Privato della cittadinanza francese dal governo di Vichy (1940), Cot era una figura influente tra gli esuli politici francesi, e nel 1943 de Gaulle lo ha nominato membro dell'Assemblea consultiva di Algeri e gli affidò anche il delicato incarico di andare a Mosca per negoziare il riconoscimento sovietico (per il quale Cot iniziò a simpatizzare fin dal 1933, cosa che gli procurò negli anni '30 l'accusa in patria di essere un agente del Comintern e di controspionaggio) del governo francese libero in esilio.
Secondo Sabine Jansen, che ha analizzato gli archivi sovietici, è impossibile provare la tesi che Cot fosse in relazione con i servizi segreti sovietici. La Jansen lo descrive piuttosto come un "compagno di strada" che professa un pacifismo radicale ed un internazionalismo integrale, non evitando però di fare "una tale apologia dell'URSS che molti membri del Comintern non avrebbero osato fare", e conservando, nonostante la mancata adesione al partito comunista, un allineamento stretto con la politica di Stalin e dei suoi successori.
Ufficialmente nel dopoguerra assunse una posizione filocomunista, alleato del Partito Comunista Francese (PCF) ma ancora "senza tessera". Sotto la Quarta Repubblica fu infatti una delle personalità principali dell'Unione progressista, agglomerato di piccoli partiti usciti dalla Resistenza e vicini al PCF. Secondo Thierry Wolton in "L'Histoire interdite" (Lattès, 1998) porta documenti che sembrano attestare come, durante gli anni della Seconda guerra mondiale, ed in particolare durante l'esilio a New York, Cot sarebbe stato reclutato dal NKVD con lo pseudonimo di Dedalus, e avrebbe collaborato con De Gaulle su raccomandazione dei servizi sovietici. Sempre da tali archivi emergerebbe che Cot, una volta rientrato in Francia ed eletto deputato (prima della Savoia, 1946-51, poi del Rodano, 1951-58, infine di Parigi ,1967), avrebbe continuato ad essere un regolare informatore dell'ambasciata sovietica, tracciando profili degli uomini politici francesi. Fu anche membro dell'ufficio direttivo del "Movimento della pace", dove si batteva per un "neutralismo attivo" nel contesto della guerra fredda. Per i suoi meriti ottenne il premio Stalin internazionale per la pace nel 1953.
[FONTI: http://www.treccani.it/enciclopedia/pierre-cot/, http://testi-italiani.it/pierre_cot, http://it.wikipedia.org/wiki/Pierre_Cot, http://fr.wikipedia.org/wiki/Pierre_Cot]
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