domenica 23 febbraio 2014

Arancione tinto di nero

La rivoluzione arancione è tornata, ma stavolta è un arancione affumicato dal nero nazista. I russofoni vorranno la secessione o accetteranno il golpe?

di Giulietto Chiesa

Fonte: Megachip



La rivoluzione arancione è tornata, ma questa volta è un arancione affumicato dal nero nazista. Adesso il grande interrogativo è se le regioni dell'est e del sud, Il Donbass e la Crimea, muoveranno verso la secessione, oppure accetteranno il colpo di stato violento.
Decisione che dipenderà da molti fattori, ancora aperti e incerti.
Certo è che, adesso, per i russofoni di Ucraina il restare equivarrà a scendere di grado: da cittadini con eguali diritti a subordinati a un potere politico centrale che dichiara, senza mezzi termini, di considerare la Russia un nemico.
L'Europa e Washington applaudono il nuovo governo nero di Kiev, promettono aiuti, si felicitano vicendevolmente nel baccanale del trionfo. E alzano la posta: una "mezza Ucraina" non gli basta. La vogliono tutta, costi quello che costi. E, infatti , accusano Mosca di puntare alla secessione.
Yulia Timoshenko ha già vinto le prossime elezioni presidenziali di maggio. Intanto annuncia la caccia all'uomo . "Yanukovic e i suoi - dice - saranno puniti. E' già chiaro che, in nome dell'unità del paese, è pronta a mandare i carri armati golpisti a punire i "russi" secessionisti.
Ma neanche questo appare sufficiente. Si alza la sfida a Mosca: "La nostra rivoluzione sarà un esempio per altre repubbliche ex sovietiche - esclama l'eroina dell'Occidente - abbiamo indicato loro la strada verso la libertà". Il vicinissimo Lukashenko, schiacciato ormai tra la Polonia revanchista di Tusk e la "nuova Ucraina" di Stepan Bandera incassi l'avvertimento. Ma il presidente della Bielorussia non sarà l'unico a doversi guardare la schiena. C'è la Georgia, invitata a alzare di nuovo gli scudi. C'è la Moldavia da strappare definitivamente al "comunismo". E c'è la Russia di Putin da umiliare.
E' un programma che prevede due esiti possibili: uno è la resa della Russia all'ineluttabile accerchiamento. L'altro è un innalzamento drammatico della tensione tra Mosca e l'Europa, tra la Russia e l'Occidente. Le navi USA sono già nel Mar Nero. Mosca, per ora, tace, mentre cala il sipario dell'Olimpiade.

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