Il successo straordinario di una mostra a Belgrado di oggettistica della Jugoslavia di Tito mostra come in tutto l’Est Europa sia in atto un processo di critica dell’Europa e di rivalutazione del passato comunista.
A Belgrado si è tenuta una mostra interessante su oggetti e simboli della defunta Jugoslavia, una mostra che ha ottenuto un successo di pubblico straordinario, al punto che i media di diversi europei se ne sono occupati in prima persona. Del resto l’amore per l’Europa non è così di moda, soprattutto nei paesi dell’Est. A Belgrado si è tenuta proprio nel centro della città una mostra tesa a far rivivere i quarant’anni di socialismo dal 1950 al 1990, segno inequivocabile di una nostalgia crescente che si sta sviluppando anche e soprattutto in tutto i paesi dell’ex orbita sovietica. Di recente anche in Romania è fiorito il pensiero nostalgico del comunismo, per non parlare della Cecoslovacchia, dove il partito comunista ha raggiunto consensi impensabili, con quasi il 18% dei consensi nelle ultime elezioni. Per non parlare del successo che in tutti i paesi dell’Est riscuotono le serie televisive sugli anni Ottanta del comunismo che vanno di moda a Mosca, ma pure in Bulgaria e nei Paesi baltici. La mostra di Belgrado si è inserita all’interno di questo filone e ha aperto i cancelli al pubblico proprio poco prima di Natale con il nome “Viva la vita”.In prima fila la vecchia Zastava, la macchina del popolo così familiare a tutti i cittadini della defunta Jugoslavia di Tito. Molta la nostalgia anche per il vecchio passaporto jugoslavo, quello che permetteva a tutti i cittadini di viaggiare ovunque. Ma la nostalgia del socialismo non è una meteora, è ormai radicata in tutto l’Est Europa, basti pensare che il 44,7% dei romeni, secondo un recente sondaggio, pensa che il comunismo non fosse poi così male. Del resto a Bucarest il luogo più visitato dai turisti è proprio la casa del popolo in marmo che fu anche la dimora di Nicolae Ceausescu. A Praga e Bratislava inoltre si è pensato bene di riesumare il marchio di esportazione della Cecoslovacchia, preferito dai Paesi africani e asiatici. Lo scorso anno il 32% dei cechi si sono detti convinti che il regime comunista fosse meglio dell’attuale democrazia. In Slovacchia le percentuali sono ancora più alte. Persino n Ungheria, paese ormai scivolato a destra, è tornato di moda l’aperitivo socialista Bambi e i sandali del vecchio governo comunista. In tutta l’Europa dell’Est poi il mercato dell’Ostalgie va a mille, con serie tv nostalgiche che tengono incollati di fronte alla tv migliaia di persone. Come dare loro torto del resto, con un’Europa sempre più proiettata verso la miseria e le ingiustizie e che sbandiera la democrazia come valore ormai vuoto. E, a segnalare che qualcosa sta cambiando in Europa dell’Est, The Economist ha ammonito: il rischio di disordini sociali e rivolte nell’Europa dell’Est, nel 2014, non ha mai raggiunto livelli così alti dalla caduta del comunismo.
Fonte: Tribuno del popolo
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