domenica 13 aprile 2014

Ucraina: vecchi trucchi dalla NATO e avvertimenti dalla Russia

Alessandro Lattanzio, 13/4/2014
Fonte: Aurora sito
1959989Recentemente la NATO ha diffuso immagini satellitari che dimostrerebbero l’ammassamento di truppe russe presso il confine con l’Ucraina. In realtà sono immagini dell’agosto 2013, riprese durante le esercitazioni militari estive russe. Questo è un vecchio trucco che Washington e il Pentagono già usarono nell’agosto 1991 per convincere il monarca saudita dell’imminente invasione del suo Paese da parte dell’esercito iracheno; gli presentarono le foto satellitari di un presunto dispiegamento di truppe nemiche ai confini del regno. In realtà non c’erano nulla del genere, le foto erano solo un inganno. Il comandante della NATO in Europa, generale Philip Breedlove, aveva affermato che 40000 truppe russe erano al confine con l’Ucraina, tweettando un link a queste immagini satellitari; ma tali immagini, che mostrano carri armati, elicotteri, aerei da combattimento e una “brigata di forze speciali” russi, sebbene rechino contrassegnate le date dal 22 al 27 marzo 2014, secondo un ufficiale dello Maggiore Generale delle Forze Armate russe, sono state scattate otto mesi prima delle date indicate. “Questi scatti, diffusi dalla NATO, mostrano unità russe del distretto militare del Sud, che l’estate scorsa presero parte a varie esercitazioni in prossimità del confine con l’Ucraina“. Le grandi esercitazioni militari nel sud della Russia, l’anno scorso, includevano le esercitazioni Commonwealth 2013: manovre congiunte della difesa aerea della Comunità degli Stati Indipendenti (CSI), a cui anche gli ucraini parteciparono. Il governo golpista ucraino ha intensificato la retorica sulla presenza militare russa, sostenendo che vi siano “attività militari della Federazione Russa… sul territorio dell’Ucraina“. Il portavoce del Ministero degli Esteri russo Aleksandr Lukashevich ha risposto sottolineando che “sul territorio ucraino non ci sono militari russi. Ciò è confermato dagli ispettori di Danimarca, Germania, Polonia, Austria e Svezia che tra il 20 marzo e il 2 aprile visitarono Kharkov, Donetsk, Marjupol, Nikolaev e Odessa“. Infine, il cacciatorpediniere statunitense USS Truxtun ha superato i 21 giorni previsti per la permanenza di una nave da guerra estera nel Mar Nero, secondo la Convenzione di Montreux. Inoltre, il cacciatorpediniere USS Donald Cook giunge ad integrare il Truxtun. L’assistente per la sicurezza internazionale del segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Derek Chollet, ha informato la commissione Forze Armate della Camera sulla decisione del dipartimento della Difesa USA di prolungare la presenza dell’USS Truxtun nel Mar Nero. Chollet ha sottolineato che la decisione del dispiegamento dell’USS Donald Cook e della prolungata permanenza dell’USS Truxtun rientra nella politica degli Stati Uniti di stretta cooperazione con l’Ucraina, perché l'”annessione” alla Russia della Crimea “sfida la nostra visione di un’Europa libera e in pace. Guidiamo gli sforzi della NATO per offrire all’Ucraina maggiore accesso alle esercitazioni, invitandola a partecipare allo sviluppo delle capacità militari, e a fornirle programmi per il suo potenziamento militare“.
Accanto a ciò, i mercenari delle società di sicurezza private attueranno ciò che la NATO non può fare ufficialmente, come addestrare i terroristi neonazisti che destabilizzano l’Ucraina, afferma il Prof. Michel Chossudovsky, direttore del Centro per la Ricerca sulla Globalizzazione, “Le organizzazioni faranno ciò che la NATO non può fare apertamente. Possono addestrare i terroristi. Parliamo del proseguimento della politica statunitense dell’intervento militare in Ucraina e della fase preparatoria per massacrare il sud-est dell’Ucraina“, ha detto Igor Korochenko, redattore capo della Rivista Difesa Nazionale russa, aggiungendo che il dispiegamento di mercenari della società privata Greystone Ltd. viene finanziato dagli oligarchi ucraini ed organizzata dal dipartimento di Stato USA. “Considerando che i servizi di sicurezza ucraini mostrano un’incompetenza evidente, i mercenari stranieri reprimeranno le proteste nella parte sudorientale del Paese“, ha detto Korochenko. Secondo Michel Chossudovsky “Il governo di Kiev ha perso il controllo delle sue forze di sicurezza, e ciò è un fatto compreso da diverse settimane, perché il governo ad interim dell’Ucraina ha confermato l’assunzione della compagnia militare privata Greystone Ltd, una società fondata dalle SAS inglesi, che oggi invia i mercenari da integrare nelle forze di polizia. Inoltre, c’è anche il ruolo dei neo-nazisti del governo, dato che i partiti di estrema destra Svoboda e Fazione Destra controllano il comitato per la sicurezza e la difesa nazionale. Nella Guardia Nazionale ucraina vi sono consiglieri militari occidentali, ufficiali che in realtà addestrano i terroristi. La NATO e gli Stati Uniti non riconosceranno la presenza di tali forze speciali. C’è un flusso di forze speciali in Ucraina a sostegno dei golpisti, così contribuendo alla destabilizzazione. Abbiamo notizie di mercenari presenti nell’Ucraina orientale dall’inizio di marzo. Alcuni di tali mercenari sarebbero stati utilizzati nelle sofisticate operazioni con i cecchini di Euromajdan”. Greystone Ltd. è una società privata, filiale della Blackwater, registrata alle Barbados che “fornisce professionisti e servizi qualificati come elicotteri, sicurezza e addestramento” e i circa 150 mercenari statunitensi della Greystone Ltd. indossano uniformi dell’unità speciale della polizia ucraina Sokol. Ed infatti, un’accozzaglia di mercenari statunitensi, membri della Guardia Nazionale ucraina e squadristi neonazisti si sarebbe avvicinata alla città di Donetsk per assaltare un edificio occupato dai manifestanti antigovernativi, “Circa un centinaio di elementi della Guardia Nazionale è alloggiata presso l’aeroporto di Donetsk“, affermava Sergej Tsiplakov, vicecomandante della locale Milizia popolare del Donbas. “Circa un centinaio di teppisti di Fazione Destra è in città, così come un centinaio di mercenari statunitensi che operano per contro della giunta di Kiev. In totale, circa 300 mercenari e fanatici ben addestrati e motivati. È una grossa forza, ma siamo pronti a combatterla“. Secondo la stampa degli Stati Uniti e la Gran Bretagna, la giunta di Kiev ha assunto 1800 mercenari.
2f700__73413744_donetsk_afpI manifestanti pro-federalizzazione hanno costruito tre barricate all’ingresso del palazzo dell’amministrazione regionale di Donetsk. E circa un centinaio di persone le sorveglia ogni notte, per difendersi dall’atteso attacco delle forze golpiste. “I rappresentanti di Kiev hanno più volte detto di restituire le armi da fuoco che, secondo loro, possediamo. Tuttavia, né io, né nessun altro, ha visto armi qui. Ci difendiamo con mezzi improvvisati“. La polizia di Donetsk s’è rifiutata di disperdere i manifestanti che occupano l’edificio. Il ‘ministro’ degli Interni golpista di Kiev, Arsen Avakov, minaccia l’uso della forza contro i manifestanti dell’Ucraina orientale. Avakov aveva detto che la situazione sarebbe stata risolta in due giorni, imponendo così un ultimatum ai manifestanti antigolpisti nelle regioni di Kharkov, Lugansk e Donestk. Avakov ha detto: “riguardo la minoranza che vuole il conflitto, avrà una risposta forte dalle autorità ucraine“. Grandi convogli di autobus carichi di elementi del Sokol e di neonazisti vengono bloccati, causando scontri con gli abitanti di diverse località. I volontari di Donetsk “difendono la Patria dall’esercito fascista che vuole ucciderli“, e chiedono “un referendum per l’indipendenza da Kiev e l’adesione alla Russia.” “Ho solo un bastone per difendermi. Ma arrivano persone armate di mitragliatrici, e tutto quello che avevo ieri, per esempio, era la gamba di una sedia“. I manifestanti di Donetsk temono il ripetersi dello scenario di Kharkov, dove la polizia ha arrestato 60 manifestanti. Donetsk è la capitale industriale dell’Ucraina con un milione di abitanti. La regione di Donetsk ospita il 10 per cento della popolazione del Paese. “La protesta di Donetsk è contro il nazionalismo, noi siamo per la giustizia sociale, la creazione della nostra repubblica significa un drastico cambiamento del modo in cui il nostro territorio è organizzato. Noi siamo per la parità linguistica. Siamo contro l’oppressione della maggioranza da parte della minoranza nazionalista, e contro le minacce all’etnia russa“. “La regione di Donetsk invia 470 milioni di dollari a Kiev, e ne riceve meno di 150. Tutte le miniere e le imprese di Donetsk sono prospere“. Intanto i comandanti delle unità antisommossa ucraine Alfa si rifiutano di obbedire ai golpisti a Kiev, che hanno ordinato l’assalto agli edifici amministrativi di Donetsk e Lugansk occupati dalla popolazione, “Agiremo nel rigoroso rispetto della legge. La nostra unità è stata creata per liberare gli ostaggi e combattere il terrorismo“. Gli ufficiali delle Alfa hanno deciso ciò in risposta all’ordine del primo vice-premier Vitalij Jarjoma e del segretario del Consiglio della Sicurezza Nazionale e della Difesa dell’Ucraina Andrej Parubij, di prendere d’assalto gli immobili occupati dai manifestanti. Inoltre, con un’ulteriore provocazione, il nuovo capo di Naftogaz annuncia che l’Ucraina non pagherà il gas russo al prezzo fissato, e che “sospende i pagamenti”.
Migliaia di manifestanti si sono riuniti nella città di Donetsk in sfida alle minacce di Avakov. Polizia e militari si rifiutano di eseguire gli ordini dei golpisti di Kiev. Nel frattempo, i manifestanti formano le milizie di autodifesa, raggiunte da poliziotti e soldati. Il capo della polizia di Donetsk Konstantin Pozhdaev s’era dimesso su ordine della popolazione. Eventi simili si svolgono nella città di Slavjansk, sempre nella regione di Donetsk, dove i manifestanti hanno occupato diversi edifici governativi, il comando della polizia e l’ufficio del Servizio Sicurezza SBU. Il 10 aprile, anche Lugansk proclamava la Repubblica popolare e creava la milizia popolare per affrontare gli agenti antisommossa e i neonazisti. Il politologo Aleksandr Gusev, direttore dell’Istituto per la programmazione e le previsioni strategiche, ha affermato “Ciò dimostra che la popolazione appoggia le proteste di Kharkov e Donetsk. Sono  regioni di estrema importanza sul piano economico, stanche di essere ingannate dalle autorità che non risolvono i problemi e che non si occupano di queste regioni, ma diffondono voci secondo cui sarebbero regioni sovvenzionate. Questi movimenti di protesta mostrano che il Sud-Est e l’Est dell’Ucraina lotteranno fino alla fine”. Bogdan Bezpalko, vicedirettore del Centro di studi sull’Ucraina e la Bielorussia presso l’Università di Stato di Mosca, afferma: “Delle concessioni sono possibili da Kiev se riconosce il diritto dell’interlocutore di esprimere la propria opinione, ma le autorità a Kiev non li vedono come  interlocutori. Se faranno delle concessioni, saranno solo di carattere tattico. Se i politici ucraini fossero saggi, nominerebbero Gubarev capo della regione di Donbass. Allora il rigetto delle autorità sarebbe meno acuto”. A Kharkov, nell’assalto alla sede dell’amministrazione occupata dai manifestanti anti-Majdan, sono stati arrestati oltre 60 attivisti. I deputati del Partito delle Regioni chiedono l’amnistia, ma difficilmente i golpisti la concederanno. Per Bogdan Bezpalko: “Queste persone o saranno messe in una cella d’isolamento, o saranno portate a Kiev, ed allora non ne sapremo più nulla. Ma si vede che nemmeno gli arresti impediscono la lotta della popolazione. Anzi, al loro posto arrivano nuovi militanti. Accelerando la macchina della repressione le autorità fanno crescere il movimento di protesta nel Sud-Est dell’Ucraina. Gli arresti e le punizioni non porranno fine alle proteste né a Kharkov, né in altre regioni”.
Tali tensioni sono vantaggiose per certe forze a Kiev, come Julija Timoshenko, che arranca nella corsa elettorale, dietro al suo rivale Petro Poroshenko.
1922384A Slavjansk, polizia e numerosi soldati si sono uniti ai manifestanti creando un nucleo armato di autodifesa, a cui si sono uniti numerosi minatori e altri cittadini. Il 12 aprile, diversi miliziani si sono impadroniti del Commissariato dei servizi di sicurezza (SBU) di Slavjansk con il sostegno della popolazione, che davanti all’edificio aveva scandito “Russia! Russia!“. La polizia era assente. Il sindaco di Slavjansk, Nelly Shtepa, ha annunciato che i cittadini sostengono le proteste anti-Majdan, che i manifestanti appartengono alla milizia del Donetsk e che la città chiede il referendum sulla federalizzazione dell’Ucraina e che la regione del Donetsk diventi un’entità federale autonoma. Il sindaco ha avvertito i golpisti contro ogni tentativo di reprimere la rivolta. Scene simili si svolgono anche nelle città di Krasnij Liman, Gosobektov e Krasnoarmejsk. A Marjupol e Druzhkovka i manifestanti hanno occupato l’amministrazione comunale e la polizia di Kramatorsk s’è unita ai manifestanti filo-russi. Il ‘presidente’ golpista Aleksandr Turchinov ha licenziato il capo del SBU di Donetsk Valerij Ivanov, mentre Avakov ripete le minacce contro la popolazione dell’Ucraina sud-orientale. Il capo dei neonazisti ucraini Dmitrij Jarosh minaccia la giunta di Kiev, ed invita le organizzazioni paramilitari di Fazione Destra e UNA-UNSO ad intraprendere azione armate contro la popolazione russofona. Jarosh ha esortato le forze di sicurezza sotto il comando del ministro Avakov, che Jarosh ha minacciato di “impiccare come un cane“, ad intervenire assieme a Fazione Destra per “ristabilisce l’ordine” in Ucraina. “Tutti gli elementi armati di Fazione Destra sono mobilitati e pronti a prendere misure decisive per difendere la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina“. Nel frattempo il Procuratore Generale russo ha inviato all’Interpol i documenti per il mandato di cattura internazionale dello stesso Jarosh, accusato di sostenere l’estremismo e il terrorismo in Caucaso.
Difatti gli scontri a fuoco sono esplosi a Slavjansk, posta sotto assedio da Kiev. Il 13 aprile, 200 elementi armati assaltavano un checkpoint dei manifestanti nella periferia della città. Diversi elicotteri atterravano in un vecchio campo d’aviazione, a 5 chilometri dalla città, sbarcando altri individui con uniformi nere, probabilmente mercenari statunitensi. Due elementi delle truppe di Kiev sono stati uccisi e altri cinque feriti. I manifestanti hanno avuto una persona uccisa e altre due ferite. Le strade per la città sono bloccate dai blindati dei mercenari di Kiev, mentre i manifestanti nella stazione di polizia si preparano a respingere l’assalto fortificando le barricate. Secondo la TV Rossija24 dalla città si alzano colonne di denso fumo nero mentre due elicotteri la sorvolano ogni cinque minuti. All’ingresso della città i mercenari di Kiev chiedono agli abitanti di rimanere a casa, ma centinaia di persone supportano attivamente le milizie di autodifesa. Secondo Igor Korochenko “Tutto ciò che accade a Slavjansk dimostra che il regime di Kiev ha scatenato la guerra contro il popolo (…) L’operazione antiterrorismo può essere effettuata solo contro i terroristi, visto che a Slavjansk agiscono  persone che semplicemente fanno valere il loro diritto a decidere il destino della loro terra. A Slavjansk, è stata lanciata un’operazione contro la popolazione impiegando unità speciali, carri armati ed elicotteri da combattimento. Dobbiamo assicurarci che Nalivajchenko, capo del SBU, e Avakov siano processati per i crimini commessi nell’Ucraina orientale. A tal fine, una commissione internazionale dovrebbe essere formata per indagare con urgenza sui fatti di Slavjansk“. Mosca ha avvertito che se Kiev usa la forza contro le proteste anti-Majdan, saboterebbe la conferenza sulla soluzione della crisi nel Paese tra Stati Uniti, Unione europea, Russia e Ucraina. A Kharkov, invece, la polizia ha arrestato quattro individui provenienti da Lvov e Kiev presso la stazione ferroviaria, dopo che un cane poliziotto aveva abbaiato a un contenitore che trasportavano. Gli uomini si sono rifiutati di mostrarne il contenuto, probabilmente un ordigno. A Poltava 10 autobus carichi di neonazisti armati di bombe molotov ed esplosivi sono stati fermati e i 70 squadristi a bordo arrestati. Si dirigevano verso Kharkov. La base dei 300 soldati di Berkut di Makeevk, che sostengono i manifestanti anti-Majdan, sarebbe stata circondata da mercenari statunitensi con uniformi nere. Le organizzazioni popolari di autodifesa hanno lanciato l’appello alla mobilitazione generale e a difendere le proprie posizioni, “Tutti all’edificio del Consiglio del Popolo! Tutto per la difesa della Repubblica Popolare di Donetsk!“. A Kharkov, dove si svolge un nuovo raduno per la federalizzazione, nonostante il divieto del tribunale locale, mentre da tre giorni, nei sobborghi, si svolgono gli scontri tra la popolazione e le forze inviate da Kiev. La milizia segnala la presenza di veicoli militari e di “auto con targhe di Vinnitsa, ma guidate da persone che non parlano russo o ucraino“. Invece nel villaggio di Semjonovka i neonazisti di Fazione Destra hanno sparato sulla popolazione che bloccava la strada al loro convoglio. I paramilitari dell’autodifesa setacciano la foresta in cui si sono nascosti i neonazisti dopo la sparatoria.
Il Ministro degli Esteri Sergej Lavrov ha affermato che “la crisi profonda e pervasiva in Ucraina è una grave preoccupazione per la Russia. Capiamo perfettamente la posizione di un Paese indipendente da poco più di 20 anni e ancora afflitto da compiti complessi nella costruzione dello Stato sovrano, tra cui la ricerca di un equilibrio di interessi tra le sue varie regioni e popoli dalle differenti radici storiche e culturali e dalle lingue diverse, dai diversi punti di vista su passato, presente e futuro del Paese. Date queste circostanze, le forze estere dovrebbero aiutare gli ucraini a proteggere le basi della pace civile e dello sviluppo sostenibile, ancora fragile. La Russia ha fatto più di qualsiasi altro Paese nel sostenere lo Stato ucraino, anche sovvenzionarne per molti anni l’economia con i bassi prezzi dell’energia. Lo scorso novembre, all’inizio della crisi attuale, abbiamo sostenuto il desiderio di Kiev di consultazioni urgenti tra Ucraina, Russia e UE sul processo d’integrazione. Bruxelles le ha categoricamente respinte. Ciò riflette la linea improduttiva e pericolosa adottata da UE e USA, cercando di costringere l’Ucraina a fare una scelta dolorosa tra est e ovest, aggravando le differenze interne. In Ucraina è stato fornito un massiccio sostegno ai movimenti politici che promuovono l’influenza occidentale, violandone la Costituzione. Il potere a Kiev è stato sequestrato con violente proteste di piazza guidate direttamente da ministri e altri funzionari di USA e UE. L’asserzione che la Russia stia minando i partenariati europei non corrispondono ai fatti. Al contrario, il nostro Paese ha costantemente promosso un sistema di sicurezza unico e indivisibile nell’area euro-atlantica. Abbiamo proposto la firma di un trattato in tal senso, e sostenuto la creazione di uno spazio economico comune dall’Atlantico al Pacifico aperto ai Paesi post-sovietici. Nel frattempo, gli Stati occidentali, nonostante le ripetute assicurazioni del contrario, hanno sempre allargato la NATO verso est e iniziato ad attuare i piani della difesa antimissile. Il partenariato orientale dell’UE è volto ad associare gli Stati presi di mira chiudendo la possibilità di una cooperazione con la Russia. I tentativi da parte di coloro che hanno attuato la secessione del Kosovo dalla Serbia e di Mayotte dalle Comore di mettere in discussione la libera volontà della Crimea, non possono essere considerati che manifesta dimostrazione di doppiopesismo. Non meno preoccupante è la pretesa di non accorgersi che il pericolo principale per il futuro dell’Ucraina è la diffusione del caos da parte di estremisti e neonazisti. La Russia fa tutto il possibile per promuovere la stabilizzazione dell’Ucraina. Siamo fermamente convinti che ciò può essere raggiunto attraverso: una riforma costituzionale che garantisca i diritti di tutte le regioni ucraine e risponda alle richieste delle regioni sud-orientali di avere il russo come seconda lingua ufficiale dello Stato; la precisa garanzia che l’Ucraina resti uno Stato non-allineato e misure urgenti per fermare l’attività delle formazioni armate illegali di Fazione Destra ed altri gruppi ultra-nazionalisti. Non imponiamo niente a nessuno, ma se vediamo che se ciò non viene fatto, l’Ucraina precipiterà nella crisi con conseguenze imprevedibili”.
1010324A sua volta il presidente russo Vladimir Putin ha proposto ai leader europei un incontro urgente sul debito dell’Ucraina verso la Russia. La lettera di Putin è stata inviata ai leader di Moldova, Romania, Turchia, Ungheria, Slovacchia, Slovenia, Macedonia, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Serbia, Bulgaria, Austria e Italia. “L’economia dell’Ucraina negli ultimi mesi precipita. Le sue industrie sono in brusco calo. Il deficit del bilancio aumenta. La situazione del sistema monetario è sempre più deplorevole. Il saldo commerciale negativo è accompagnato dalla fuga di capitali. L’economia dell’Ucraina punta a default, sospensione della produzione e disoccupazione alle stelle. La Russia e l’UE sono i principali partner commerciali dell’Ucraina. Procedendo da ciò, in occasione del vertice UE-Russia di gennaio, ci siamo accordati con i nostri partner europei per consultazioni sull’economia ucraina, tenendo conto degli interessi dell’Ucraina e dei nostri Paesi, formando alleanze con la partecipazione dell’Ucraina. Tuttavia, i tentativi della Russia di iniziare vere consultazioni non hanno prodotto alcun risultato. Invece di consultazioni, sentiamo appelli ad abbassare i prezzi sul gas russo, a prezzi “politici”. Si ha l’impressione che i partner europei vogliano incolpare la Russia della crisi economica dell’Ucraina. Fin dal primo giorno dell’Ucraina indipendente, la Russia ha sostenuto la stabilità dell’economia ucraina fornendogli gas a prezzi stracciati. Nel gennaio 2009, con la partecipazione dell’allora premier Julija Timoshenko, fu sottoscritto un contratto sulla fornitura di gas per il periodo 2009-2019. Il contratto regola questioni riguardanti la consegna e il pagamento del prodotto, e pone garanzie sul transito ininterrotto nel territorio dell’Ucraina. Inoltre, la Russia adempie al contratto secondo la lettera e lo spirito del documento. Per inciso, il ministro dell’energia ucraino dell’epoca era Jurij Prodan, che ha la stessa carica nel governo attuale di Kiev. Il volume totale di gas trasportato in Ucraina, come previsto dal contratto per il periodo 2009-2014, si attesta sui 147,2 miliardi di metri cubi. Qui, vorrei sottolineare che il prezzo fissato nel contratto non è stato alterato da allora. E l’Ucraina, fino all’agosto 2013, ha effettuato pagamenti regolari in conformità a tale formula. Tuttavia, dopo la firma di tale contratto, la Russia ha concesso all’Ucraina una serie di privilegi senza precedenti e sconti sul prezzo del gas. Ciò vale per lo sconto derivante dall’accordo del 2010 a Kharkov, fornito a titolo di acconto per i futuri canoni di locazione per la Flotta del Mar Nero dal 2017. Ciò vale anche per gli sconti sui prezzi del gas acquistato dalle aziende petrolchimiche ucraine e anche per lo sconto concesso nel dicembre 2013, per tre mesi, per via della critica situazione dell’economia ucraina. Dal 2009, la somma di tali sconti si attesta a 17 miliardi dollari. A ciò dobbiamo aggiungere altri 18,4 miliardi di dollari di acquisti da parte ucraina. Così, negli ultimi quattro anni la Russia ha sovvenzionato l’economia dell’Ucraina, offrendo gas a prezzi stracciati per 35,4 miliardi dollari. Inoltre, nel dicembre 2013, la Russia ha concesso all’Ucraina un prestito di 3 miliardi di dollari. Tali importi molto significativi sono volti a mantenere la stabilità e la credibilità dell’economia e a conservare posti di lavoro ucraini. Nessun altro Paese ha fornito tale supporto tranne la Russia. Che dire dei partner europei? Invece di offrire un sostegno reale all’Ucraina, fanno dichiarazioni di intenti, solo promesse senza fatti. L’Unione europea usa l’Ucraina come fonte di materie prime alimentari, metalli e risorse minerarie e anche come mercato di sbocco dei suoi beni ad alto valore aggiunto (macchinari e prodotti chimici), creando così un deficit commerciale per l’Ucraina di oltre 10 miliardi di dollari, cioè quasi i due terzi del disavanzo complessivo dell’Ucraina nel 2013. In larga misura, la crisi economia ucraina è stata precipitata dallo squilibrio commerciale con l’UE, e ciò ha avuto un impatto assai negativo sull’adempimento dell’Ucraina agli obblighi contrattuali per le forniture di gas russo. Gazprom non ha intenzione di fare eccezioni sul contratto 2009, né piani per imporre eventuali condizioni aggiuntive. Ciò riguarda anche il prezzo contrattuale del gas, calcolato in stretta conformità con la formula concordata. Tuttavia, la Russia non può e non deve sopportare unilateralmente l’onere di sostenere l’economia dell’Ucraina con sconti e condono di debiti, e in effetti far usare questi sussidi per coprire il deficit dell’Ucraina con l’UE. Il debito della NAK Naftogaz dell’Ucraina per il gas ricevuto è cresciuto quest’anno. Nel novembre-dicembre 2013 il debito era pari a 1451,5 miliardi di dollari USA; nel febbraio 2014 è aumentato di 260,3 milioni e a marzo di 526,1 milioni. Vorrei richiamare la vostra attenzione sul fatto che a marzo c’era ancora lo sconto, cioè 268,5 dollari per 1000 metri cubi di gas. E anche a quel prezzo, l’Ucraina non ha pagato un solo dollaro. In tali condizioni, a norma degli articoli 5.15, 5.8 e 5.3 del contratto, Gazprom è costretto a chiedere il pagamento anticipato del gas, e in caso di ulteriore violazione delle condizioni di pagamento, cesserà le forniture. In altre parole, sarà consegnato all’Ucraina solo il volume di gas pagato il mese prima della consegna. Indubbiamente si tratta di una misura estrema. Ci rendiamo conto pienamente che ciò aumenta il rischio di sottrazione di gas sul territorio dell’Ucraina a danno dei consumatori europei. Ci rendiamo conto che questo può rendere difficile all’Ucraina accumulare riserve di gas sufficienti per il periodo autunnale e invernale. Al fine di garantire il transito ininterrotto, sarà necessario nel prossimo futuro rifornire di 11,5 miliardi di metri cubi di gas gli impianti di stoccaggio sotterraneo dell’Ucraina, e ciò richiederà il versamento di circa 5 miliardi di dollari. Tuttavia, il fatto che i nostri partner europei si siano unilateralmente ritirati dal tentativo concertato di risolvere la crisi ucraina, e anche dalle consultazioni con la Russia, non lascia alternative. C’è solo un modo per uscire da tale situazione, crediamo che sia fondamentale tenere, senza indugio, consultazioni tra i ministri dell’economia, delle finanze e dell’energia per elaborare azioni concertate volte a stabilizzare l’economia dell’Ucraina e a garantire il transito di gas russo in conformità a termini e condizioni contrattuali. Non dobbiamo perdere tempo nell’intraprendere e coordinare passi concreti. A tal fine facciamo appello ai nostri partner europei. Inutile dire che la Russia è pronta a stabilizzare e ripristinare l’economia dell’Ucraina. Tuttavia, non in modo unilaterale, ma a parità di condizioni con i nostri partner europei. E’ inoltre indispensabile tenere conto di investimenti reali, contributi e spese che la Russia si è assunta da sola per così tanto tempo nel sostenere l’Ucraina. Come si vede, solo un tale approccio sarà equo ed equilibrato, e solo un tale approccio può avere successo. Il deficit della bilancia commerciale con l’UE impedisce all’Ucraina di adempiere agli obblighi contrattuali con la Russia”.
L’agenzia stampa russa Rossija Segodnja si rifiuta di ritrasmettere la radio della CIA Voce dell’America. Il Direttore generale dell’Agenzia, Dmitrij Kiselev, ha detto “Rossija Segodnja non coopererà più con Voce dell’America che trasmette da un mondo che non esiste più. Considero queste radio (Voce dell’America e Radio Svoboda) spazzatura“. Il contratto per la ritrasmissione di Voce dell’America è scaduto ad aprile. La nuova agenzia Rossija Segodnja (Russia Today), che ha assorbito Voce della Russia e RIA Novosti nel dicembre 2013, non ha intenzione di prorogare il contratto con la CIA. Kiselev ha già informato della decisione la BBG, l’agenzia che soprassiede alla radiodiffusione della propaganda statunitense all’estero. Secondo il direttore della BBG, Jeff Shell, si tratterebbe di una violazione della libertà di parola. “Ciò non ha niente a che vedere con la libertà di parola. Voce dell’America e radio Svoboda non dicono nulla di originale“, osserva Kiselev, “non è affatto necessario sostenere tali radio sul territorio russo”.
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