica, tenendo conto delle dimensioni dell’analisi profonda dei caratteri fondamentali, tra cui quelli dell’ordine mentale che caratterizzano il nostro tempo metastorico. “Incursione” o meno (in Crimea), è bene che i capi del sistema siano convinti di questa evoluzione, il che complica l’analisi della situazione europea, sia dal punto di vista dell’equilibrio delle forze, del loro utilizzo come della dimensione mediatica con i suoi effetti psicologici. Improvvisamente, la situazione in Europa appare loro molto meno stabile nel suo orientamento dinamico, già caratterizzata dalla percezione trionfante dell’evoluzione a senso unico verso l’indebolimento e l’isolamento della Russia fino alla sua sconfitta finale (il grossolano “Dopo Kiev, Mosca” di McCain, caratteristico dello spirito ottuso della visione binaria del mondo (15 marzo 2014)).
Si
potrebbe anche dire che il comportamento russo durante questa crisi ha
introdotto una nuova dimensione nell’utilizzo delle forze armate, senza
dubbio una sorpresa militare per il blocco BAO. A nostro avviso, l’idea
centrale di questa nuova dimensione riguarda la nuova “pseudo-guerra”
(G4G), introdotta nel periodo successivo l’attacco dell’11/9, un nuovo
tipo schierato con vari gradi di successo soprattutto dalle forze del
blocco BAO nei teatri esterni e periferici (Africa, Medio Oriente,
subcontinente indiano), combinando l’uso del sistema mediatico nella
dimensione psicologica con l’utilizzo di unità mobili speciali, ridotte,
ecc. Ciò che dimostrano i russi, dal punto di vista del blocco BAO, è
che questo tipo di “pseudo-guerra” sarebbe adatta anche all’Europa,
un’area che si riteneva estranea a tale schema, applicandolo loro stessi
con maggiore abilità ed efficienza di quanto sia stato fatto finora nei
cosiddetti “teatri esterni e periferici”, con un assai maggiore impatto
politico grazie alle strutture di potere consolidate nell’area europea,
indicando che una riuscita spinta dell’influenza psico-militare
permette di far vacillare strutture politiche efficaci dalla parte di
coloro che utilizzano queste tecniche. (Le varie campagne irachene e
afgane del blocco BAO furono un disastro, dove la formula postmoderno si
danneggiò in un pasticcio catastrofico, come altre campagne meno
inefficaci ma nessuna di un qualche successo… La sorpresa russa sarebbe
che un esercito percepito privo d’esperienza in questo tipo di
intervento, riesca ad applicare la formula, notevolmente rinnovata e
migliorata, con tanta efficienza e flessibilità in un teatro importante e
finora considerato “sicuro” rispetto a tale tipo d’instabilità. È forse
un nuovo sviluppo capitale, perfino rivoluzionario, del concetto di
G4G. La psicologia russa, nutrita dalla politica del principio al
contrario delle forze del blocco BAO che subiscono la pressione del
sistema, ha indubbiamente un ruolo importante in questa evoluzione).

Breedlove è rimasto molto colpito, soprattutto dalla preparazione delle “incursioni” con il pretesto delle manovre consentite dall’accordo sulla sicurezza, e dalla loro esecuzione, “il generale ha detto che era chiaro che la Russia ha migliorato in modo significativo le sue capacità dopo la guerra in Georgia del 2008. “L’incursione della Russia in Georgia … probabilmente non fu la più morbida”, ha detto. “A titolo di confronto, l’incursione in Crimea ha funzionato come un orologio, a partire dalla disconnessione quasi completa delle forze in Crimea dal loro comando tramite disturbi ed attacchi cibernetici, e poi l’accerchiamento completo da parte delle forze russe in Crimea”.”
Breedlove è rimasto in costante contatto con il suo omologo russo, il Generale Gerasimov, Capo di Stato Maggiore Generale. Si erano informati sulla situazione e Breedlove riconosce che non è possibile determinare se questi colloqui abbiano indotto in errore sulle intenzioni russe, in un momento o nell’altro, ma intende comunque continuarli… E’ una situazione strana, perché si tratta di una miscela di cooperazione e antagonismo, cooperazione, perché la posta in gioco è troppo alta per due potenze nucleari di queste dimensioni; e antagonismo, perché le operazioni in questione sono in realtà antagonistiche: Breedlove “... ha difeso i contatti che ha sviluppato con il suo omologo russo il Generale Valerij Gerasimov, capo di Stato Maggiore generale. Ha detto che avrebbe cercato di mantenerli in futuro. La NATO aveva cercato di migliorare i contatti ai vertici militari russi negli ultimi mesi e l’alleanza ha detto che i due uomini parlarono il 24 febbraio, subito dopo l’inizio della crisi in Crimea. Convennero di “tenersi reciprocamente informati” sulla situazione, secondo la NATO. “Venivo ingannato?”, si chiede il generale Breedlove. “Non posso affermarlo. Non so quando e come la sua leadership abbiano preso tali decisioni”.”
Breedlove ritiene che i russi usino la pressione delle loro forze armate per considerare delle “incursioni” in determinate situazioni di conflitto latente, in modo da scoraggiare i piani per l’ingresso nella NATO di alcuni Paesi alle frontiere della Russia. Avrebbero mescolato efficacemente soft power (sistema mediatico per fare pressione) e hard power (sistema tecnologista per la gestione delle loro forze armate) con risultati sostanzialmente politici più che militari. “Il generale Breedlove si era detto preoccupato che le forze russe nei pressi del confine ucraino attraversassero il sud dell’Ucraina verso la Transnistria, una provincia separatista filo-russa in Moldova. Mosca, ha avvertito, sembrava usare attivamente i conflitti congelati nei suoi confini, come Transnistria e Abkhazia in Georgia per porre un veto alla spinta dei vicini a legami più profondi con l’UE e la NATO. In altre parole, se la Russia è preoccupata da un Paese diretto verso l’occidente, un modo per risolvere tale incursione è un conflitto congelato e ora nessuno vuole pensare di trascinare tale nazione nella NATO, perché potrebbe significare un conflitto con la Russia molto preoccupante”, ha detto.”

L’osservazione generale che si può trarre da queste poche osservazioni e confidenze è che i capi della NATO sono estremamente sorpresi dalle capacità di manovra, mobilità, disciplina e discrezione delle azioni delle forze russe. Indubbiamente, si tratta di un nuovo elemento di notevole importanza per i militari e gli esperti del blocco BAO, finora inclini a trattare con disprezzo le forze armate russe. È una chiara indicazione che la riforma dell’esercito russo iniziata negli ultimi anni, e ancora in corso, da i suoi frutti e va molto oltre la semplice tecnica, forza materiale e struttura, concentrandosi anche sui piani psicologici e di comunicazione con una visione politica, tenendo conto delle dimensioni dell’analisi profonda dei caratteri fondamentali, tra cui quelli dell’ordine mentale che caratterizzano il nostro tempo metastorico. “Incursione” o meno (in Crimea), è bene che i capi del sistema siano convinti di questa evoluzione, il che complica l’analisi della situazione europea, sia dal punto di vista dell’equilibrio delle forze, del loro utilizzo come della dimensione mediatica con i suoi effetti psicologici. Improvvisamente, la situazione in Europa appare loro molto meno stabile nel suo orientamento dinamico, già caratterizzata dalla percezione trionfante dell’evoluzione a senso unico verso l’indebolimento e l’isolamento della Russia fino alla sua sconfitta finale (il grossolano “Dopo Kiev, Mosca” di McCain, caratteristico dello spirito ottuso della visione binaria del mondo (15 marzo 2014)).


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