Giorgio Gaber, nome d'arte di Giorgio Gaberscik (Milano, 25 gennaio
1939 – Montemagno di Camaiore, 1º gennaio 2003), affettuosamente
chiamato "Il Signor G" dai suoi estimatori, è stato un cantautore,
commediografo, regista teatrale e attore teatrale e cinematografico
italiano, considerato uno degli artisti più importanti dello spettacolo e
della musica italiana ed europea del secondo dopoguerra. Molto
apprezzate sono state anche le sue performance come autore ed attore
teatrale; è stato iniziatore, assieme al suo collaboratore Sandro
Luporini, del "genere" del teatro canzone. Come quasi tutti i grandi
artisti, Gaber, nonostante uno spirito ironico dissacrante e uno stile
personale tendente all'anarchia, non ha nascosto le proprie simpatie per
la sinistra e per il comunismo come ideale verso cui tendere, seppur in
maniera totalmente romantica, individuale e poco scientifica.
Nonostante questi ovvi limiti dati dal suo essere artista non organico
rimane un compagno cui rendere omaggio, che ha saputo prolungare il suo
impegno civile negli anni regalando perle come queste:
"La
libertà non è star sopra un albero, / non è neanche avere un'opinione, /
la libertà non è uno spazio libero, / libertà è partecipazione"
(da La libertà, in Far finta di essere sani, 1973)
"Non c'è popolo che sia più giusto degli americani. Anche se sono
costretti a fare una guerra, per cause di forza maggiore, s'intende, non
la fanno mica perché conviene a loro. Nooo! È perché ci sono ancora dei
posti dove non c'è né giustizia, né libertà. E loro... Eccola lì...
PUM! Te la portano. Sono portatori, gli americani. Sono portatori sani
di democrazia. Nel senso che a loro non fa male, però te l'attaccano."
(da L'America, in Libertà obbligatoria, 1976)
"Io se fossi Dio, | quel Dio di cui ho bisogno come di un miraggio, |
c'avrei ancora il coraggio di continuare a dire | che Aldo Moro insieme a
tutta la Democrazia Cristiana | è il responsabile maggiore di
trent'anni di cancrena italiana. | Io se fossi Dio, | un Dio incosciente
enormemente saggio, | avrei anche il coraggio di andare dritto in
galera, | ma vorrei dire che Aldo Moro resta ancora | quella faccia che
era!"
(da Io se fossi Dio, in Anni Affollati, 1981)
"Qualcuno era comunista perché non sopportava più quella cosa sporca che ci ostiniamo a chiamare democrazia.
Qualcuno credeva di essere comunista e forse era qualcos’altro.
Qualcuno era comunista perché sognava una libertà diversa da quella americana.
Qualcuno era comunista perché pensava di poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri.
Qualcuno era comunista perché aveva bisogno di una spinta verso
qualcosa di nuovo, perché era disposto a cambiare ogni giorno, perché
sentiva la necessità di una morale diversa, perché forse era solo una
forza, un volo, un sogno, era solo uno slancio, un desiderio di cambiare
le cose, di cambiare la vita.
Qualcuno era comunista perché con
accanto questo slancio ognuno era come più di se stesso, era come due
persone in una. Da una parte la personale fatica quotidiana e dall’altra
il senso di appartenenza a una razza che voleva spiccare il volo per
cambiare veramente la vita."
(da Qualcuno era comunista, in Il teatro canzone, 1991)
"Bisogna assolutamente trovare il coraggio di abbandonare i nostri
meschini egoismi e cercare un nuovo slancio collettivo magari scaturito
proprio dalle cose che ci fanno male, dai disagi quotidiani, dalle
insofferenze comuni, dal nostro rifiuto! Perché un uomo solo che grida
il suo no, è un pazzo. Milioni di uomini che gridano lo stesso no,
avrebbero la possibilità di cambiare veramente il mondo."
(da Mi fa male il mondo, in E pensare che c'era il pensiero, 1995)
"Non insegnate ai bambini | non insegnate la vostra morale | è troppo stanca e malata | potrebbe far male."
(da Non insegnate ai bambini, in Io non mi sento italiano, 2003)
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