lunedì 24 febbraio 2014
Ucraina e il fascismo che nessuno vuole vedere
Fonte: Tribuno del popolo
Vorremmo rassicurare tutti i nostri lettori antifascisti che sono rimasti disorientati dalla disinformazione e dalla faziosità con cui i media hanno parlato dei fatti in Ucraina: non avete avuto le traveggole, i fascisti ci sono per davvero!
Tutti quelli di voi che, osservando quanto successo in Ucraina, hanno provato un forte senso di disorientamento e di disagio, sono coloro a cui ci rivolgiamo con questo breve articolo. Innanzitutto vorremmo confortarvi, non siete stati soli a sconcertarvi, e poi vorremmo anche rassicurarvi, abbiamo visto anche noi gruppi di neofascisti a braccio teso con croci celtiche e svastiche per le strade di Kiev in questi giorni che sono stati chiamati quelli della “rivoluzione” ucraina. Inizialmente abbiamo pensato di aver avuto le traveggole dato che tutti i quotidiani europei sembravano raccontare un’altra storia, omettendo di sana pianta per intere settimane anche solo di menzionare che, tra i pacifici ragazzotti europeisti di Maidan, si trovavano anche i militanti neonazisti e neofascisti dell’estrema destra ucraina, gli eredi di quello Stefan Bandera che nel corso della Seconda Guerra Mondiale si era schierato senza tentennamenti accanto alla Whermacht di Hitler. Vedendo bande di neonazisti sventolare come se niente fosse svastiche e croci celtiche abbiamo provato un brivido lungo la schiena, non tanto perchè pensavamo che i fascisti non ci fossero più, teoria in voga tra i radical chic europei, quanto perchè in modo scandaloso nessuno dei nostri “democratici” politici ha preso posizione apertamente contro lo scempio di Maidan, a parte qualche singola eccezione, vedi Arlacchi del Pd.
Ci siamo sentiti dei pazzi quando abbiamo sentito di un Parlamento ucraino che viene fatto funzionare sotto la minaccia dei manganelli neofascisti, abbiamo quasi creduto di essere impazziti e di vedere fascisti dove non ci sono, poi però abbiamo realizzato di essere dannatamente lucidi, di essere qui oggi nel 2014, e che non c’è davvero niente da scherzare. Siamo di fronte a un Occidente che si professa democratico, libero, (ormai non più antifascista perchè termine secondo loro desueto) solo a parole, mentre quando si tratta del proprio tornaconto è disposto in modo molto pratico a mettere da parte tutti questi valori. Così i politici europei e americani non hanno esitato a ricorrere anche ai neonazisti pur di perseguire la propria trama, non che sia la prima volta del resto, basta ricordarsi il golpe dei Colonnelli in Grecia o il consenso dato al fascismo di Francisco Franco in Spagna. Così persino una certa sinistra si è fatta abbindolare chiudendo gli occhi di fronte alle nere milizie e cercando di giustificare l’ingiustificabile, magari sostenendo che gli ucraini erano ormai stanchi del “regime”, quando però il governo di Yanukovich, corrotto o meno che fosse, era stato eletto proprio dai cittadini ucraini in elezioni democratiche giudicate regolari dagli stessi paesi che oggi hanno appoggiato il golpe di piazza. Quando poi i media occidentali hanno cominciato a bombardare anche con le immagini delle statue di Lenin abbattute, il parossismo ha toccato l’acme e ci è sembrato di tornare, davvero, ai tempi del Terzo Reich e del fascismo, quando cioè nell’indifferenza generale le camere del lavoro e le sedi dei comunisti venivano bruciate. Secondo i nostri “liberi” media è del tutto normale che militanti neofascisti assaltino le sedi comuniste, del resto loro sono i primi ad aver costruito un clima per cui il comunismo equivale alla quintessenza del male sulla terra. Un male evidentemente persino peggiore del fascismo secondo loro, dal momento che non hanno esitato a chiudere gli occhi quando si è palesato nel cuore dell’Europa. Ma del resto si sa, il fascismo secondo molti altro non è che un modo, l’estremo, che ha il capitalismo per difendere se stesso.
Gracchus Babeuf
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